Le storie hanno conservato memoria di quattro soli individui di questa famiglia popolana geremea, e sono: Gerardo console de’ mercanti nel 1200, il quale nel 1202 intervenne pe’ Bolognesi alla conferma dell’ accordo fissato dieci anni prima co’ Ferraresi. Nel 1203, 1214, 1219 giurò in consiglio l’ adempimento de’ patti co’ Reggiani. Nel 1216 fece altrettanto co’ Fiorentini e col vescovo di Rimini unito ad alcuni comuni. Enrichetto nel 1214, Giacomo e Pietro nel 1219, giurarono anch’ essi in consiglio i patti che ho accennati in tali anni (1).
Nel 1270 Zoleta, moglie d’Antonio del fu Jacopo di Gerardo Teni, mediante procuratore donò tra vivi a Paolo, Antonio, e Filippo Teni, nipoti del marito di lei, una casa già di Ginata con la metà della torre vicina, in parocchia di s. Donato presso gli eredi di Guidotto Orsi e Gerardo Calamatoni. Furono riservati però l’abitazione e l’usufrutto della casa e della torre ad Antonio Teni, marito di Zoleta ed avo di coloro che ricevettero la donazione (2).
La stessa metà di torre, indivisa con Gabriele Calamatoni, e un terzo della casa contigua furono vendute per 100 lire nel 1296 da Lucia del fu Gerardo Teni, moglie di Rolandino Pegolotti, a un Giovanni di Somma e ad un Belletti col con senso del marito, e della madre vedova Nobile, di Benno Gozzadini (3). Tal casa par quella in via s. Donato del n. 2491, poichè quest’ ultima apparteneva ai Teni fino dal 1212 e confinava appunto con gli Orsi ed i Calamatoni (4).
(1) Savioli, Ann. v. 4, pag. 353, 359, 366, 372, 396, 420, 439.
(2) Docum. n. 57.
(3) Docum. n. 209.
(4) Nelle Cose notabili del Guidicini ( v. 2, pag. 68 ) si legge Seni, in vece di Teni: ma probabilmente per isbaglio tipografico. I Seni credo non siano mai esistiti.