Conti di Bagnacavallo dal 1003 in poi, giustificarono spesso il loro cognome, benchè un di loro fosse denominato il grande. Nel 1134 combatterono insieme co’ Bolognesi contro i Faentini, che rimasero vincitori e contarono tra i prigioni Guido Malvicino, detto Malabocca, conte di Bagnacavallo, non che la sua cognata contessa Matilde moglie di Guigone (1). Un altro conte Malvicino alleossi oppostamente nel 1168 con i Faentini a danno de’ Forlivesi, ma tre anni dopo fu, insieme con i Bolognesi, sopra a’ Faentini. Nel 1181 si collegò di nuovo per combattere gl’ Imolesi, non pur co’ Bolognesi, ma eziandio co’ Faentini, obbligandosi a con segnar loro le castella del suo contado, se ciò avesse potuto influire al buon esito della guerra: n’ ebbe in cambio la promessa di essere reintegrato nei possedimenti usurpatigli dopo la morte del padre (2). Malvicino non tenne il patto, sì che l’ anno appresso i Faentini, uniti con gl’ Imolesi e con una fazione di Ravenna, piombarono sulle terre di lui, distrussero i sobborghi di Bagnacavallo, ed egli a mala pena scampò. GÌ’ intercedettero il perdono i Ravennati, ma dovette piegarsi a pagare un annuo tributo ai Faentini (3).
Malvicini
Nel 1186 Malvicino giurò sommissione al comune d’Imola e se ne dichiarò cittadino al cospetto di Enrico re. Ma avendo di nuovo mancato alle promesse fatte a’ Faentini, col non esser comparso al loro esercito mentre oppugnavano Castel Leone, Faentini’ e Ravennati gli mosser contro nel 1205 e lo costrinsero a chieder mercede, che ottenne dandosi ostaggio e giurandosi cittadino anche di Faenza, coll’ obbligo di abitarvi (4). Dieci anni dopo gl’ Imolesi, volendo vendicarsi alla volta loro su i Faentini, trovarono un alleato nel Malvicino, che aveva anch’ egli dei conti da regolare con costoro. Ma i Bolognesi essendo intervenuti ed avendo impedito il conflitto, Malvicino rimase senz’ appoggio e pagò cara la sua baldanza e la sua sleale volubilità (5).
D” indi in poi le nostre storie non menzionano più i Malvicini, che si spensero al principio del secolo seguente in due donne: Costanza di Azzone, moglie di Corrado del conte Taddeo da Montefeltro, e Catterina di Malvicino, moglie di Guido da Polenta (6).
La famiglia de’ Malvicini era stata accolta anche a Bologna fra le civiche e vi ebbe un casamento con torre in via Battissasso, attualmente segnato col n. 635. Vendevalo nel 1385 un Donduzzo Malvicini Fontana da Piacenza, probabilmente erede della estinta famiglia, vendevalo al conte Alberto del fu conte Giovanni dei conti Alberti di Mangone (7), denominati poscia conti di Bruscolo. In causa di ciò l’ Alidosi (8) confuse siffatta torre con quella della casa vicina, originariamente dei Storliti, poi passata anch’ essa ai conti di Bruscolo. E sì che l’ Indicatore del 1582 le aveva distinte una dall’ altra ed accennate separatamente.
(1) Savioli, Ann. v. 1, pag. 236.
(2) Savioli, Ann. v. 3, pag. 5, 24, 99.
(3) Savioli, Ann. v. 3, pag. 105.
(4) Savioli, Ann. v. 3, pag. 141, 279.
(5) Savioli, Ann. v. 3, pag. 340.
(6) Savioli, Ann. v. 1, pag. 237, genealogia.
(7) Savioli, Ann. v. 1, pag. 237. Guidicini, Cose not. v. 1, pag. 125.
(8) Instrut., pag. 109.