Fu costume di distinguere col diminutivo o coll’ aggiunto di pizzoli, (piccoli) i rami minori delle famiglie. Da quest’ usanza, continuata dai villici, deve ripetersi il cognome dei Garisendini, i quali ebbero luogo tra gli anziani dal 1320 al 1461, in cui si compiè la loro vita pubblica poco romorosa. Forse nello stesso tempo si estinsero. N’ è ricordato un Lucio monaco, straziato nel 1328 da Mazzarello da Cuzzano signore di Sassuolo, il quale per questo misfatto fu bandito e spogliato delle sue castella (1). E credo sia di questi, anzichè de’ GarisendI, l’ Obizzo od Opizzone figlio di Niccolò che lesse leggi del 1378 al 1388 (2).
I Garisendini avevano in via Altabella torre e case, ora distinte co’ n. 1621, 1622, 1623, che appartenevano nel 1371 a Niccolò ed a Giacomo. In un rogito del 1608 è indicato che una di queste case (probabilmente quella che ha il n. 1622) è detta la Torre (3) e solo ve n’ è rimasto il nome.
Del 1388 era di Matteo Garisendini una casa con torre in via Stallatici di dietro la zecca (n. 1292); la qual torre è indicata dall’ Alidosi (4), insieme con un’ altra nella stessa strada, in case appartenenti allora ai Vittori. Gli avanzi di questa torre furono notati anche dal Guidicini (5).
(1) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 85.
(2) Mazzetti, Repert., pag. 141.
(3) Guidicini, Cose not. v. 1, pag. 50.
(4) Instrut., pag. 193.
(5) Cose not. v. 5, pag. 253.