Di stirpe illustre, imperocchè uscivano dalla consorteria chiarissima dei Principi: perciò avevan comune l’ origine con i Guinicelli e qualcuno de’ Frenari portò il nome di Guinicello. Ma toltone Pietro, che nel 1219 qual consigliere interveniva a confermar la lega tra i Bolognesi ed i Reggiani (1); toltone Galvano che fu tre volte anziano, i Frenari non trovansi se non tra i lambertazzi nelle mischie di parte. E veggonsi assalire i Liazari da soli nel 1242, poi di nuovo spalleggiati dai Guezzi nel 1248 e nel 1254 (2). Scompaiono dopo il 1257, in cui Uberto del già Frenaro possedeva qualche servo, e si affacciano solo dal 1351 al 1357 tra gli anziani.
Le case di costoro, con accanto una torre in consorteria dei Frenari e de’ Guezzi, erano in Porta nova al di là di quella degli Accursi e confinavano con le case dei Guezzi, dei Tibaldi e con la chiesa di s. Tecla dei Guezzi. V’era presso la strada, compresa poi nel palazzo del comune di cui attraversava l’area dietro le case degli Accursi, dei Guezzi e dei Panzoni, parallelamente alla fronte che dà sulla piazza. Siffatta strada era poi tagliata perpendicolarmente da un’ altra detta Cavallara, che sboccava in piazza ove ora è la porta del palazzo municipale. Sì che allorquando il comune si accinse ad ampliare il palazzo nuovo, gli fu d’uopo di comprare, oltre le case degli Accursi, queste dei Frenari, non che le contigue dei Guezzi e dei Tibaldi (3). Perciò Guinizello e Righetto Frenari, chiesto un curatore alla curia vescovile perchè erano chierici, insieme con i loro fratelli Alberto e Guidocherio vendettero nel 1287 al procuratore del comune, retto a parte geremea, alcune case e la mezza torre pel prezzo di 2,000 lire. Promisero che l’ altro loro fratello Pietro avrebbe ratificato la vendita (4) e infatti egli la confermò venti giorni dopo (5).
(1) Savioli, Ann. v. 3, pag. 36.
(2) Savioli, Ann. v. 5, pag. 172, 213, 278.
(3) Guidicini, Cose not. V. 2, pag. 345 e seg.
(4) Docum. n. 158.
(5) Docum. n. 160.