Di parte lambertazza. Guido di Pietro era testimone al patto di lega fatto tra Bolognesi e Firentini nel 1204 ed è di coloro che fecero giuramento di società tra Bolognesi e Reggiani nel 1209. Sono nominati in carte pubbliche a quel tempo un Petrizzolo e un Ugolino (1), poi Jacopo e Domenico anziani nel 1301 e nel 1303.
Questa famiglia avrebbe poco che fare con la storia se non le si restituisse l’ insigne giurista Bagarotto, attribuito erroneamente ad altre famiglie e perfino creduto francese. Ma il Sarti lo rivendicò ai Corradi e perciò ne faccio menzione. Fiorì nei primi anni del dugento, ed in quel torno giudice del comune fu inviato a Ferrara, a Verona, a Trevigi per ottenere le case del potente Salinguerra e del fratello Pietro, le quali dovevano essere rimpiazzate dal palazzo del podestà. Concluse una lega con Ravenna, la pace co’ Pistoiesi, curò gl’ interessi del comune nella nuova monetazione (1216) e compose i gravi dissidii sorti tra’l vescovo e il comune per pretese di giurisdizione. Morì alla metà del secolo in fama d’ abile negoziatore, non che d’ egregio glosatore e maestro. I suoi figli mantennero in Bologna il cognome Corradi, ma, poichè furono espulsi con la parte lambertazza, riducendosi e fermandosi a Padova si dissero, dal padre, de’ Bagarotti (2).
I Corradi ebbero una torre, o una parte di torre, nella parocchia di s. Stefano presso i Cattani ed i Buvali, metà della quale fu venduta a Zaccaria Buvali e poscia a Guido Cattani, come risulta da un atto di procura di Pietro e Guido del già Jacopino Guido Corradi del 1283, per ratificare siffatta vendita (3). Ma per contro Jacopino Corradi figlio del suddetto Pietro comprò nell’ anno appresso una casa con torre degli Artenisi per 100 lire, che non era separata dalla propria se non dalla via Paese, in strada s. Stefano (4).
(1) Savioli, Ann. v. 4, pag. 261, 304, 338, 366.
(2) Sarti, de clar. archig. v. 1, pag. 107. Savioli, Ann. v. 3, pag, 337-39. Fantuzzi, Notiz., v. 1, pag. 311.
(3) Docum. n. 128.
(4) Docum. n. 135.