Seguo la lezione di questo cognome adottata dal Savioli nel testo; ma nei documenti da lui recati e nelle cronache non si legge, Corforati bensì altra cosa ch’ è bello tacere. Erano geremei nel 1228 (1), ma passarono o tutti o alcuni di loro all’ altra fazione, poichè i Corforati sono annoverati tra i lambertazzi nella pace del 1279 (2).
Pietrobono e Alberto, con gli altri del consiglio generale giurarono al sindaco di Modena nel 1229 d’ osservare la tregua e i patti stabiliti col suddetto comune. Da ciò in fuori le poche notizie dei Corforati son tutte guerresche. Dicesi che due di loro andassero crociati, e Gervasino morì battagliando insieme co’ Milanesi contro Federico imperatore (1237) (3). Cossa era milite della tribù di Porta s. Pietro (1301); Lambertino uno dei chiamati a decidere sul soccorso chiesto da’ Forlivesi, che poi fu loro accordato (1304) (4); Giovanni di Corradino combattè per i Firentini nella guerra di Montecatini (1314); Folco ed Egidio nell’ esercito della chiesa che diede giornata ai Reggiani tra Spezzano e Fiorano, e rimasero sul campo di battaglia (1330). Ed è ricordato ultimo Gerardo, eletto anziano nel 1396 (5).
Un atto del 1266 ci dà la prima notizia della torre dei Corforati, posta nella parocchia di s. Vitale (6). Apparteneva a Useppe e Petrizzolo di Pietrobono e ad Anfelisia. Nel 1282, essendo morto Useppe, il tìglio minorenne Pietrobono vendette ai propri fratelli Lambertino e Bonbologno due terze parti indivise della metà di torre, o torri, e di case, pel prezzo di 25 lire, donando il di più, se più valesse quella parte. Erano confinanti gli eredi di Bonaccurso Corforati, Jacopo da Medicina ed altri (7).
La posizione di questa torre è meglio definita da due piante topografiche ch’ io posseggo, l’ una del 1500, l’ altra del 1618 perocchè vi è indicato ch’ essa torre stava sull’ angolo tra strada s. Vitale e la via de’ Bagnaroli, ora detta delle Campane. V’era d’ appresso il vicolo Androna de’ Bagnaroli, non indicato dall’ Alidosi, che sboccava in via Pelacani, chiuso per decreto nel Marzo 1369 (8).
Nella pianta del 1618 è notata la larghezza della torre di piedi bolognesi 15 1/2 (m. 5, 77, 5) e la grossezza dei muri di 30 oncie (m. 0,96). E in fatti nei sotterranei della casa n. 58, situata sull’ angolo soprindicato, rimane un lato esterno della base della torre rivestito dei soliti parallelepi pedi di gesso e si conosce che la torre continuava ove ora è lo sbocco del portico. Essa fu comprata nel 1359 per 300 lire dai frati eremitani di s. Giacomo, intenti ad allargare le attinenze del loro convento (9) e fu spaccata sino a’ fondamenti dal tremuoto del 1365, che atterrò molti edificii e pubblici e privati. Di guisa che « il senato al dire del Ghirardacci (10) la fece abbassare, temendo ch’ essa minasse e mandasse a terra le case de’ Sabbadini. »
(1) Savioli, Ann. v. 5, pag. 60.
(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 248.
(3) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 58, 58, 121, 159.
(4) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 444, 463.
(5) Ghirardacci, Hist. v. 2, patr. 48fi.
(6) Alidosi, Vacchett. ms. 492, fol. 38.
(7) Docum. n. 122.
(8) Guidicini, Cose not. v. 1, pag. 168.
(9) Guidicini, Cose not. v. 5, pag. 226, che cita il rogito di compra.
(10) Ghirardacci, Hisf. v. 2. pasr. 289.