Il primo menzionato nelle carte bolognesi è Rolandino, testimonio nel 1188 alla donazione del castello di Crespellano fatta dai condomini al comune di Bologna (1). Sei anni dopo Gilberto dotava l’ eremo nostrale di Camaldoli.
Dei Carrari, ch’ essendo di parte lambertazza, furono involti nella proscrizione del 1274, uno pose stanza in Ravenna (2); gli altri trovaronsi alla pace del 1279. Dicesi che Alberghetto morisse qualche anno dopo in Palestina (3). Due dei Carrari insegnarono leggi nella seconda metà del secolo XIII: cioè Tommaso d’ Albertino, e Albertino suo figlio il quale fu di que’ maestri che con minacce e con insulti si opposero all’ arcidiacono Ruggieri degli Ubaldini, quando voleva arrogarsi prerogative negli esami. Fu uno de’ giureconsulti chiamati ad esaminare il patrio statuto allorchè i geremei volevano riformarlo, e con altri professori passò allo studio di Padova essendo stato espulso con i lambertazzi. Ripatriato andò oratore a Bonifazio VIII ed a Carlo figlio del re di Francia nel 1301 (4).
Pochi de’ Carrari furono anziani fino al 1359; Ugo intorno al 1364 impinguò morendo i monaci Olivetani di Bologna, non che i canonici di Siena, e l’ ultimo, Daniele di Francesco, venne a morte sul principio del secolo XV (5).
Da un atto di divisione del 1283 (5 bis) risulta che le case e la torre dei Carrari erano vicino alla chiesa parocchiale di s. Maria della Chiavica. La divisione di questi edificii fu fatta tra i figli del già Vittore Carrari Tommaso, Conte, Pietro non che Gisla moglie di quest’ ultimo e Zaccaria Bùvali. Essa chiesa di s. Maria della Chiavica era situata fra la via Foscarari e quella ora detta Farini, riusciva in via Toschi e fu chiusa nel 1571 sostituendovi il sotterraneo martirio o confessione dedicato a s. Silvestro, detto in cantina per la sua bassa postura (6). E poichè l’Alidosi (7) ricorda una torre atterrata in casa dei Bovi, verso s. Silvestro (via Toschi in angolo della via Farini n. 1127) così pare a me che la sia quella dei Carrari.
Ma si può attribuire eziandio ai Carrari un’ altra torre, in via Marchesana (n. 1196) per l’attiguità con la chiesa gentilizia di s. Maria de’ Carrari detta poscia de’ Foscarari, giacchè casa e chiesa gentilizie solevano esser vicine. Questa torre, mentovata in rogiti del 1426 e 1458, (8) è ridotta ad altana, mozzata poco sopra alla casa recentemente ammodernata, la cui porta a sesto acuto non fu guasta. È larga met. 4,86, ha muri grossi met. 0,93 da basso, met. 0,88 in cima e vi rimane un volto antico.
(1) Savioli, Ann. v. 2, pag. 158.
(2) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 103, 226.
(3) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 248;
(4) Sarti, De clar. archig. v. 1, pag. 163, 209. Savioli, Ann. v. 5, pag. 343, 433, 465, 492. Mazzetti, Repert., pag. 85.
(5) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 258, 284. Guidicini, Cose not. v, 2, pag. 258.
(5 bis) Documento n. 123.
(6) Masini, Bol. perl, (ricorretta) v. 1, pag. 158, 346.
(7) Instrut. pag. 191.
(8) Guidicini, Cose not. v. 2, pag. 152.