Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Subito passato il crociale vi era la capella della Madonna del Popolo fondata su pubblico suolo concesso li 7 febbraio 1516 dall’ Assuntaria d’Ornato in misura di piedi sei di larghezza verso settentrione, e di piedi 18 in lunghezza verso occidente, rimpetto due botteghe della famiglia Vitali, che fece dono del davanti delle medesime, per cui il Reggimento concesse loro la perpetua amministrazione dell’ oratorio che si fabbricò con le elemosine di devoti di una immagine di Maria Vergine in carta, che poco prima aveva cominciato a far miracoli.
Si trova che li 8 settembre dello stesso anno fu aperta la capella per venerare la suddetta immagine, che trovavasi prima appesa ad uno dei quattro vicini pilastroni del torazzo.
1649 6 ottobre. Concessione al Rettore di Santa Maria del Popolo per costruire “Mansiunculam” di dietro a detta capella.
Il giovedì 3 settembre 1772 a ore tre di notte fu levata la Madonna e trasportata nella chiesa di S. Michele del Mercato di Mezzo d‘ ordine dell’ Arcivescovo.
Profanata la chiesa fu messa ad uso di bottega da merciaio.
Li 10 dicembre 1773 dagli Assunti di Camera fu data facoltà al conte Donato Agucchi di alienare il suolo del suddetto oratorio.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Santa Maria del Popolo.
Chiesa sotto il voltone del Podestà.
Nel 1517 fu fatta edificare la chiesa dal Senato.
Poco lontano a questa vi era quella di Santa Maria delle Scale, demolita nel 1337.
Presso la compagnia dei merciari vi era la porta del palazzo del Podestà, dove stava la guardia degli sbirri, la quale nel 1483 fu aperta sulla Piazza della Fontana lunga piedi 370, e larga piedi 300.
La Fontana architettata da Tommaso Laureti, ha cento spinelli, che scaricano ogni ora 40 corbe d’ acqua, che sono corbe 900 al giorno, e 351360 in un auno per calcolo fatto dall’ingegnere del Senato Carlo Sega.
Nel 1605 vi fu fatta la ferriata.
Il condotto dello acque è alto piedi 5, largo piedi 2.
Il palazzo del Podestà già della Comune fu cominciato nel 1201.
Nel 1253 vi abitavano gli Anziani.
Vi era la capella per la conforteria, il corpo di guardia del Barigello, e le prigioni ed una sala lunga piedi 88, larga piedi 46, posta sotto l’altra del Re Enzio in volta con grossi pilastri in due ordini formanti tre navate, dov’è l’archivio notarile.
Nel 1313 abbruciò quest’archivio. Vi è un altro salone lungo piedi 170, largo piedi 44, dove si facevano commedie, e si giocava al pallone.
Il Torrazzo fu fatto innalzare nell’anno 1269.
La campana pesa libbre 13000 fatta nel 1453 colla quale nel 1485 ai 9 gennaio s’incominciò a ribattere le ore.
Vi abitava il Podestà, gli Auditori di Rota, il Giudico dell’Orso, ed altri colle loro famiglie.
Il primo orologio pubblico fu fatto nel 1294 nella via delle Accuse sulla torre dei Lambertini, detta poi del capitano, la quale si vedeva unita al palazzo del Podestà.
Se ne vedono i resti nell’ angolo verso l’arte dei merciari.
Nel suddetto palazzo Vecchio del Comune vi erano due chiese, e cioè S. Tecla parrocchiale, e S. Silvestro ambedue dei Lambertazzi, demolite nel 1222.
Quella di S. Appolinare che era nella corte dello stesso palazzo, fu distrutta nel 1250.
Fu fabbricata una chiesa sotto il titolo di S. Tecla, e Silvestro di Porta Nuova rimpetto alla Fontana, nel già palazzo della Biada, la quale fu anch’essa demolita per ampliare il nuovo palazzo del Comune.
Il primo Podestà di Bologna fu Guido Sassi, che fece la sua entrata il primo luglio 1153.
Nel 1196 tenevasi ragione nella Corte dei Bulgari, perchè gli Anziani abitavano in questo palazzo.
Li Auditori di Rota ebbero principio nel 1535, e davano udienza nella sala del Re Enzo lunga piedi 40, e larga piedi 74 con un nobilissimo ma non compito soffitto.
Morì Enzo il 13 maggio 1272.
In questo palazzo vi fu tenuto Conclave nel 1410, nel quale il sabato 19 maggio alle ore tredici fu eletto Papa Baldassarre Coscia con nome di Giovanni XXIII, il quale come Antipapa fu poi detronizato dal Concilio di Costanza, e fu eletto Martino.