Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Gnudi
Già proprietà degli Zambeccari, fu acquistato nel 1747 da Raffaello Gnudi e rimodernato a partire dal 1780, su disegno di Francesco Tadolini, che lo compì nel 1796. Al piano nobile si trovano una saletta con il Sacrificio di Ifigenia affrescata da Gaetano Gandolfi nel 1789 e una magnifica galleria “all’antica” con specchi e rilievi in stucco di Petronio Tadolini.
Indirizzo:
via Riva di Reno, 77
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Case, stalle, e rimesse già Gnudi composte di nove stabili, i principali dei quali sono occupati dal palazzo, e cioè quello che fu dei Zambeccari che aveva di fronte piedi 77, e quella dell’Opera dei Mendicanti che ne aveva 37, aderenti assieme e dalla parte della via del Corrigo, o sagrato di Santa Maria Maggiore.
Quivi erano le case dei Ranfredi alias Dini, famiglia ricchissima alla quale furono confiscati i beni per essere di partito Bentivolesco. Consta la loro possidenza in questo luogo da divisione seguita fra Gaspare, e Andrea fratelli, e figli di Giovanni del fu Michele Ranfredi il 1° settembre 1416.
Nel 1520 22 maggio le case dei Ranfredi erano di Pietro Gambari, e di Giacomo, e Cristoforo del fu Paolo Dati, e ciò risulta da licenza data dal Senato nel predetto giorno ai suddetti di fare un ponte di pietra avanti la casa del Gambari posta nella riva del canale di Reno sotto Santa Maria Maggiore nella via del Poggiale. Confina certa viazzola (che discende dalla via larga di Santa Maria Maggiore, che sembra allora si dicesse Poggiale) esistente fra la casa suddetta, e la casa del fu Bartolomeo Felicini (poi Fibbia), il detto canale, e Gabriele da Ferrara mediante il qual ponte si ottenne il transito fra l’una e l’altra riva; inoltre ebbero facoltà di aprire una chiavica per cui da detto canale poteva entrare in detta casa un oncia e mezza d’ acqua. Rogito Andrea Garisendi.
1521 29 settembre. Fu concesso dal Senato a mastro Gabriele da Ferrara muratore di fare un volto sul canale di Reno presso i fratelli Dati largo piedi 16.
1522 28 aprile. Bartolomeo di Pietro dal Gambaro espose al Senato di avere edificato un’ampia ed onorifica sua casa nella cappella di Santa Maria Maggiore, nella contrada del Poggiale presso gli eredi Felicini poi Fibbia, la qual casa promise venderla ai Mercanti Giacomo e Cristoforo del fu Paolo Dati, e che attualmente la possedono, e desidera di fabbricare sopra detta casa, che era in confine del canal di Reno, un ponte largo piedi 15, e sopra quello fabbricare il portico con colonne; lo che si concede purchè l’altezza del volto sia più alto di piedi 4 del pelo massimo dell’acqua, perchè possano passarvi gli abeti, che per di là si conducono.
Ciò posto la casa del Gambaro era la prima verso Santa Maria Maggiore.
1532 14 aprile. Compra Giacomo, e Cristoforo del fu Paolo Dati alias dalla Penna da Bartolomeo di Pietro dal Gambaro una casa sotto Santa Maria Maggiore. Confina la via pubblica, un vicolo vicinale, il canale di Reno, Gabriele Muratori, per L. 4300. Rogito Angelo Ruggeri, ed Ercole Borgognini.
I Dati erano Fiorentini.
1528 23 ottobre. Lodovico di Gozzadino Gozzadini compra da Cristoforo, ed altri dei Dati una casa nobile sotto Santa Maria Maggiore sopra il canale di Reno, ed una contigua per L. 10,000. Rogito Giacomo Carlini, Lodovico Ferrari, e Girolamo Cattalani.
1529 18 dicembre. Assoluzione di Cristoforo del fu Paolo Dati a Lodovico del fu Gozzadino Gozzadini di L. 10,600 per prezzo di due case vendute li 24 ottobre 1528. Rogito Girolamo Cattalani, Giacomo Carlini, e Francesco Alè. Una di queste confinava un vicolo che andava al canale di Reno (quella del Gambaro).
Questi stabili essendo passati a Bartolomeo di altro Bartolomeo Panciatici di Firenze questi li vendette ad Antonio Galeazzo Malvasia per scudi 2,200 d’oro d’Italia li 14 giugno 1543. Rogito Alberto Budrioli.
1588 28 aprile. Licenza a Cesare Malvasia, che per fare una scala con ringhiera dalla parte posteriore della sua casa nella via di Reno occupi piedi 5 in larghezza e piedi 26 in lunghezza di pubblico suolo.
1600 2 maggio. Ratifica fatta da Antonio Galeazzo del fu Marc’Antonio Fibbia della compra seguita li 11 marzo per parte di Roberto di lui fratello da Girolamo, e padre e figlio Zinzannini delle ragioni contro Cesare, Onofrio, ed altri dei Malvasia sopra una casa grande sotto Santa Maria Maggiore, e sopra altra casa contigua dagli Zenzanini venduta ai Malvasia, qual compra esso Roberto l’aveva fatta in nome come sopra per L. 4149. Rogito Egidio Vernizzi. Questo contratto è un patto di francare.
I Malvasia vendettero questa casa per pagare una garanzia.
1601 16 giugno. Compra Alvisio del fu colonnello Alessandro Zambeccari da Roberto, e Antonio del fu Marc’Antonio Fibbia una casa sotto Santa Maria Maggiore. Confina la strada del canale di Reno, il Poggiale di S. Giorgio ossia la via Larga da mezzodì, i Fibbia a mattina, Cesare Baglioni da sera. Furon compresi nella presente vendita i beni dei Zinzannini esclusa però la stalla, e rimessa poste in Pajetta, per L. 30,000. Rogito Vittorio Biondini.
I Zenzanini si dissero Zenzani, Zenzoni, dal Vescovo, e da S. Pietro. Abbiamo memoria di Alessandro Sandro Zenzani di Zambone Zenzani alias da San Pietro dottore di leggi, e lettore pubblico nel 1297. La famiglia è estinta.
1747 28 aprile, altro dice maggio. Il conte Francesco Maria del fu Giuseppe Luigi Zambeccari ultimo di questo ramo vendette questa casa nobile a Raffaele del fu Andrea Gnudi con rimessa posta sotto Santa Maria Maggiore in confine della via di Mezzo, del venditore, del marchese Fabbri successore Fibbia mediante passaggio comune, e la via di Reno.
Più altra casa con stalla rimpetto alla facciata della predetta casa grande la quale confina la via di mezzo, Dionigio Castelli, i Guidotti, e il conte Alberto Bianchini erede Paselli, e il N° 815 della parte opposta, il tutto per L. 20,000. Rogito Giovanni Rossini.
Il Gnudi levò la doppia scalinata fatta dai Malvasia dietro Reno, e gli sostituì una terrazza, rimodernò le antiche finestre, e ingrandì la casa con lo stabile già dei Baglioni, poi dell’opera dei Mendicanti di piedi 37 di fronte.
Antonio del suddetto Raffaele comprò una casa di due archi di portico dei monaci di S. Michele in Bosco, che pare quella del pittore Antonio Maria Roli che vi morì li 14 luglio 1696, siccome acquistò la vicina d’un arco solo estendendosi fino al N° 809. Quella di S. Michele la pagò L. 7,500.
In progresso di tempo intraprese la fabbrica di queste case li 9 maggio 1780 parte unendole al suo palazzo, e parte addattandole ad accessori, rifabbricò ed ornò l’interno, e fece la facciata dalla parte della via di Reno. Poi appartenne ai Trivelli di Reggio. (Vedi N° 817 della Riva di Reno).
Merita che sia fatta menzione che nella parte di questo palazzo che fu dei Zambeccari, Simone Contarini da Pesaro vi tenne la sua scuola, nella quale fra tanti suoi condiscepoli studiò pittura il celebre Lorenzo Pasinelli.