Origine di Bologna

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Via degli Usberti 8, 19 /N.696, N.695) – Casa Riari già Achillini

Dai Cartigli del Comune di Bologna
L’edificio fu edificato e abbellito dalla famiglia Reali o Riari fra il 1644 e il 1662, ampliando le case che erano state della famiglia Achillini, nota per il letterato e poeta Giovanni Filoteo. Nel cortile belle finestre e una fontana con sculture architettoniche del Settecento e fondale dipinto a fresco. Nella loggia interna soffitto cassettonato con affreschi cinquecenteschi e sedili scolpiti alle finestre.
Indirizzo:
via Parigi, 16


Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa degli Achillini, famiglia portata a Bologna dalla Toscana da certo Claudio, o Barberino, di Giovanni nel 1458. Si annoverano fra gli Achillini Alessandro di Claudio, dottor celeberrimo in filosofìa e medicina, morto li 2 agosto 1512; Giovanni Filoteo di Claudio professore di lettere umane, e Claudio di Clearco, dottor in leggi, ultimo di sua famiglia, morto nel suo palazzetto detto la Maranina il primo ottobre 1640 in età d’anni 66.
Questi lasciò erede monsignor Cesare Facchenetti, fatto poi cardinale, figlio del senator Lodovico, e legatò ad Andrea di Camillo Arnoaldi tre case contigue poste sotto S. Sebastiano. Rogito Domenico Albani delli 18 settembre 1640.
Li 2 maggio 1643 il legatario le vendette a Domenico e fratelli Reali, alias Riari. Il Galeati dice che furon comprate da Lorenzo di Paolo Riario, e fabbricate da Gio. Battista e fratelli, figli di detto Lorenzo, nel 1644, poi abbellite nel 1662.
Negli atti dell’ Ornato si trova che i Riari ottennero li 22 settembre 1643 di poter edificare tre colonne di pietra per continuare il portico delle loro case nella via degli Usberti, occupando suolo pubblico per la lunghezza di piedi 19, nell’angolo verso la chiesa di S. Colombano, purché le dette colonne fossero terminale nel termine di 10 mesi.
Lorenzo Maria di Gio. Battista Riari fu dilettante e raccoglitore di cose Patrie.
Il Galeati dice che l’ultimo Riario fu il conte Galeazzo, che vestiva da abbate, morto nel 1770, del quale furono eredi i Marani, nobili di Modena, e nipoti di sorella. In seguito vennero a Bologna due fratelli che si dissero figli del conte Giovanni Battista fratello del detto Galeazzo, morto anch’esso nel 1770. La suddetta casa fu poi comprata da Giovanni Ferrari conduttore della posta dei cavalli, ed ultimamente apparteneva ai suoi eredi.


Dalla Graticola di Bologna di Pietro Lamo (XVI secolo)
Vi è la casa degli Achilli, dov’è quello studio rarissimo d’anticaglie.

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