Origine di Bologna

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N. 1225

Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Qui fu già la chiesa parrocchiale di S. Silvestro della Chiavica, sottoposta all’altra, pure parrocchia, detta Santa Maria della Chiavica, con ingresso dalla piazzetta dei Bulgari, alias della Scimia. Il Masini dice che Santa Maria fu profanata nel 1571, e che la sua giurisdizione passò parte sotto Santa Maria dei Bulgari, e parte a S. Silvestro, che fu restaurato. Questa notizia però sarebbe infondata, stantechè Santa Maria dei Bulgari era già stata profanala nel 1547.
 
Nel 1256 si pubblicavano i bandi davanti Santa Maria della Chiavica. Per entrare nella chiesa di S. Silvestro conveniva discendere vari gradini a modo che questa potevasi considerare come il confessio dell’ altra di Santa Maria, quantunque senza comunicazione fra le due chiese. La suddelta chiesa di S. Silvestro, che datava da un’ epoca remotissima, fu soppressa nel 1792 per decreto del cardinal arcivescovo Andrea Giovanetti, ed il titolo e le rendite unite a S. Martino della Croce dei Santi. La sua giurisdizione parrocchiale fu assegnala a Santa Maria dei Foscarari, a riserva del N. 1228 della via Toschi, che fu aggregato a S. Damiano. La chiesa e la canonica furon comprate dal marchese Gaetano Conti Castelli per L. 7000. Nell’aprile del 1792 si trasferì in questa chiesa la compagnia della SS. Risurrezione, che abitava prima nella via Cento Trecento. (Vedi detta via N. 2872). Giuseppe Cantoni, ingegnere Mantovano, chiamato a Bologna dal Cardinal Legato Ignazio Boncompagni per compilare il catasto della provincia bolognese, comprò l’ una e I’altra dai marchesi Conti, e le addattò ad abitazione.
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