Dai Cartigli del Comune di Bologna
Progettata da Giuseppe Verardi per volere di Carlo Berti nel 1775, conserva una scala ed una loggia ‘all’antica’ con stucchi (1777) e affreschi di G. Gandolfi. Le statue di Giunone, Venere, Amore e Minerva sono di D. Palmerani; le candeliere sono eseguite su disegno di G. Terzi e realizzate da B. Furlani; i rilievi con le Stagioni sulla volta della scala sono di L. Acquisti. Nelle sale del piano nobile decorazioni neoclassiche.
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa dei De Bianchi, famiglia senatoria, che l’abitarono antichissimamente, anzi fu la prima loro abitazione, dicendosi che Filippo di Bianco Bianchi l’abitasse nel 1287.
Questo stabile nel 1309 era dei figli di Fra Bagarotto Bianchi, e fu rovinato por la caduta della torre dei Rodaldi.
1411, 15 aprile. Nicolò del fu Bianco Bianchi, erede di Pietro, Bianchi suo fratello, fece donazione al figlio naturale del fu Pietro Bianchi della metà di tutti i beni di detto Pietro, compresa una casa in Bologna sotto Santo Stefano, nella via dei Surici (Allemagna), e L. 140. Rogito Guglielmo dalla Stuppa e Nicolò dalla Foglia.
1414, 26 maggio. Divisione fra Nicolò del fu Bianco Bianchi e Antoniolo del fu Pietro di detto Bianco Bianchi, nella quale venne assegnato a detto Antoniolo una casa grande in Bologna sotto Santo Stefano, che già erano due, poi unite assieme, dove abitò detto Pietro. Confinava la via pubblica davanti, altra via a settentrione (Trabisonda), gli eredi di Zordino Bianchi, e quelli di Bartolomeo Lombardi. Rogito Andrea Bistino.
Li 19 aprile 1511 si concesse a Gio. Battista De Bianchi, che aveva casa in cappella Santo Stefano, e che confinava a settentrione colla via detta Zola per la quale si andava a Strada Maggiore, suolo nell’angolo di quella per fare un bel prospetto essendo deforme.
Il senatore conte Annibale di Alessandro Bianchi, morto li 19 novembre 1763 in età d’anni 61, abbandonò quest’antica dimora per passare nel casamento Seccadenari in Strada Stefano N. 107. Carlo Berti l’ acquistò dal senator Giuseppe De Bianchi nel 1772 per L. 9500, e la ridusse con molta spesa nello stato attuale nel 1774. Ora è del suo erede Carlo Berti Pichat, figlio di Anna del predetto Carlo illustre nostro concittadino.