Origine di Bologna

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Via Santo Stefano 23 (N.86)

Dai Cartigli del Comune di Bologna
Il corpo di fabbrica con facciata tra le vie Farini e Santo Stefano venne eretto nel 1863 su progetto dell’architetto Coriolano Monti, ed è prospiciente al luogo anticamente occupato dalla chiesa di Santa Tecla.
Indirizzo:
via Santo Stefano, 23


Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa con ornati di macigno.
1458, 13 maggio. Tommaso Tebaldi affittò una casa a Lodovico Caccialupi, in cappella Santo Stefano, presso la via di Santo Stefano, la via Miola e gli Aldrovandi. Rogito Domenico Muletti.
Sembra che nel 1474 questa casa appartenesse a Carlo Beccadelli, come risulta da un rogito di Andrea Manzolini delli 23 novembre 1517, il quale dice che detto Carlo Beccadelli vendette a Domenico Beccadelli una casa ruinosa posta di rimpetto a Santa Tecla, per L. 350. Si trova che i Zanchini fabbricarono una casa sotto Santa Teclta nell’angolo di Miola. Se è il N. 86 quello fabbricato dai detti Zanchini, allora sembrerebbe che passasse prima ai Magnani, poi ai successivi proprietari.
1591, 29 luglio. Baldassarre del fu Francesco Fava comprò da Domenico Maria, da Marco Tullio, da Francesco Cavazza, e da Lucio Dolfì, una casa grande con stalla, sotto S. Giovanni in Monte, per L. 10700. Confinava la via pubblica da due lati, Flaminio e Camillo Betti a ponente, e i successori di Bernardino Perini (o Pirini) a settentrione. Rogito Antonio Marzocchi. Nell’invenlario legale del detto Baldassare, fatto li 20 marzo 1612, vien detto che la casa grande sotto S. Gio. in Monte, dirimpetto alla chiesa di Santa Tecla, la lasciò in usufrutto a Paolo Cantoni.
Il conte Gio. Francesco del conte Pietro Ercole Fava, morto li 25 gennaio 1792, vendette questo stabile, che non aveva più l’adiacenza della stalla, a Pietro Grandi, per L. 7000.
Ultimamente era dei Malaguti.

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