Dai Cartigli del Comune di Bologna
Pittoresco gruppo di case anticamente appartenute ai Beccadelli, poi Bovi. Al n. 15 si trova un palazzo dell’inizio del XV secolo; adesso adiacente è un pregevole edificio rinascimentale, nel gusto di Biagio Rossetti. Al n. 17 palazzo tardogotico forse su progetto di Fieravante Fieravanti, con interventi settecenteschi; nel cortile vi sono lapidi romane che ricordano la gente bovia. Al pianterreno sale dipinte da V. M. Bigari e da G. Marchesi.
Indirizzo:
via Santo Stefano, 15-17
Dai Cartigli del Comune di Bologna
Al piano nobile di questo stabile parte della residenza la cui facciata guarda sul complesso di Santo Stefano, si conservano due stanze decorate a fresco con quadrature di D. Zanotti e S. Barozzi e figure di U. Gandolfi (1774-75).
Indirizzo:
via Farini, 28/2
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Palazzo senatorio Bovio, al quale sono unite le case dei Vezza e dei Piatesi superiormente notate. Secondo i confini citati nella casa Piatesi nel 1418, questo stabile apparteneva allora o ai Pepoli, o agli Aldrovandi, o agli Alienisi. Li 10 aprile 1548 Giulio Bovi comprò da Girolamo Bolognetti un palazzo, ossia casamento grande in piazza e parrocchia di Santo Stefano. Confinava le vie di Miola di dietro, i Sforni a settentrione, i Beccadelli a mattina. Il prezzo stipulato fu di L. 14000. Rogito Galeazzo Bovi.
L’ ultimo della famiglia Bovio di questo ramo fu il senator Antonio Giuseppe di Andrea, morto li 4 febbraio 1738. Col suo testamenlo lasciò erede usufruttuaria Donna Francesca Orsi di lui madre, che non accettò l’usufrutto, ma levò la legittima che ascese a L. 320000, ed erede proprietario il marchese Pier Paolo Silvestri de Fabii da Cingoli, suo cugino, figlio di Virginia d’ Antonio Bovio, moglie di Cinzio Fabii Silvestri, coll’obbligo di abitar Bologna, di chiamarsi dei Bovi e di assumerne l’arma. Sì suppone che i Bovi fossero oriundi di Castenaso. Nel 1561 erano ricchi mercanti. Si divisero in due rami, in quello della via Toschi, e in quello di Strada Santo Stefano. Ebbero il Senatorato nel 1621. Ambedue i rami sono estinti.