Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Palazzo senatorio Sampieri composto di varie case.
Il primo contratto che riguarda questo stabile è delli 16 gennaio 1442, nella qual epoca Antonio di Colombo Cigali da Bobbio, abitante in Modena, comprò da Giovanni e Luca di Nicolò Fontanelli da Reggio, da Nicolò di Gaspare Fontanelli loro nipote, e da Raimondo, Raffaele, e Pietro Giacomo di Guido Fontanelli, pure da Reggio, a nome di Antonio di Domenico Bonafede da Firenze, abitante in Bologna, una casa sotto Santa Maria Roversa o del Carrobbio, per L. 900. Confinava la via pubblica, la casa della Mercanzia, Pietro Bolognetti e i beni della compagnia dei Strazzarolì. Rogito Guido Guidoni da Modena.
1443, 15 febbraio. Antonio di Domenico Bonafede da Firenze, abitante in Bologna, comprò dai Sindaci della compagnia dei Strazzaroli la metà di una casa sotto il Carrobbio, con tre botteghe unite, per L. 100. Confinava l’altra metà di detta casa, la Gabella Grossa, il compratore e la via pubblica da due lati. Questa metà di casa i Strazzaroli l’avevano comprata da Alberto di Nicolò Argelata. Rogito Giorgio Paselli. Il detto Bonafede li 5 marzo 1449 ebbe in affitto dai Difensori deil’Avere, per anni 5 e per annue L. 16000, il dazio delle carteselle, ossia dei contratti di compra e vendita delle doti. Rogito Magnoncino Maglioni e Bonaiuto Bonaiuti.
1444, 2 ottobre. Antonio di Domenico Bonafede comprò da Giovanni d’ Andrea Angelelli, per L. 1050, una casa indivisa con detto compratore, posta sotto il Carrobbio. Confinava la via da .due lati, detto compratore, e la Gabella. Rogito Giorgio Paselli.
Pare che questa casa sia la stessa che li 18 luglio 1421 Giovanni di Garello, come Procuralore della Compagnia dei Drappieri, comprò da Margherita di Bartolomeo Graffagnini col consenso di Bernardino d’Alberto d’Argelo.
1456, 21 ottobre. Antonio di Domenico Bonafede, eletto li 14 novembre 1449 depositario della Camera di Bologna dai XVI Riformatori, comprò da Beni di Nascimbene Cartolaro, una casa sotto Santa Maria di Porta Ravegnana in Strada Santo Stefano, per ducati 200 d’ oro. Confinava il compratore, Bartolomea moglie di Domenico Gudonici, o Ugodonici, e la casa della Gabella Grossa. Rogito Pietro Bruni.
1467, 19 luglio. Antonio di Domenico Bonafede, morto povero e carico di debiti li 12 maggio 1473 lasciando un figlio di nome Benedetto, fece assegnamento a Lodovico di Battista Sampieri e ad Antonia, figlia di detto Bonafede, e moglie di detto Lodovico, sposata li 8 maggio 1457, di parte di diverse case, ridotte in una, poste sotto Santa Maria del Carrobbio. Confinavano la via pubblica da due lati, Bartolomeo Bolognetti, la Gabella Grossa e Andrea Orsi. Più una casa ad uso di stalla sotto Santo Stefano, in confine dei Lupari e dei Bianchi, la qual casa era stata venduta da Ghinolfo di Lodovico Bianchi ad Antonio di Domenico Bonafede. Si dice che fosse posta fra due strade, l’una detta via dei Bianchi, e l’altra via dei Siriesi o Seriosi (Sorici o Sorghi), e che confinasse col compratore, col venditore e con Antonio Bianchi. Rogito Matteo Curialti. Questi stabili furono assegnati in prezzo di L. 1000 per le doti della suddetta Antonia, e scudi 600 d’oro per quelle di Maria moglie di detto Bonafede.
Pare che nella suddetta descrizione di questi confini vi sia errore, poiché la via Bianchi era quella parte di Strada Stefano a cominciare dalla casa dei Bianchi fino alla Mercanzia, e la via Sorghi quella fra gli Isolani e la predetta casa. In questo caso la stalla Bonafede sarebbe stata nell’angolo delle due predette strade, ed ora sarebbe inchiusa nella casa dei Berti. Vi è luogo a sospettare che la strada dei Bianchi fosse scambiata con quella già Cento Vasure, ora Trabisonda.
1473, 15 febbraio. La Camera di Bologna concesse a Bartolomeo di ser Pietro Bolognetti di poter far uso di due botteghe con certa torre, poste presso la Gabella Grossa, presso la via pubblica e Antonio Bonafede, come pure di certe stanze presso della torre e sopra un corridoio della Gabella Grossa, che conduceva a un pozzo di detta Gabella, con la comodità e diritto di aver l’ acqua da questo pozzo, e con altre abitazioni poste sopra detti casamenti altre volte deputati ad uso dei Giudici dei mercanti, e dove detti mercanti si radunavano, e tutto ciò per anni 10, e per l’annuo censo di tre bolognini d’ argento. Questi edifizi dovevano essere riparati, conservati e mantenuti, e trascorsi i detti dieci anni, tornassero questi stabili alla Camera.
Questo stabile era già dei Ghisellardi nel 1447, e fu locato poi alla compagnia dei Banchieri per risiedervi tribunalmente il giudice. (Vedi Foro dei Mercanti).
1485, 20 luglio. Lodovico di Battista Sampieri comprò da Andrea di Lodovico Orsi e da Veronica di Tommaso Scrittori, alias Berò, sua moglie, una casa sotto il Carrobbio, presso il compratore, i Galli e le case della Gabella, per L. 300 di argento, Rogito Battista Buoi e Bartolomeo Panzacchia.
1491, 25 novembre. Lodovico di Battista di Floriano Sampieri comprò da Dorotea di Matteo di Bittino Galli, moglie di Pietro di Bartolomeo Ballatlni, e da Bartolomea di lei sorella, moglie di Domenico di Bartolomeo Ballatini, una casa con bottega ad uso di gargioleria, sotto il Carrobbio, per L. 400. Confinava il compratore, le case della Mercanzia e i Bianchini. Rogito Bartolomeo Zani.
1499, 26 febbraio. Il palazzo di Giacomo di Lodovico Sampieri sotto il Carrobbio confinava a oriente, mezzodì e aquilone con vie pubbliche, col palazzo della Mercanzia, con i Bianchini e colla Gabella Grossa.
1511, 16 aprile. Il cav. dott. Girolamo del fu Lodovico Sampieri, marito di Elena Poeti, col suo testamento, rogato da Battista Buoi nel giorno suddetto, ordinò che colla sua eredità fosse eretto il collegio Sampetrese in questo palazzo.
Li 12 novembre 1519 seguì una transazione tra i fratelli Francesco, Domenico, Maria e Giacomo, figli di Lodovico Sampieri, e Marcantonio Battista Sampieri loro nipote, che impugnarono la disposizione del fu dottor Girolamo, e i priori e dottori dei collegi civile e canonico, sopra l’eredità di Girolamo loro fratello, che aveva ordinato nel suo testamento che fosse eretto un collegio nella sua casa, lasciando eredi commissari detti dottori. Rogito Lattanzio Panzacchia, Ulisse Musoni, Giovanni Pini, Battista Buoi e Sebastiano Moneta.
Fra le convenzioni fuvvi quella di lasciare ai Sampieri questa casa abitata già dal testatore.
1576, 13 aprile. Francesco di Lodovico Sampieri comprò dai creditori dei morelli e delle gualchiere di Bologna una casa grande con due corti, stanze, magazzeni e loggie, dove anticamente si faceva la gabella, per L. 7500. Questa casa era posta sotto il Carrobbio e confinava col foro dei Mercanti. Rogito Bartolomeo Dondini.
1577, 9 settembre. Francesco di Lodovico Sampieri comprò da Pompeo di Ulisse Bianchini una casa sotto il Carrobbio nella via detta Rialto (Volta dei Sampieri). Confinava il compratore, la via pubblica della Gabella Vecchia, ed un’ altra strada. Più un botteghino sotto detta casa, e due altre botteghe contigue poste sotto la suddetta parrocchia, e che confinavano la Gabella Vecchia, detto compratore e l’ altra bottega annessa che era nell’ angolo di detta strada, il tutto per L. 4136, 9, 1. Rogito Alessandro Chiocca.
Li 9 ottobre 1621 Doralice di Girolamo Posterli comprò da Filippo, Enrico, Giacomo e senator Gio. Battista di Francesco Sampieri una casetta sotto il Carrobbio, in via Battebecco, per L. 1200 e con patto di francare. Confinava la casa grande. Rogito Tommaso Pozzi.
Si noti che si è citato questo contratto per annunziare che la via Volta dei Sampieri era prima chiamata Battebecco.
Dentro questo palazzo trovasi una casa che li 28 aprile 1246 fu permutala dai Monaci di S. Michele in Bosco con Albizo Provenzale e con Tommaso del fu Giacomo Zagnibone, come da rogito di Rolandino Rodolfino (Passeggeri), nel quale è detto trovarsi sotto Santa Maria di Porta Ravegnana fra le strade di Santo Stefano e di Castiglione.
Passata la via Volta dei Sampieri in Strada Castiglione andando verso Porta vi sono gli avanzi di un’antica torre quadrilunga dov’è la seconda finestra di questo palazzo.
1294. Nella via di Betlem vi erano case degli Artenisi e dei Beccadelli, dove poi fu la vecchia Dogana.
1336. Nicolò di Gera Pepoli vendette una casa con due torri dicontro ai Bolognetti del Carrobbio per farvi la Dogana.
1379, 6 ottobre. Gli eredi di Nicolò Pepoli vendettero la casa al Pubblico per mettervi la Gabella della Mandaria del Comune.
1380. Fu comprata una casa di Nicolò Fava per fare il Carrobbio per la Mercanzia, e per tenervi ragione e giustizia.
1575, 10 giugno. Furono trasportate le merci della Gabella vecchia alla nuova.