Origine di Bologna

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Via Santo Stefano 68 (N.65)

Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa che pretendesi esser stata dei Prati, famiglia estinta. Fu poi del ramo Ghiselli, terminato nel canonico di S. Petronio Antonio Francesco di Lorenzo Ghiselli, morto nel 1730, autore della voluminosa cronaca di Bologna, da lui venduta al senatore Ranuzzi, e da questi poi depositata nella biblioteca dell’ Istituto.
Li 9 febbraio 1729 il detto canonico vendette questa casa per L. 5000 al dottor Gio. Maria Santini. Rogito Gio. Petronio Giacobbi.
Morto il Santini nel 1730, i suoi eredi la vendettero alla cantante Anna Peruzzi, che la rimodernò e vi fabbricò il terzo piano. Passò poi alle sorelle Marnò, e cioè Veronica moglie in seconde nozze del conte Michele Barboni di Venezia, ed Angela in Giuseppe Cella di Roma. Quest’ ultima ebbe una figlia ed erede, maritata in Carlantonio Tondelli ultimo siniscalco degli Anziani, la quale, circa il 1775, cedette questa casa per L. 13100, e per L. 2000 di mobili, alla cantante Rosa Agostini moglie di Antonio Devizzi milanese suonatore di violino, i quali la vitaliziarono al conte Antonio di Carlo Marsili Duglioli, che alla sua morte la lasciò alla di lui moglie Pistorini, vedova in prime nozze di Pier Luigi Persiani cancelliere del Reggimento.
Gli eredi Pistorini vendettero la detta casa a Maria Bollo altra cantante, che non avendola che in poca parte pagata, fu dai Pistorini rivenduta nel 1723 ai fratelli Giuseppe e Giovanni fìgli di Giacomo Fornasari.
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