Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
È voce, infondata però, che queste case fossero della famiglia Corvolini che dicesi abbia dato questo nome al vicino Borghetto, che dicevasi dei Corvolini anche nel 1388. Quello che è certo si è che al cominciare del secolo XVI erano quivi due case del consorzio di Porta Stiera, che confinavano coi Padri di S.Salvatore e coi Menarini. Aderenti alle due case vi erano due tornature di terra ortiva, comprate li 20 marzo 1522 da suor Barbara Orsi, ove incominciò la fondazione di un monastero col titolo della presentazione di Maria Vergine e di Santa Caterina Vergine e martire, sotto la regola di S. Benedetto. Questo locale fu presto abbandonato, e ceduto in permuta li 24 luglio 1526 all’abate di Santa Maria di Monte Armato, per la chiesa ed annessi di Santa Maria del Torleone in Strada Maggiore. L’abate di Monte Armato cedette queste case e terreno alla famiglia Gatti per l’annuo canone di L.40, la quale con altri acquisti ne dilatò i confini.
La colta Bologna non trascurò fin dal cominciare del secolo XVI gli studi botanici, trovandosi che fin d’ allora era coltivato un orto di piante medicinali nel monastero di S.Salvatore, e poco dopo un secondo nella casa dei Gozzadini, poi Pozzi, in Strada Maggiore N.237.
Nel 1568 il Senato ne fece coltivare uno più ampio nel giardino detto degli Anziani nel palazzo pubblico, commettendone l’impresa a due celebri botanici, Cesare Oddoni e Ulisse Aldrovandi.
Essendosi divisato di fabbricare nel detto giardino la bella cisterna che ammiriamo anche oggigiorno, si pensò di fare un nuovo orto di piante esotiche. Il Pubblico rivolse Ie sue mire alle case ed orto di Cipriano Gatti, alla porta di Strada Stefano, e li 17 agosto 1587 ne fu fatta la compra dagli Assunti della Gabella Grossa per L. 11750, rogito Carlo Garelli, libera dal canone delle L. 40 annuali dovute all’abbate di Monte Armato, a favor del quale il Gatti acquistò una casa in via Valdonica capace a sostenere il detto peso. Ulisse Aldrovandi, professore di Botanica e dimostratore delle piante mediche ed esotiche, coadiuvato dal suo allievo e successore nella cattedra Cornelio Werwer, o Uterverio, di Delft, costruì questo nuovo giardino, al quale servì poi sempre di supplemento l’altro del pubblico palazzo ripristinato nel 1600. Parte della casa fu assegnata al prof. Aldrovandi, morto li 10 maggio 1605, ed altra porzione fu data al custode Filippo Duglioli.
Nell’anno 1700 furon fabbricate le stufe a capo dell’orto con architettura di Francesco Tadolini.
Traslocato il giardino nell’orto agrario e botanico presso Sant’Ignazio nel Borgo della Paglia, fu venduta questa casa a Gio. Battista Loreti, che poco dopo la rivendette all’architetto Giuseppe Nadi. (Vedi Palazzo Pubblico).