Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Pio V istitui nel 1568 la pia opera dei Catecumeni per instruire gl’infedeli desiderosi di abbracciare la cattolica religione, e dicesi ad istigazione del Cardinal Gabrielle Paleotti, e la dotò dell’annua rendita di scudi 700. Era governata da 12 gentiluomini, e altrettante gentildonne. I catecumeni adulti restavano nel locale a tal fine destinato per 50 giorni prima, e per 30 dopo il loro battesimo. I ragazzi maschi vi erano trattenuti e provvisti di cibo e vestiario fino all’ età di anni 13, le femmine finché eleggevano uno stato. La loro custodia era affidata ad un guardiano e ad una guardiana.
Sotto questo numero ebbe la sua prima istituzione il Catecumeno, dove si ha memoria che li 5 marzo 1513 Ercole Bovio comprò da Giacomo e fratelli Landi una casa sotto S. Giuliano, in confine del compratore, per L. 300. Rogito Battista Buoi.
Il detto Ercole li 12 agosto 1510 aveva locato a Sante muratore l’altra casa di sua proprietà posta sotto S. Giuliano in Strada Stefano, che aveva orto e prato di tornature 2, per annue L. 35, la quale confinava col locatore, con Gio. Battista di Giulio calzolaro, con Matteo dei Lorenzi, e colle suore di Santa Cristina. Rogito Girolamo Zani.
Il Cardinal Paleotti istituì il Catecumeno nel 1569.
Li 31 gennaio 1569 Ulisse Bovio vendette agli Assunti dei Catecumeni quattro casette in Strada Santo Stefano sotto S.Giuliano, per L. 7000, in confine di Giacomo Bruiello mantovano di sopra, dei Gabrini pellizzari di sotto, e di una pezza ortiva. Rogito Galeazzo Bovio.
Li 17 marzo 1734 la pia opera dei Catecumeni ottenne di atterrare la fronte della loro casa in Strada Santo Stefano in occasione della fabbrica della nuova facciata. Per supremo decreto le rendite di quest’ istituto furono applicate nel 1745 al Collegio Seminario, col peso del mantenimento dei catecumeni tutte le volte che se ne presentassero, al qual effetto fu destinala la casa nella via dai Malcontenti N. 1799.
Il locale di Strada Santo Stefano fu acquistato dalle Terziarie Scalze li 20 ottobre 1742 per L. 18000. Rogito Tommaso Lodi e Giovanni Boschi.
Da un rogito di Paolo Francesco Fabbri delli 4 settembre 1737 sappiamo che nella via di Mezzo di S. Martino, sotto la parrocchia di Santa Cecilia, vivevano unite certe suore del terz’ordine di S. Martino. Li 22 febbraio 1740 si divisero. Alcune lasciarono l’abito, ed altre lo cambiarono. Li 14 gennaio 1742 alcune donne abitavano in una casa sotto il portico di S. Martino, e certe altre in Strada Maggiore sotto la parrocchia della Masone, dove vivevano segretamente senz’abito, frequentando la chiesa di S. Bartolomeo di Porta Ravegnana, e sembra che queste operassero una specie di riforma dandosi alla stretta regola di Santa Teresa. Il senator Spada dice che presero il nome di Scalze del 1741. I Carmelitani di S.Martino rinunziarono ai Carmelitani scalzi la cura di queste terziarie li 22 settembre 1742.
Li 14 gennaio 1743 entrarono in questo convento, ove nello stesso giorno presero l’abito di scalze.
Li 12 luglio 1744 aprirono una piccola cappella dedicata ai SS. Giuseppe e Teresa, e li 8 marzo 1709 morì suor Maddalena d’Angelo Braldi bolognese, considerata la fondatrice di questo convento e nuovo istituto.
La mattina del martedi 23 aprile 1782 le terziarie scalzine in numero di 12 e una professa entro quattro carrozze passarono al nuovo loro convento in Cento Trecento nel già collegio degli Ungari. Il convento abbandonato lo comprò Gio. Pietro Zanoni, i cui figli ed eredi lo possedevano anche ultimamente.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
SS. Giuseppe e Teresa.
Chiesa in Strada Santo Stefano di Terziarie Carmelitane scalze, che si unirono in comunità il 14 gennaio 1742 entrando in questo convento, dove fu la casa dei Cattecumeni, comprata per L. 18000.
Il 16 luglio 1744 fu aperta la loro chiesa, e il 3 agosto 1749 fu terminato il cimitero nella chiesa interna. In seguito, come fu detto, traslocaronsi nella via di Cento Trecento, dov’era il collegio degli Ungari, e questo locale fu venduto a Gio. Pietro Zanoni farmacista da S. Biagio.
Le dette terziarie, per decreto 8 luglio 1805, eseguito soltanto l’8 settembre di detto anno, furono trasportate nel convento delle monache scalze in Strada Santo Stefano, in diverse carrozze. Il locale di Cento Trecento fu ridotto a caserma per i coscritti bolognesi, e per il commissario dei reggimenti del Regno.