Dai Cartigli del Comune di Bologna
Chiesa della SS. Trinità
Appartenente alle monache gesuate dal 1648. L’edificio, costruito nelle forme attuali a partire dal 1662 su disegno di F. Martini, fu compiuto nel 1720, ed ampliato nella prima metà del XIX secolo con la costruzione del portico. Nell’interno dipinti di L. Fontana (1590-94), O. Samacchini, G. B. Gennari (1607); G. Gandolfi (canonica); nel presbiterio e nella cupola affreschi di A. Guardassoni; sua anche la Deposizione del 1855 nella controfacciata. Nella sala dell’Auditorium ‘Benedetto XIV’ si conserva la grandiosa pala di F. Torelli (1723).
Indirizzo:
via Santo Stefano, 87
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa e convento di monache Gesuate, dette della SS. Trinità prima chiamate le povere suore di Laudato Cristo. È un errore che questo monastero sia stato fondato nel 1443 da frate Alessio da Siena Gesuato, mediante suor Lucia da Pistoia, e che la dedicazione del l’antica, loro chiesa seguisse li 26 dicembre 1480 per opera del Vescovo Francesco Gonzaga, eppure queste sono le memorie che le Gesuate conservavano nel loro archivio. Li 28 marzo 1401 il famoso dott. Antonio Bartolino di Biasio da Budrio, cittadino bolognese, diede ad Angelica del fu Urelli di Lucca, e a Stefana del fu Coppo Coppi Gottarelli di Firenze, ambedue Gesuate, dimoranti sotto la detta parrocchia di Santa Lucia, tre case in Borgo Aruffato, in prezzo di L. 200. . Che non vivessero in clausura e che ricevessero i sacramenti dal curato di Santa Lucia, può essere. Vissero senza regola finché il Cardinal Paleotti loro diede quella di Sani’ Agostino, con alcuni ordini che lo suore credevano fossero osservanze Gesuate. Dicevano l’uffizio della festa del B. Giovanni Colombini, e facevano l’ ottava, ma questa pratica l’ottennero molto dopo dalla Congregazione dei Sacri Riti. Vestivano l’abito in parte Gesuato, e cioè di color leonato, ma senza il bianco.
Fu nelle suddette case dove ebbe origine il convento della SS. Trinità, e dove ebbero la loro prima chiesa, e precisamente situata nella via oggi chiamata San Pietro Martire.
Prima del 1796 si vedeva ancora una specie di cappella, che dicevasi indicasse il sito della chiesa abbandonala, presso la quale vi si vedeva la torre delle campane, ora demolita. Nel 1545 fabbricarono le muraglie attorno all’orto, e spesero L. 2670. Volendo le monache ampliare il loro convento e fare una nuova chiesa in luogo più frequentalo, si determinarono di acquistare diversi stabili in Strada Santo Stefano, in confine del loro convento, e furono i seguenyi:
1634, 26 aprile. Le suore della Trinità comprarono da Marcantonio Scavazzoni tre case ereditarie d’Isicralea dalla Torre, per L. 22500. Rogito Lorenzo Righi. Di queste tre case una era grande con orto, ed era posta in Strada Stefano, in confine dei Guidalotti a levante, e dall’infrascritta casa a ponente. La seconda era fra Strada Santo Stefano e Pozzo Rosso (via S. Pietro Martire) ed aveva un orto grande con abitazione per l’ortolano dalla parte di Pozzo Rosso. La terza confinava colla suddetta casa grande, coll’orto grande, e con Leonardo Volta.
1647, 7 dicembre. Pirro Chiossi vendette alle suore della Trinità una casa in Strada Stefano per L. 10000. Rogito Scipione Caracci.
1648, 29 Aprile. Le suore comprarono da Giulio Guidalotti Franchini una casa con orto in Strada Santo Stefano, sul cantone della via dei Buttieri, per L. 22000. Rogito Beuvenuto Perracini e Scipione Cavazza.
Alcuni vogliono che qui siano state le case dei Bottieri, che diedero il nome al prossimo vicolo.
Li 20 agosto 1662 fu posta la prima pietra della chiesa, che fu benedetta soltanto li 25 ottobre 1709.
Li 24 maggio 1709 si stipulò il contratto della casa che fu già di Leonardo Volta, poi di Vincenzo Tanara, il qual Tanara li 8 giugno 1708 fu obbligato di venderla al prezzo da fissarsi da due periti, che fu di L. 4450. Rogito Marcantonio Tinti. Confinava la chiesa, e le compratrici da tutti i lati.
Li 9 settembre 1710 si cominciò la fabbrica della porteria, finita li 4 ottobre 1712, con spesa di L. 12500.
Nel 1798 queste monache furono traslocate nel convento di S. Pietro Martire, indi soppresse li 30 gennaio 1799.
La chiesa esterna ed interna, la sagristia e qualche porzione di convento dalla parte di Strada Santo Stefano furono assegnate ai parrocchiani della chiesa di San Biagio all’occasione che questa parrocchia fu traslocala nella Trinità. L’ abitazione per il parroco fu acquistata dai parrocchiani, ed il restante del convento fu venduto al conte Donato Agucchi, a Francesco Felicori, a D. Antonio Cinti, a D. Francesco Laudi, ed ai fratelli Fornasari.
Cade qui in acconcio il dire che i Bianchetti ebbero casa grande in Strada Santo Stefano, e pare in questa situazione all’incirca, ciò comprovandosi dalle seguenti notizie:
1517, 13 agosto. Achille e Galeazzo del fu Giacomo Bianchetti e di Donato del fu Gio. Battista Banzi, comprarono da Bartolomeo del fu Battista Ghiselli due case enfiteutiche di Santo Stefano sotto S. Biagio, poste in Strada Santo Stefano, per L. 675. Rogito Battista Buoi. Confinavano i Bianchetti, e cioè la casa da loro abitata, Donato Ranzi fornaio, e i beni delle suore povere ( suore della Trinila mediante fossate.
1520, 25 ottobre. I Dazieri concessero a Galeazzo e fratelli Bianchetti del fu Giacomo l’esenzione dei dazi sui materiali per il proseguimento delle loro case in Strada Santo Stefano. Rogito Girolamo Lini. Il canone che pagavano le suddette case fu francato dai Bianchetti li 14 novembre 1521. Rogito Lorenzo Mansumatico.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
SS. Trinità.
Chiesa di monache Gesuate, che assieme al convento, fu fondata nel 1443.
Queste suore abitavano dapprima in Borgo Orfeo quasi rimpetto a S. Pietro Martire, ove è restato il campanile presso l’antica prima chiesa consacrata il 25 novembre 1480.
Il 29 aprile 1648, rogito Scipione Cavazza, comprarono per L. 22000 un casamento con orto in Strada S. Stefano, vendutogli da Giulio Guidalotti Franchini, e restava a capo della via dei Boatieri.
Il 20 agosto 1662 fu posta la prima pietra della chiesa architettata da Francesco Martini.
Il 30 gennaio 1797 fu intimato a dette suore di passare in S.Pietro Martire.
Traslocata in questa chiesa la parrocchia di S. Biagio, gli fu unita quella di San Giuliano, e di Santa Cristina, poi quella ancora della Cerìola, concentrandovi i libri parrocchiali.
I morti si andavano a seppellire alla Misericordia per mancanza d’arche nella Trinità.