Dai Cartigli del Comune di Bologna
L’edificio, in origine di Astorre Bargellini, fu acquistato nel 1743 da Francesco Antonio Varrini che lo rinnovò radicalmente. Lo scalone si deve a Giuseppe Antonio Ambrosi; le sculture, con l’Immacolata della nicchia, sono opera di Angelo Gabriello Piò (1743 c.) e l’affresco nella volta soprastante è di G. Marchesi detto il Sansone. Al piano nobile si conservano nel salone belle tempere settecentesche di Carlo Lodi e sale con decorazioni coeve. Il palazzo è stato restaurato completamente in epoca recente dalla famiglia Guidi.
Indirizzo:
via Santo Stefano, 57
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Le cronache ci dicono che qui vi sia stato un convento di monache dette di S. Eusebio, che si estendeva pure sulle vicine case dei Ghiselli, ed anche, secondo alcune, fino alla via dei Coltelli. Non è però credibile che a quei tempi vi fossero conventi di tanta estensione. Dicesi che queste monache fossero soccorse dal Governo nel 1209, e che esistessero ancora nel 1289, ignorandosi quando siano state soppresse. Questa casa nel 1603 apparteneva agli Alè, alias Borghesani Martini, non sapendosi da chi l’acquistassero. Dicesi che questa famiglia derivasse da un certo Borghesani orefice, che per la celebrità della sua bottega all’insegna dell’E Acquistasse il sopranome All’E addottato poi in cognome. Paolo Emilio di Nicolo, stato orefice e gioielliere di Gregorio XIII, fatto poi canonico di S. Petronio, istituì la dignità d’arciprete in quella Collegiata li 12 luglio 1607, ed egli fu il primo ad esserne investito. Il dott. Nicolò di Filippo fece vitalizio coi gesuiti, e morì nel loro collegio di Santa Lucia li 14 dicembre 1680. Pervenuta ai gesuiti questa casa la vendettero, per estinguere un debito incontrato per la fabbrica della nuova chiesa di Santa Lucia, al lenente colonnello Paolo Bartolomeo Favelli, per L. 12500. Rogito Francesco Maria dal Sole, delli 6 febbraio 1682.
Si descrive per casa grande sotto S. Biagio in Strada Santo Stefano, con stalla e rimessa nella via dei Coltellini. Confinava a levante e mezzodì coi Ghiselli, a ponente coi Muratori, e a settentrione colla strada.
Il compratore la legatò al Senato dopo la morte di Lattanzio di lui fratello, uno dei cassieri del Reggimento, che aveva lasciato erede Domenico del cav. Grazio Piombini di Cento.
Li 21 marzo 1727 gli Assunti di Camera furono facoltizzati di venderla, siccome fecero, per L. 15250, a Domenico Piombini, per rimborsarsi di L. 15000 dovute dal Torelli per smanco di cassa. Ma insorto il conte Bargellini, creditore dello stato Torelli di L. 15000, ottenne di avere questo stabile in prezzo di L. 23500, che gli fu venduto dal cav. Orazio Piombini esecutore testamentario di Lattanzio Corelli, Difalcando dal prezzo il suo avere, come da rogito di Gregorio Ferri delli 28 marzo 1730.
Li 25 marzo 1745 Ottavio di Francesco Antonio Varrini, governatore della tesoreria del vino, la comprò dal senatore Astorre Bargellini per L. 18000. Rogito Gioseffo Gardini, il quale la rifabbricò in parte spendendovi L. 31000, e vi fece la facciata a due piani, come vedesi oggi, essendovi prima il solo portico. I creditori di Francesco del detto Ottavio Varrini la vendettero al marchese Carradori, poi appartenne in seguilo a vari altri, finalmente negli ultimi tempi era del cav. avvocato Berni degli Antoni.
Il sabato 10 gennaio 1782 si sentì in questa casa una forte detonazione, in seguito della quale si osservò che sorgeva dalle acque di un pozzo intorno una colonna di fumo, e al tempo stesso un non piccolo movimento nelle acque medesime. Altre due detonazioni egualmente forti furono intese in appresso, per cui fu chiamalo il fisico Orioli. Il fumo e il movimenlo non era però continuo, ma a riprese, e l’acqua non soffriva alcuna alterazione nel colore e nel sapore. A tutto il due febbraio di detto anno non era ancora stato spiegalo questo fenomeno.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Sant’Eusebio Vescovo.
Chiesa con monache soccorse nel 1289 dal Senato. La loro chiesa era posta dove ultimamente trovavasi la casa degli Alè, cioè alquante case di qua dalla via Coltellini in Strada Santo Slefano, e quasi rimpetto al palazzo che fu proprieta dei Zani.