Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Case dei Bianchetti. In una lapide della controloggia si legge: Aedes has Blanchettus III de Blanchettis A. D. MLXXIII emit. Coesar instaurami A. D. MDCCIII.
Il testamento di Giacomo di Ugolino, detto Ghilino, di Tommaso d’ Orso Bianchetti, fatto li 29 settembre 1390 a rogito di Duzzolo del fu Guidoncino de Piantavigne, ci apprende che aveva casa con torrazzo in capella e Strada S. Donato, detta anche via da Cà dei Bianchetti, presso la via pubblica, Nicolò del fu Andrea de Ursi, Ghilino e Francesco fratelli Bianchetti, Gio. Filippo del Ferro, e gli eredi di Francolino di Orlandino de Franculo mediante chiavica, o androna.
1428, 6 ottobre. Compra Giovanni del fu Leonardo Anania, da Riniero del fu Francesco Bianchetti, una casa e casetta in parrochia e Strada S. Donato, per L. 1300. Rogito Giacomo Pighini da Massumatico. Confina Damiana moglie del fu Ghilino Bianchetti, e i beni dei Padri di S. Giacomo.
1440, 7 luglio. Il suddetto compra da Andrea del fu Romeo Foscarari una casa in detta strada e parrocchia. Confina i Bianchetti, e la suddetta Damiana vedova di Ghilino Bianchetti.
1454, 8 marzo. Codicillo di Giovanni Anania, nel quale ordina che le di lui case in parrochia S. Donato siano vendute a Giovanni del fu Tommaso Bianchetti. Rogito Frigerino di Comacio da S. Venanzio.
1457. 7 febbraio. Compra Giovanni del fu Tommaso Bianchetti, dall’Opera della chiesa di Santa Maria dei Servi, una casa grande con due case contigue, sotto San Donato per L. 1740 d’ argento, le quali case spettano ai detti operai come eredi del l’ Arcidiacono Giovanni del fu Leonardo Anania. Confinano i beni dei Padri di San Giacomo, la via di Strada S. Donato, Francesco Anania, la cloaca di dietro, e i Bianchetti. Rogito Lorenzo Sanvenanzi.
Francesco e Alemanno Bianchetti fabbricarono questo palazzo nel 1497, che poi fu rimodernato nel 1703 dal senator Cesare di Giulio, al quale apparteneva tutta la parte con portico del N. 2490, mentre la parte allo scoperto del N. 2489 spettava al conte Giulio Seghizzo di Lorenzo. Probabilmente dov’ è il primo arco del portico in confine del N. 2488 vi era lo sbocco del vicolo del quale se ne vedono le vestigia in Strada S. Vitale dov’ è il portone delle stalle Malvezzi in confine degli Orsi.
1522, 5 luglio. Compra Lorenzo del fu Tommaso di Giovanni Bianchetti, da Giovanni Battista del fu Petronio Banzi, una casa sotto S. Donato per L. 1330. Rogito Battista Buoi. Confina il compratore a settentrione, Tommaso Mangano strazzarolo a mezzodì, e l’androna di dietro.
I Bianchetti si dissero Gambalunga per testamento del fu Giulio Gambalunga nobile di Rimini fatto li 5 gennaio 1609, rogito Silvestro Boninsegni, col quale lasciò erede un figlio di Armelina sua figlia, moglie del senatore Cesare Bianchetti, coll’obbligo di assumere il suo cognome, e di abitare la sua casa.
Il senatore Cesare del conte Giulio Bianchetti, morto li 30 gennaio 1733, lasciò erede Lorenzo del conte Giulio Seghizzo suo cugino, e finita la linea di detto Lorenzo chiamò eredi i Bianchetti d’Avignone, che pare discendino da Giacomo di Nicola che fioriva circa il 1356. Lorenzo unico rampollo dei Bianchetti, erede del cugino, mori prima del padre, cioè li 14 maggio 1743 in età d’anni 19, e il conte Giulio Seghizzo di Lorenzo morì li 31 agosto 1761, estinguendosi così in lui i Bianchetti di Bologna. Gli Ercolani ereditarono tutto il fidecomesso Bianchetti in causa di Porzia sorelia di detto Giulio Seghizzo, moglie del principe Filippo Francesco del conte Alfonso Ercolani, e per testamento del predetto conte Giulio Seghizzo delli 23 luglio 1760 a rogito Tommaso Lodi; e del libero del suddetto senatore Cesare di Giulio Btanchetti ne fu erede il conte Cesare Bianchetti d’ Avignone, che trasportò la sua famiglia in Bologna nel 1763.
Marcantonio Ercolani aggiunse il terzo piano a questi stabili nel 1763, e chiuse una porta in confine dei Ringhiera dov’ era il principio di un vicolo che terminava in Strada S. Vitale in faccia a Caldarese.