Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Credesi che il N° 276 sia stato dei Federici oriondi Toscani, lanaroli di professione, e abitanti in Bologna nel 1387. E forse questa opinione deriva da un arma composta di tre bastoncelli lavorati, ed incrociati a modo che formavano una stella di sei punte ciascuna delle quali aveva un giglio la qual arma era sull’angolo di Cartoleria Nuova con Strada Maggiore.
In S. Martino vi è lo stemma Federici inquartato con quello dei Montecalvi, siccome in una casa nella via Pescherie poco lontano dal grand’ arco della Piazza, ma in questi due luoghi evvi una stella a otto punte a capo delle quali vi sono altrettanti gigli.
L’ arma Federici portata dal Blasone bolognese è una stella a sei punte cogli indicati gigli. La differenza di questi stemmi da quello che trovavasi infisso in questa casa potrebbe far sospettare che i Federici non avessero che fare colla medesima a meno che non si credesse che i tre bastoncelli incrociati si fossero comutati in una stella.
Dopo questa digressione si dice che il 13 maggio 1445 il detto N° 276 era di Bartolomeo della Croce.
Il N° 275 apparteneva al rettore della cappellania all’ altare dei tre Re Magi in S. Petronio D. Antonio Bolognini del qual altare erano padroni Girolamo, e Francesco del fu Andrea di Bartolomeo Bolognini al qual rettore fu permesso dal Vicario del Vescovo di permutare una casa di detto rettorato detta il Palazzo posta in Strada Maggiore sotto S. Tommaso in confina di Strada Maggiore, e di Bartolomeo dalla Croce di dietro, e da un altro lato con Enoc Alberto del fu Pietro Enoc Zancari, essendochè detta casa era ruinosa, e il rettore non aveva mezzi di risarcirla; rogito Filippo Formaglini.
1455 22 maggio Testamento del fu Bartolomeo del fu Giovanni dalla Croce forse discendente di Sabadino Anziano nel 1322 col quale instituisce erede Domenico infante suo figlio e questi morendo in età pupillare nomina erede l’ospitale della Morte della Casa Nuova, bottega, orto della medesima, e delle case, e stalle nella Pusterla rogito Pietro Bruni. Il detto Domenico di Bartolomeo era morto senza successione li 26 febbraio 1458, ed aveva capitale di Mercanzia in ferro, e una bottega da spezieria all’ insegna della Croce che al medesimo uso continuava anche li 18 aprile 1600, e che sembra quella ora ad uso di caffè.
1462. 5 settembre. L’ospitale della Morte erede di Bartolomeo del fu Giovanni dalla Croce affitta a Cristoforo del fu Antonio Fabbri una casa nuova con bottega ad uso di spezieria, orto, e altre due case nella Pusterla ad uso di stalla, il tutto sotto S. Tommaso di Strada Maggiore. Confina detta strada (cioè la casa avuta in permuta dal Zancari Nicolò, e fratelli del fu Gherardo Cartolari), per annue L. 40. Rogito Frigorino Sanvenanzi.
Nel 1601 era affittata ai Tanari, nel 1646 ai Grati, e li 3 aprile 1671 a Ippolito d’Ottaviano Gioseffo Fantuzzi per L. 400. Nel 1683 (nel testo originale era 1783, corretto con il solito ? dal Breventani) dall’ospitale della Morte fu fatta la facciata, e il portico della casa piccola, poi i predetti due stabili furono acquistati dall’ avv. Luigi Ugolini uditore Arcivescovile il quale fece molte dispendiose riparazioni interne, e nel 1828 (nel testo originale era 1728, corretto con il solito ? dal Breventani) fece la facciata della casa grande.