Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Credesi di poter applicare a questo stabile le notizie seguenti:
1330 20 agosto. Assoluzione del depositario per il quartiere di Porta Ravegnana a Leonardo del fu Fano Loiani di L. 5 per estimo d’una casa sotto San Michele de’Leprosetti. Rogito Busino Gozzadini.
1357 21 settembre. Locazione fatta da Gerino del fu Leonardo Loiani a Floriano detto Clerichino del fu Patresio oste, di una casa con corte, ed un’altra posta di dietro a detta corte in cappella S. Michele de’ Leprosetti. Confina la via di Strada Maggiore, altra via che va al Broilo degli Asinelli, Chiara Mezzovillani, gli eredi di Pietro Bonpetri, e Poeta del fu frà Alberghetto Poeti. Per annue L. 30. Rogito Andrea detto Benno del fu Giovanni.
1358 16 ottobre. Compra Maria del fu Cabrio da Savogna diocesi di Parma moglie di Bortolino del fu Simone Roma da Niccolò, fratelli, e figli di Leonardo Loiani, e da Margherita Bianchetti loro madre una casa grande, ed altre due contigue in cappella S. Michele de’Leprosetti in Strada Maggiore. Confina la via pubblica dal lato di sopra, Chiara Mezzovillani, gli eredi di Pietro Bonpetri, certa altra casa dei venditori (che era quella in confina alla via che andava al Broilo degli Asinelli) e Poeta Poeti per L. 385. Rogito Vandino di Palmirola Gioanetti.
Casa che nel 1506 3 giugno era di Turdino di Domenico de’ Conti cambiatore, che testò nel predetto giorno ricordando questa casa in Strada Maggiore sotto S. Bartolomeo in confina di Strada Maggiore di Caldarese, e di Castel Tialto, e di dietro Alessandro Orsi, e Domenico Marescalchi rogito Gio. Battista Bovi. Lasciò Turdino tre figlie: Laura in Alessandro Savenanzi, Camilla in Virgilio Morandi, e Doratea in Gio. Bonasoni. La Morandi, e la Bonasoni ebbero successione, e nella divisione toccò questa casa a Camilla Morandi morta li 26 marzo 1536. Alessandro Morandi la vendette li 30 giugno 1543 ad Annibale Macchiavelli rogito Matteo Zagnoni, e Alberto Budrioli. Passò a Battista Medici da Scandiano che esercitò il mestier di fornaro in questa sua casa, poi si diede alla gargiolaria, e mori nel 1603. L’ultimo fu il capitano Gio. Battista di Domenico morto li 25 aprile 1722 lasciando Vittoria sua figlia naturale che si maritò li 19 luglio 1725 ad Odoardo d’Angelo Bianconcini portandogli la proprietà di questo stabile.
Fu comprata da Gio. Battista Duenzi dello stato di Milano, ed oste di professione, che lasciò erede la compagnia degli Osti detta di Sant’ Antonio ed eretta nella chiesa della Vita. Nel 1746 Benedetto XIV applicò questa eredità al capitolo di S. Petronio.