Dai Cartigli del Comune di Bologna
Chiesa di Santa Caterina di Strada Maggiore
In antico era un monastero delle monache Vallombrosane fondato da Barbara Orsi nel 1522, soppresso nel 1798. Il portico, aggiunto da P. Fiorini nel 1612, fu restaurato nel 1832 da E. Gasparini; nella facciata statue del XIX secolo di A. Franceschi, G. Putti, L. Roncagli; il campanile si deve a F. Antolini (1842). Nell’interno dipinti di G. F. Gessi, J. A. Calvi, A. Dardani, U. Gandolfi. Il presbiterio ottocentesco è opera di A. Guardassoni e G. B. Baldi.
Indirizzo:
strada Maggiore, 74-76
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini
Chiesa e Convento di monache Vallombrosane dette di Santa Catterina di Strada Maggiore. Nell’angolo della via del Torleone, entrandovi per Strada Maggiore subito a sinistra, vi era la Chiesa parocchiale di Santa Maria del Torleone. L’unione di questa chiesa all’Abbadia Vallombrosana di Monte Armato posta sull’Appennino nella Diocesi di Bologna sulle ripe del torrente Idice di cui si ha memoria autentica fino dal 22 maggio 1211, si da dà alcuni già seguita li 18 luglio 1254. L’abbate di Monte Armato nominava il curato di questa Chiesa, diritto che si trova da lui esercitato fino al 1526.
Li 23 settembre 1292 Frà Lombardo dell’Ordine di Vallombrosa concede a Bartolomeo la Chiesa parrocchiale di Santa Maria del Torleone unita all’Abbadia di Monte Armato, e una casa indivisa con l’abbate di Moscheto, qual casa si chiama Malcantone, ed è posta in Bologna confinata da due lati dalla via posta presso l’acqua del Torleone comprata già per detto Bartolomeo dall’abbate di Monte Armato per L. 112. Rogito Giacomo da Bologna.
1403, 28 agosto. I monaci di Santa Maria di Monte Armato portatisi in Bologna per causa di guerra, elessero a loro abbate nella Chiesa di S. Tommaso della Braina, Antonio di Nicolò Bianchi, rogito Filippo Cristiani. L’ultimo degli abbati Vallombrosani fu Frà Simone del fu Giovanni da Firenze eletto nel 1458, dopo il qual anno fu soppressa l’Abbadia ed eretta in Commenda a cui fu nominato abbate commendatario, da Papa Calisto III li 12 novembre 1460, D. Alessandro Ingrati.
Nel 1519 Santa Maria del Torleone servì di ricovero ai frati del Monastero di S. Bernardino dei Minori Regolari Osservanti.
Li 20 marzo 1522 dal suffraganeo di Bologna si permise a Barbara di Giovanni Orsi di stabilire in Bologna un Monastero di Vallombrosane sotto il titolo della Presentazione di Maria Vergine, e di Santa Catterina Vergine e Martire vicino alla Porta di Strada Stefano rincontro al fianco della Chiesa parocchiale di S. Giuliano, dove aveva cominciata la fabbrica del Convento del quale nel febbraio 1524 il vescovo la nominò badessa perpetua. Trovato il luogo incomodo e ristretto, fu autorizzata a traslocare altrove la sua instituzione, ed ottenne nel febbraio 1526 da Clemente VII la separazione di Santa Maria del Torleone dalla Commenda, e di far permuta dei locali col Vescovo Grassi commendatore di Monte Armato e Vescovo di Castello, quindi li 24 luglio susseguente Agamennone Grassi, procuratore e padre del predetto Vescovo consegnò alle monache la Chiesa di Santa Maria del Torrilione, il campanile con campane e ferramenti, i mobili preziosi per uso di detta Chiesa, la casa conventuale, l’orto, le spettanze in confine di Strada Maggiore del Torrilione e di Borchetta, e più quattro suoli e case aderenti ai detti locali. Concesse anche in enfiteusi a Gaspare Fontanella, a Francesco Verona, a Lorenzo Pellegrini, e ad Antonio Agocchia di versi casamenti.
Li 3 novembre 1604 le suore di Santa Catterina presentarono al Senato la dimanda di occupar suolo per la loro nuova Chiesa, e li 28 giugno 1612 gli fu concesso di farvi il portico davanti.
Li 22 luglio 1605 si cominciò la nuova Chiesa di Santa Catterina, facendo servire quella di Santa Maria da sagristia, che aveva la porta grande sotto un portico verso ponente dov’è ora il sagrato. La fabbrica si continuava anche nel 1608.
Nel 1623 le suore fecero fare il muro in Borchetta, e nel Torleone, dal muratore Giov. Franco Fabbri, a cui li 29 aprile 1624 gli furon pagate L. 500 a saldo di questo lavoro.
Li 26 giugno 1798 fu intimata la soppressione a queste monache, e nel 1805 fu soppressa la parocchia ripristinata poi con altri confini nel 1824.
Li 12 gennaio 1799 fu decretata la traslocazione delle putte dei Mendicanti di S. Gregorio fuori di Porta S. Vitale in questo Convento, che poi cedettero ai Mendicanti passando esse in Santa Marta di dove tornarono in Santa Catterina. La Chiesa esterna è stata aggrandita colla interna costruendovi la capella maggiore, e nel 1825 a spese del curato Don Quattrina e dei Parrocchiani.
Dalla pianta topografica disegnata da Gregorio Monari (1743)
L’indicazione nel 1743 è Chiesa delle Monache di S.Caterina.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Santa Catterina di Strada Maggiore.
Parrocchia con monache Vallombrosane. Questa chiesa era detta Santa Maria d’Opleta del Torlione, della quale se ne ha memoria del 1144, ed era goduta dai monaci di Vallombrosa di monte Armato.
Nel 1524 fu fondato il monastero delle suddette monache in Strada Santo Stefano rìmpetto al campanile di S. Giuliano, e il 24 luglio 1526, a rogito Girolamo Cattani, fu loro ceduto il locale di Strada Maggiore in cambio di quello di Strada Santo Stefano, contratto di permuta fatto fra l’abbate di Monte Armato, che era Baldassarre Grassi, con suor Barbara Orsi fondatrice di detto convento.
Il 22 luglio 1605 fu cominciata la nuova chiesa, e la vecchia serve ora di sagrestia.
Questo fu il primo convento al quale fosse intimata la soppressione il 26 giugno 1796.
La parrocchia fu unita a San Tommaso di Strada Maggiore il 24 luglio 1805.
Il 24 luglio 1798 fu chiesto questo locale per le putte mendicanti di S. Gregorio, e il 12 gennaio 1799 la Centrale decretò il mandato di traslocamento.