Dai Cartigli del Comune di Bologna
Ex Chiesa di Santa Lucia
Fatta erigere dai Gesuiti, a partire dal 1623, su disegno di Girolamo Rainaldi. Il maestoso interno, a navata unica, riprende lo schema della chiesa del Gesù di Roma, con ricca decorazione in stucco. La facciata è rimasta incompiuta così come la parte absidale e la cupola. L’attuale abside è di Vincenzo Vannini (1840). All’interno si conserva una Madonna col bambino dello scultore Giuseppe Mazza. La chiesa, restaurata nel 1988, è ora adibita ad Aula Magna dell’Università.
Indirizzo:
via Castiglione, 36
Ex Collegio di Santa Lucia
Grandioso edificio appartenuto ai gesuiti, fu iniziato nel 1644-48 da Francesco Martini e ampliato a partire dal 1672. Dopo la soppressione dell’ordine nel 1773 il collegio passò ai Barnabiti. La biblioteca, donata da Monsignor Francesco Zambeccari, fu costruita su disegno di Giuseppe Antonio Ambrosi nel 1742-52 e decorata con quadrature di P. Scandellari, stucchi di A. Calegari e affreschi di G. Marchesi e N. Bertuzzi.
Indirizzo:
via Castiglione, 40
Dalla “Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj” di Gianandrea Taruffi, Bologna, 1738.
Tempio dedicato a Santa Lucia , alli Gloriosi Santi Protettori Francesco Xaverio, Ignazio, Luigi, ed altri della stessa Religione, che dell’ Anno 432. fu fondata la detta Chiesa da. S. Petronio , e dell’Anno 1623, , fu fondata la presente.
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa e Collegio dei Padri Barnabiti, che fu già dei Padri della Compagnia di Gesù.
Nell’ angolo di Cartoleria Vecchia con Strada Castiglione vi era la casa che dicesi fosse comprata da Giovanni e fratelli Gozzadini, e forse dai Scarduini nel 1514. Passò a D. Giulio di Camillo Gozzadini dottor di leggi, poi venduta dalla sua erede e sorella Ginevra, moglie di Alessandro del fu Camillo Bolognetti, li 20 luglio 1562 a Leone del fu Giacomo Leonori, e a Giacomo Maria Bargellini, per L. 13500. Rogito Francesco Pensabene. Si dice essere casa grande con due cortili, stalla, più due casette poste in Strada Castiglione sotto Santa Lucia. Confina a mezzodì Cartoleria Vecchia, a sera Strada Castiglione, mediante il condotto di Savena, a mattina gli eredi di Pietro Fragnido, a tramontana la canonica ed altri beni della chiesa di Santa Lucia. Il cortile della cisterna ancora esistente apparteneva a questa casa, che servì per lungo tempo di abitazione ai Gesuiti, poi ridotta a pian terreno ad uso di infermeria e spezieria. Nel piano superiore rimasto ad uso di alcune camere, distrutta la piccola ed antica libreria privata, vi si costrusse la libreria nuova poi aperta al pubblico.
1565, 30 luglio. Tommaso e fratelli del fu Taddeo Ghelli, successori Scarduini, vendettero a Leone Leonori, a Giacomo Maria Bargellini, a Matteo Zani ed a Gio. Battista Pasi la parte anteriore di una casa con mezza corte. Confina detta contrada davanti, Cartoleria Vecchia, la canonica di Santa Lucia, e gli eredi di Pietro da Parma di dietro, il Fragnido, per scudi 1000 d’ oro. Rogito Vincenzo Rudini e Cristoforo Pensabeni.
1566, 29 novembre. Questa casa è comprata dai Gesuiti per L. 13500. Rogito Annibale Rustichelli. In questo prezzo vi sono compresi li scudi 1000 d’ oro di un censo di ragione degli Scarduini, poi dei Ghelli, come dal predetto rogito 30 luglio 1565.
1568. Fu affittata al nuovo collegio, detto Seminario, i cui alunni vi entrarono li 27 giugno 1568. L’ otto maggio susseguente essendo passato il Seminario nella casa pure in Strada Castigtione, già di Antonio da Budrio, fu data in affitto dai gesuiti a Pompeo Loiani che l’ abitò fino all’ otto maggio 1570. I proprietari la ritennero per loro uso, poi dopo vari anni la ridussero al pianterreno, siccome superiormente detto, collocandovi la libreria del collegio. Questo stabile sulla Strada Castiglione occupava sei archi del portico attuale, ed essendosi destinata parte di questa casa a pubblica libreria, si prescelse quella sull’ angolo delle due strade che la confinavano.
Nel 1742, essendo Rettore dei Gesuiti ll P. Paolo Battaglini, si cominciò la fabbrica della scala e dell’ ambiente per la libreria, con disegno dell’ architetto Giuseppe Ambrosi, eseguito dal capo maestro muratore Antonio Maneloni. Si dice che l’apertura fosse fatta li 12 maggio 1752, altri dicono li 13 marzo 1753. Conteneva essa i libri donati da Monsignor Francesco Zambeccari, e quelli del dott. Gio. Girolamo Sbaraglia, regalati dal di lui erede Marcantonio Collina alias Sbaraglia. Il Zambeccari dotò la libreria di un capitale di L. 10000, ed il Collina di L. 5000, come da rogito di Girolamo d’Agostino Pedretti delli 23 giugno 1744 coll’obbligo ai Gesuiti di renderla pubblica.
Li 18 marzo 1798 fu dichiarala Biblioteca Comunale, indi traslocata ed unita a quella dell’ Istituto, poi restituita all’ antico suo locale, meno i manoscritti, alcuni libri rari, ed il ricco museo di Medaglie che accrebbero la collezione della libreria e del gabinetto dell’istituto. Fu poi custodita da un religioso bernabita ed aperta a comodo degli studenti in alcuni giorni della settimana.
Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle “Cose Notabili …” e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.
1570, 17 febbraio. Rogito Annibale Rusticelli. Assoluzione del Conte Cornelio Pepoli per lire 1500 per la metà di una casa grande posta in Strada Castiglione ai Pepoli. = Una metà di casa grande antica con orto di fronte P 45. confina l’altra metà che è pure di P. 45 i Mondini a settentrione o di sotto, e Girolamo Beroaldi di dietro e ai PP di S. Michele in Bosco per parte di residue …
Casa di S. Leonardo. Confina li Tortorelli, e li Boselli.
1610 30 giugno. Casa di Girolamo del fu Alessio Caprara da lui comprata li 9 agosto 1582. Rogito Giovanni Battista Brunetti. Lire 3425.
Le dette case a dritta entrando per Strada Castiglione erano le seguenti.
Dopo il fianco della chiesa antica di S. Lucia viene la canonica del parroco che fu concessa ai Gesuiti per Bolla delli 18 luglio 1562.
1548, 25 aprile. Leonora del fu Andrea Rossi, detta Grapedina, vende a Gio. Battista del fu Gio. Gigli, una casa sotto Santa Lucia in Campo di Santa Lucia, al termine di detta contrada davanti. Confina Ercole Bruschi a mattina, Domenico Casalechi da Forlì verso sera, e Girolamo tessitore da rasi, per L. 650. Rogito Giacomo Conti.
Casa Bertelli in Campo di Santa Lucia, demolita per la fabbrica della sacristia. Pagata L. 650. Stefano del fu Pellegrino in confine dei Ratta, delle Suore di S. Omobono – sagristia.
II Collegio di S. Xaverio doveva dirsi nel 1773 del Beato Alessandro Sauli, e quello di S. Luigi di S. Carlo Borromeo.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Santa Lucia.
Chiesa già parrocchiale posta in Strada Castiglione, eretta da S. Petronio nel 432, e si crede fosse nella fine della porteria del collegio dalla parte della strada detta Campo di Santa Lucia.
Si presume rovinata nel 903 dagli Ungheri. Il 9 febbraio 1208 i frati di S. Gio. in Monte diedero un pezzo di terreno ad uso vigna per rifabbricare la chiesa.
Nel 1295 i detti frati presero ad ufficiarla, e nel 1305 la risarcirono e la governarono fino al 18 aprile 1418.
Nel 1546 cominciarono i Gesuiti ad ufficiarla abitando però in una casa contigua a San Bernardo nel Borgo dell’Oro.
L’8 maggio 1548 andarono ad abitare tre casette nel campo di Santa Lucia, comprate una da Leonora Grassendini, l’altra da D. Girolamo, ed Elisabetta Ca- salini, e la terza da Sebastiano Piccolini.
I Gesuiti n’ebbero l’intero possesso il 18 luglio 1562.
Il 20 luglio di detto anno comprarono per L. 13500 la casa grande contigua da Ginevra Gozzadini Bolognetti.
La porzione di parrocchia fuori della mura fu il 28 gennaio 1567 unita alla Misericordia fuori di Strada Castiglione.
La chiesa fu ampliata nel 1575, e il 3 maggio del 1576 fu consacrata.
La porzione di parrocchia entro la città fu distribuita il 28 luglio 1624 a S. Gio. in Monte, a S. Biagio, e SS. Cosma e Damiano.
Il 28 gennaio 1622 i Gesuiti comprarono da Cesare Locatelli per L. 22000 una casa dove il 2 aprile 1623 fu posta la prima pietra della presente chiesa terminata nel 1659.
Il canale di Savena fu nel 1661 coperto dalla chiesa di Santa Lucia fino alle case dei Pepoli.
La porteria fu finita nei 1660, e nel 1662 ornata la camera di S. Francesco Saverio, e ridotta a capella nel 1664 (Orig. 1564). Nel settembre, e ottobre del 1817 fu fatto un nuovo andito che dalla porterìa conduceva alla chiesa ed alla sagristia.
Il collegio di S. Saverio fu istituito dai Gesuiti nel 1598. Dapprima mancò di stabile, e seguitò vagante fino al 4 ottobre 1634, epoca nella quale fu fissato nella casa che faceva angolo col Campo di Santa Lucia, lasciata ai Gesuiti da Giovanni Morelli.
Nel 1645 fu acquistata per L. 26000 la casa del conte Carlo Zani in Cartoleria Vecchia.
I nobili pagavano una dozzena di L. 37 mensili.
Il collegio di S. Luigi, posto in Cartoleria Vecchia, era per i cittadini, e fu istituito nel 1645 sotto il nome di San Carlo, poi di S. Luigi.
Fu fabbricato, come oggi si vede, nel 1726.
La dozzena era di L. 27, 10 mensili.
A questo fu unito il collegio di San Saverio, come si è detto, che prosperò per qualche tempo sotto il rettorato del Padre Bersani bolognese, il quale prima di morire lo vide decadere, e poi dopo perdere quasi tutto il prestigio che si era acquistato.
Nel collegio de’ Gesuiti in Santa Lucia vi erano diverse congregazioni, e cioè:
Del Salvatore, di soli nobili.
Dell’ Annunciata, di scuolari delle classi superiori.
Della Visitazione, di scuolari delle classi inferiori.
Dell’Assunzione, di scuolari filosofi, medici, legisti, ecc.
Della Presentazione.
Della Concezione, di artisti.
Di Gesù e Maria.
Della Penitenza.
Il 19 novembre 1797 fu ordinato che il collegio de’ nobili fosse unito a quello di S. Luigi.
Il 2 dicembre dello stesso anno seguì l’ unione, preferendosi il locale di S. Luigi essendo migliore. Fu ordinato che nella primavera i convittori dovessero vestire l’abito nazionale.
Quasi tutti gli ex nobili passarono alle loro case.
Il collegio di S. Saverio fu ridotto a caserma, e quest’uso lo rese inabitabile.
Nella primavera del 1809 fu risarcito e diviso in appartamenti per inquilini. A comodo di questi fu aperta una porta nella Castellata.
La bella capella, l’oratorio ed il teatro, che fu aperto qualche volta al pubblico, sono stati ridotti a granaio. I mobili del teatro furono venduti a D. Cesare Taruffl per il teatro da lui fabbricato in sua casa da S. Giorgio.
Il 10 marzo 1808 fu decretato che restasse aperta la chiesa di Santa Lucia.
L’8 agosto 1807 porzione del collegio dalla parte del portone delle carra in Cartoleria Vecchia, fu ridotta a caserma francese, poi polacca.
La libreria, lasciata da monsignor Zambeccari fu dichiarata dipartimentale.
Il 18 marzo e il 21 luglio 1798 fu ordinato che fosse aperta per pubblico servizio.
I Penitenzieri furono quivi incorporati dopo il decreto 8 giugno 1805, il qual decreto confermò che questa chiesa dovesse rimanere aperta.