Dai Cartigli del Comune di Bologna
L’edificio fu ammodernato verso il 1760 per conto di Ferdinando Montignani, mercante di droghe. La scala, ad unica rampa, culmina con una statua di Diana di Filippo Scandellari. Nel cortile sono visibili resti delle precedenti costruzioni cinquecentesche.
Indirizzo:
via Castiglione, 33
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa di Paolo di Facciolo dalla Lana nel 1450, e dicesi che del 1568 fosse dei Grassi, e certamente li 14 dicembre 1594 era di Agostino del fu Lattanzio Grassi in Strada Castiglione. Confina Gio. Maria Castellani, Baldassarre Accursi, e l’Avesa.
1680, 1 luglio. Rogito Lucantonio Tiraferri. La casa Grassi in Strada Castiglione fu assegnata in dote ad Innocenza di Carlagostino Grassi moglie del dott. Sforza Maria Lemi figlio di Francesco. La detta Grassi ultima di sua famiglia morì li 9 gennaio 1743. I creditori di Carlo Lemi suo figlio la vendettero nel 1750, per L. 15000, a Gio. Battista Membrini milanese, che la rifabbricò nel 1753, avendo ottenuto suolo pubblico per la medesima il primo dicembre 1752. Li 28 luglio 1752 acquistò dai Padri Domenicani un pezzo di terreno ortivo, prativo, con piazzale, in confine dell’ Avesa che corre scoperta e separa i detti beni dal muro che chiude l’ orto dei Domenicani, e più la ripa aderente a detto muro, e ciò per L. 4500. Rogito Tommaso Lodi.
Il Membrini coperse l’Avesa, accorciò il borghetto di Santa Lucia, atterrò alcune case, e con il suolo acquistato dilatò il suo giardino, o prato. Dal Membrini, nel 1759 passò a Ferdinando Montignani mercante di droghe che fece la facciata nel 1760, ed aggiunse un arco di portico dalla parte del torresotto. Morto Giovanni del detto Ferdinando li 17 febbraio 1799, il suo erede e nipote ex sorore il dottor Cesare di Antonio Machiavelli la vendette al senatore Carlo del marchese Costanzo Zambeccari li 13 agosto 1803 a rogito del dott. Paolo Cella. Morto il predetto senatore, li 26 luglio 1807 i di lui eredi la vendettero a Giovanni Frizzati intendente del conte Odoardo Pepoli, e dell’eredità del conte Alessandro di Cornelio Pepoli, il quale fece coprire un’ altra porzione dell’ Avesa, in confine del conte Carlo Ranuzzi, e della chiesa del Crocefisso del Cestello.