Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa grande e nobile, una parte della quale è di qua, e l’altra di là dal Toresotto di Strada Castiglione, il quale ultimamente apparteneva al proprietario di questa casa.
Il torresotto fu ceduto dal Comune ai Padri di S. Domenico per compenso.
Nel 1440 era affittato a Bartolomeo di Zardolo per annue L. 1, e li 4 luglio 1447 il detto conduttore lo comprò dai Domenicani per L. 25. Rogito del Bruno.
Fra la tintoreria ed il toresotto vi era la casa che del 1590 era di Antonio e Cesare Caiti. Li 2 dicembre 1623 la vendettero a Laura Poeti, erede Banti, per L. 15000. Rogito Vittorio Biondini. Dopo la casa dei Caiti veniva quella dei Dolfoli.
1450, 15 maggio. Vendita di Antonio Dolfoli, di Guido e Bartolomeo Gandoni a Nicolò Seni di una casa sotto Santa Lucia in Strada Castiglione, per L. 350. Rogito Carlo Pietro Bruni e Cesare Panzacchia.
1456, 3 luglio. l’arte della lana concede a Nicolò Sani di fabbricare la sua casa sopra la via che da Strada Castiglione va alle Chiuvare (Cioè il vicolo del Ritiro delle Dame). Rogito Pietro Bruni.
1456, 3 luglio. l’arte della lana concede a Nicolò Sani di fabbricare la sua casa sopra la via che da Strada Castiglione va alle Chiuvare (Cioè il vicolo del Ritiro delle Dame). Rogito Pietro Bruni.
1456, 5 luglio. Compra Luca di Gio. Dolfoli da Baldo di Giovanni falegname una casa sotto Santa Lucia in Strada Castiglione, per L. 400. Confina il compratore e i beni dell’arte della lana da due lati. Rogito Giacomo Zanetti e Andrea Leoni.
1467, 11 dicembre. Licenza dei difensori dell’Avere a Luca del fu Gio. Dolfoli di fabbricare due pillastri ed un portico avanti la sua casa in Strada Castiglione sotto Santa Lucia dal Toresotto, presso Giacomo de’ Venetij tintore, presso la via che conduce alle Chiuvare, cioè da settentrione verso il toresotto fin dove arriva la fronte delle case, facendo portico in volto. Rogito Boatero Boateri. È certo che questa casa del 1510 era di Domenico Balzani. Si dice che fu degli Oddofredi, e che li 10 settembre 1551 fu divisa fra i Balzani e i Casarenghi. Ai primi toccò il pian terreno, ed il resto ai secondi.
1610, 13 febbraio. Diomede Casarenghi del fu Sebastiano comprò da Elena del fu Girolamo Luna vedova di Vincenzo Balzani, e da Romeo Bombasari la parte davanti della medesima detta del torresotto, rogito Lodovico Gambalunga.
1617, 20 gennaio. Alberto del fu Diemede Casarenghi comprò il resto alla subasta. Rogito Antonio Castellani. Un’ appartamento di questa casa del voltone di Santa Lucia, che fu già tutta dei Balzani, l’ereditarono i gesuiti che la vendettero ai commissari di Clemenza Ercolani fondatrice del ritiro delle Dame.
1617, 20 gennaio. Alberto del fu Diemede Casarenghi comprò il resto alla subasta. Rogito Antonio Castellani. Un’ appartamento di questa casa del voltone di Santa Lucia, che fu già tutta dei Balzani, l’ereditarono i gesuiti che la vendettero ai commissari di Clemenza Ercolani fondatrice del ritiro delle Dame.
1639, 25 gennaio. Alberto del fu Diomede Casarenghi aveva casa sotto S. Damiano in Strada Castiglione, in confine di Floriano Nanni, e della via. Idem un appartamento sotto detta parrocchia, presso il torresotto, in confine degli eredi di Antonio, di Maria Banti e di Bernardino Balzani. Rogito Giulio Cesare Cavazza. Il torresotto era dei Casarenghi.
1627, 30 marzo. Compra il dott. Gio. Antonio Roffeni da Laura del fu Luigi Banti moglie di Teodosio Poeti, per L. 15000, due case sotto S. Damiano in Strada Castiglione. Rogito Vittorino Biondini. Una di esse è qualificata per casa nobile già sotto Santa Lucia, ora sotto S. Damiano in Strada Castiglione. Confina detta strada a mattina, i beni di Gio. Battista Feline tintore a mezzodì, l’ infrascritta casa a sera, coll’arte della lana gentile, Lorenzo Torri e i Balzani a settentrione, l’ altra casa nella via del Cestello, che confina detta s!rada a mezzodì, i beni Feline a mattina, la suddetta casa grande a settentrione, ed a sera.
1650, 3 agosto. Compra alla subasta di Girolamo Bavosi dei beni del fu Gio. An tonio Roffeni, e cioè di una casa grande in Strada Castiglione che confina coi Balzani, coi Casarenghi e coi Torri ; più l’ edifizio delle Chiuvare che confina a settentrione con Feline, ed a mezzodì colla via del Cestello. Rogito Paolo Monari e Domenico Baldini.
Questi stabili, che al finire del secolo XVII erano dei Bavosi dalla via del Cestello al torresotto, e dal toresotto al vicolo del Ritiro delle Dame erano dei Balzani, appartenevano nel 1715 agli eredi Leoni per una fronte di piedi 135, 10.
Clemenza del conte Girolamo Ercolani, discendente da Girolamo seniore di Vincenzo, primo senatore della famiglia Ercolani, e vedova di Carloandrea Leoni, morì li 31 ottobre 1698, con testamento delli 20 agosto precedente lasciando erede l’istituto da lei ideato sotto il titolo della Santa Umiltà e sotto l’invocazione di Santa Cattarina da Siena e di Santa Elisabetta regina d’ Ungheria, e cioè un ritiro a comodo di vedove e fanciulle nobili bolognesi.
Il locale fu aperto circa dopo 23 anni dalla morte della fondatrice. e cioè il primo gennaio 1721. Per la cattiva amministrazione tenuta dei beni e delle rendite di questo stabilimento, si trovò talmente gravato di debiti, che Benedetto XIV con suo chirografo delli 31 luglio 1747 ordinò di sospendere l’ ammissione di vedove e di ragazze nel ritiro, di lasciare il godimento dell’ abitazione alle quattro che vi si trovavano, e di passarvi scudi 40 annui per cadauna. Dopo vari anni si riaperse accogliendo qualche vedova proporzionatamente alle forze delle rendite dell’istituto. Li 9 settembre 1780 Pio VI applicò i beni del collegio dell’ Umiltà di Bologna alle religiose Orsoline di Roma, gravandole di dover nel loro convento accettare 15 dame vedove, 8 putte bolognesi, e pagare 740 scudi annui alla Palmieri Bocchi, e alla Bargellini Fantuzzi vita loro natural durante.
1787, 9 novembre. Il Senato prevalendosi del diritto di nominare cinque zitelle nel caso non fosse completo il numero delle quindici vedove, nominò Teresa del senator Ulisse del fu Alessandro Gozzadini, per essere educata gratis come zitella nobile bolognese nelle Orsoline di Roma. Il Gozzadini era ambasciatore del Senato di Bologna presso S. S. Papa Pio VI.
I beni stabili del ritiro delle Dame, tanto urbani che rurali, furon messi all’ asta pubblica, e deliberati all’avv. Antonio Aldini, ma per certe illegalità intravenute, fu deciso di ripetere l’asta stessa, nella quale il maggior offerente fu Vincenzo Galli appaltatore dei tabacchi di Bologna, il quale ne pagò l’importare in tanti crediti del Monte Benedettino. Li 3 agosto 1797 furono avvocati alla Nazione, e trovati dell’ ammontare di L. 108784, 9, 10, la qual somma fu applicata allo spedale della Morte.
I numeri 716 al 720 inclusivi della via del Cestello, i numeri 358 e 359 di Strada Castiglione, ed il numero 966 nel vicolo morto del Ritiro delle Dame, appartennero al suddetto Vincenzo Galli come successore delle Orsoline di Roma.
II N. 359 di Strada Castiglione segna l’ingresso alla chiesa di Santa Cattarina da Siena e di Elisabetta regina d’ Ungheria, alias di Santa Maria dell’ Umiltà.
1361, 11 giugno. In Strada Castiglione si cominciò a macinare in due molini, l’uno vicino al torresotto, l’ altro in certa casa di Gio. Lamaresi sul cantone di un viottolo per il quale si andava al pozzo dell’ acqua buona, il qual viottolo fu chiuso dai frati di S. Domenico.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Santa Catterina Vergine e Martire e Sant’Elisabetta.
Oraiorio privato nel ritiro delle Dame, ossia collegio dell’Umiltà, contiguo al torresotto di Strada Castiglione, aperto il primo gennaio 1720.
Questa istituzione fu soppressa dal Papa, e le rendite assegnate alle Orsoline di Roma. I beni furon vendati all’avv. Aldini, ma provata l’usura, gli furon tolti, e rivenduti poi al signor Vincenzo Galli.
Pare che rimanesse qualche credito inesatto che fu applicato al grande ospedale.