Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Dondini
L’edificio fu eretto su progetto di Alfonso Torreggiani; la facciata era compiuta nel 1753. Circa vent’anni dopo venne costruita la scala su disegno di Giangiacomo Dotti, con statue di Antonio Schiassi e affreschi di Pietro Fabri. Il giardino sopraelevato verso la piazza era in origine una “cavallerizza”, costruita nel 1612 da Pietro Fiorini.
Indirizzo:
via Barberia, 23
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
È opinione del dottor Gaetano Monti celebre nostro archeologo che del 1243 fosse la casa di Ubertino d’ Alberto dal Gesso famiglia antichissima, che secondo le notizie del pubblico archivio era padrona del Castello di Gesso demolito in epoche di rivoluzione.
Si noti che questa famiglia Gessi ultimamente estinta non si crede altrimenti discendente dall’antica dal Gesso.
Guglielmo di Campolo Bottrigari comprò li 9 giugno 1266 la casa di Alessandro e di Guglielmo di Rolando da Gesso posta sotto i santi Pietro e Marcellino, rogito Guglielmo di Bentivoglio Canuti.
Si trova che li 10 maggio 1268 Biagio di Geminiano e Giacobino di Aimelghino da Gesso comprarono da Framengo di Rogerio, e da Matteo di Benintendo notaio una casa con suolo, terreno ed orto sotto la parrocchia di S. Isaia in confine degli eredi di Benintendo, e di Domenico nipote di Nascimbene Marzalogli per lire 350. Rogito di Pace da Oliveto.
Che questa compra fatta dal Gesso possa aver relazione col Maneggio dei cavalli non è dimostrato, ma bensì si sà di certo, che questo suolo di piedi 20 in larghezza, e di 84 in lunghezza fu donato dal Senato ai Zambeccari come da rogito di Giovanni Galeazzo di Lodovico Zambeccari segretario maggiore del Reggimento.
Li 26 settembre 1607. Mercantonio Zambeccari vendette al Gonfaloniere e conte Filippo Pepoli un suolo lungo piedi 30 posto nel Foro Lignario o Seliciata di S. Francesco per lire 1500 ad effetto di farvi la Cavallerizza, o Ippodromo e più fece dono di piedi 11 per quanto risguardava la giurisdizione della sua stalla, riservandosi di poter far le cantine sotto il maneggio o anche botteghe se così gli piaceva e che abbiano l’apertura di piedi 5 once 6 e non più; e nel caso che volesse scavare le cantine fosse tenuto il Zambeccari a far il volto di once 9 per lo meno costruendolo basso a modo, che vi si possa sopraporre un piede di terra, acciò la volta sostenga la battuta dei Cavalli.
Li 7 aprile 1607 furono assegnate dal Senatore lire 1000 per l’lppodromo. La predetta donazione venne espressa nei seguenti termini in un pubblico atto del anno 1607.
Mercantonio di Lepido Zambeccari concede gratis agli Assunti dell’Ornato di Bologna piedi 11 circa, e cioè quanto è il resto del prospetto dei suoi casamenti da quella parte di terreno contiguo al maneggio pubblico già cominciato a fabbricarsi a pubbliche spese nella Seliciata di S. Francesco e cioè dalla parte di settentrione per quanto tiene la giurisdizione della sua stalla, e ciò appunto perchè il pubblico se ne possa servire per allungare il detto maneggio, cominciando dai casamenti di Vincenzo Merighi, conseguentemente accrescere un altro arco al detto maneggio per poter anche poggiare e impostare i legnami e i membri del coperto nelle muraglie del Zambeccari, al quale in compenso di tale cessione fu concesso di poter voltare e cavar sotto il piano di detto maneggio da un capo al altro così in larghezza come in lunghezza per uso e servizio della sua una di cantina e boteghe.
Trovasi in una cronaca sotto il 1611 una memoria sulla nuova fabbrica del maneggio nella Seliciata di S. Francesco la quale in origine serviva agli accademici Torbidi.
1625 23 Gennaio. Promissione fatta a Marcantonio Zambeccari dall’accademia dei Torbidi di levare i rottami di pietre fuori dalle colonne sotto il stillicidio del maneggio o cavallerizza sulla Seliciata di S. Francesco ivi posti per fare una discesa ad effetto di non pericolare nel cavalcare, il qual maneggio, il detto Zambeccari aveva concesso a detta accademia d’ accomodarselo stante il jus che il medesimo aveva di fabbricarvi botteghe. E ciò mediante scrittura privata sottoscritta dal Principe e dagli ufficiali di detta accademia.
1756 28 Aprile. Fu concesso a Guglielmo Gaetano Dondini di costruir un muro e di unirlo all’altro meridionale presso la Cavallerizza e più il corridore per vedervi gli esercizi.
Nel 1611 fu cominciata la fabbrica contro le mura vecchie della città a spese del Reggimento, e di diversi gentiluomini amanti dell‘ equitazione, che fu finita nel 1612.
Servì questo locale diverse volte per far mostra d’animali esotici e nel 1794 per rappresentarvi un oratorio in musica in tempo che era vietato di servirsi dei pubblici teatri.
La debolezza dei muri, e l’ urto delle catene del coperto misero in pericolo la fabbrica che fu appuntalata, e anche in parte scoperta, e così rimase fino al 1824.
Vi fu il progetto di rinnovarvi la Cavallarizza , ne furono fatti i disegni, ma il progetto non fu addottato.
Finalmente nel 1825 combinate alcune differenze fra il cardinal Rusconi, e i fratelli Pizzardi fu questo locale comprato, da amendue che per parte del Rusconi fu atterata e ridotta a terrazza o giardino.