Denominazione attuale: via completamente scomparsa.
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
La via delle Scudelle, sparì quando fu fatta la piazza del Nettuno. Comin ciava dal Cantone dei Fiori e terminava circa ov’ è la fontana del Nettuno.
Ci tratteremo sul conto di questa strada quantunque non più esistente da tanti anni perchè il nuovo Masina parlando delle chiese di S. Tecla e di S. Silvestro sembra che ne distingua tre, e cioè S. Tecla e Silvestro di Porta Nova, S. Tecla dei Lambertazzi, e S. Silvestro dei Lambertazzi.
Per la prima dice esser stata fondata nel 1222, e che fu detta di Porta Nova perchè cosi chiamavasi quella porzione di quartiere di Porta Stiera compresa fra le due strade di Barbaria e dei Vetturini.
Soggiunge che nel 1340 si cominciò ad ampliare la casa della Biada che poi fece parte del Pubblico Palazzo con gettarvi fondamenta verso la via delle Scudelle e che si continuò il lavoro fino al 1368 in cui si diede principio all’erezione del muro circondario oggidì esistente, che perciò fare, si atterrarono vari edifizi, e nel 1369 anche S. Tecla, e Silvestro, il cui titolo fu trasportato in S. Martino dei Caccianemici piccoli, nonchè la cura d’ anime.
Poi passando a dar la storia della chiesa di S. Silvestro dei Lambertazzi dice, che fu compresa nell’ attual palazzo detto del Podestà cominciatosi a fabbricare nel 1201 sopra un pezzo di terra casamentiva venduta per lire 10 al Comune da Guido prete di Silvestro, dove si gettarono i primi fondamenti di detto palazzo, la cui fabbrica obbligò l’ atterramento di detta chiesa di S. Silvestro, la quale fu a pubbliche spese rifabbricata nella via delle Scudelle.
Continua a dar conto della chiesa di S. Tecla dei Lambertazzi ed assicura che anch’ essa fu atterrata nel 1222 per la stessa ragione, che il vescovo Arrigo permise che i titoli di S. Silvestro si unissero e si concentrassero le giurisdizioni parrocchiali nella chiesa fabbricata dal pubblico nella via delle Scudelle, la qual chiesa se fosse esistita si sarebbe trovata in faccia alla fontana dalla parte del pubblico palazzo.
S. Tecla di Porta Nuova, si trova ricordata nel rogito di Iacobuccio dal Bagno dei 14 febbraio 1287 per la vendita delle case dei figli d’ Accursio fatta al pubblico, le quali erano sopra la piazza, e diconsi essere in cappella S. Tecla, vedi palazzo nuovo del Comune. Sotto lo stesso titolo viene nominata in due rogiti del 15 e 17 dicembre 1338 di Antonio di Panigale Gatti, e del 4 gennaio 1339 rogito Pietro del fu Filippo del fu frate Isnardo. Vedi via delle Asse.
Sotto il titolo dei Lambertazzi vien citata del 1375 per una compra fatta da certi fratelli da Crespellano di uno stabile sotto S.Tecla che confinava la via pubblica da due lati e con certe case di detta S. Tecla, colla chiesa di S. Croce, e coi successori di Castellano di Giacomo Lambertazzi.
Il libro delle Colette del 1408 parla del benefizio di S. Tecla dei Lambertazzi, la cui rendita si pagava dalla fabbrica della chiesa di S. Petronio; per le cose dette la chiesa di S. Tecla di Porta Nuova, sussistette senza dubbio nel 1375, e quasi sicuramente fino al 1390.
Rapporto poi alla chiesa di S. Silvestro è certo che D. Guido prete di S. Silvestro, vendette per la fabbrica del palazzo in oggi del Podestà un pezzo di terra casamentata per L. 10 ma non si parla della chiesa; e qui è mestieri ricordare al lettore che la fabbrica primitiva di questo palazzo non oltrepassava il muro settentrionale del voltone della Madonna del Popolo, e che dentro questo recinto vi erano comprese le chiese di S. Giusta, di S. Maria dei Rustigani e di S. Appolinare, oltre le tante case acquistate, i quali stabili trovansi ricordati dagli storici e dai rogiti, ma di S. Silvestro non se ne fa parola.
Si desidererebbe sapere dove il Masina abbia trovato che S. Tecla e S. Silvestro unite, fossero edificate nella via delle Scudelle, e se questa allora esistente, fossero state in faccia alla fontana dalla parte del palazzo pubblico, e non già nella via delle Scudelle ma anzi nella piazza maggiore. Finalmente per la demolizione dell’ isola non si trova fatta menzione di stabili che appartenessero al benefiziato di S. Silvestro.
Il Masini ritornando a S. Tecla dei Lambertazzi la dice parrocchia ed atterrata per la fabbrica di S. Petronio nel 1391, e ritiene fosse dove sono le due prime navate (cioè nello spazio dove erano le prime 4 cappelle dalla parte della piazza.
Aggiunge che era in stato ruinoso quando fu demolita. Aggiunge che l’ elenco Muzzoli fatto circa nel 1450 dà il titolo di questa chiesa unita a S. Petronio, che la nota della parrocchia del 1515 la dà per incorporata a S. Ambrogio, e che divenuta Collegiata S. Petronio del 1464, ciò che rimaneva di pertinenza di S. Tecla fosse stato attribuito a S. Ambrogio. Ma non si capisce cosa esso voglia dire. Finalmente parla di S. Ambrogio sembra che fosse atterrata.
Il nuovo Masini si è servito di un Elenco di Chiese del 1366, che credo quello inserito nel Melloni, del 1408, e quello del Muzzoli del 1450.
Vedi via Asse, strada S. Mamolo, chiesa di S. Petronio, Palazzo pubblico e palazzo del Podestà.