Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Fianco della chiesa di S. Cristoforo del Ballattoio, detto anche dei Geremei che manifesta la detta chiesa fu assai più lunga di quello lo fosse nei tempi a noi vicini.
Si è detto che i Bulgari ebbero qui le loro case le quali estendevansi dalla chiesa di S. Cristoforo del Ballatoio fino al cortile dell’Archiginnasio. Quelle di Tommaso erano presso la predetta chiesa. Questo Tommaso fu ucciso in certa lite dal figlio da Oliviero Garisendi. L’ uccisore fu bandito e non potè rimpatriare dopo la morte del Bulgari. Teodora Rodaldi moglie del Garisendi instigò tanto il marito a prendersi alta vendetta contro ai Bulgari, che questo coi suoi amici uccise il fratello di Tommaso e quando i Bulgari esistevano e rovinarono le sue case. Dopo questo fatto non si trova più memoria di quell’ illustre famiglia, se non che di un Mercantonio di Nestore Bulgari da Faenza, il quale nel 1533 abitava nella parrocchia di S. Sigismondo.
Nel 1179 essendo troppo angusto il palazzo del Comune detto di S. Ambrogio si cominciò a conservare gli atti pubblici, radunare il Consiglio e a risiedere il Podestà per dar ragione nelle case dei Bulgari.
Nel 1198 seguì la dedizione a Bologna degli uomini di Monteveglio, che proseguì per 20 o 21 anni, finchè la fabbrica del nuovo palazzo non fu in istato di ricevere le autorità della Bolognese Repubblica e intanto nel palazzo suddetto di S. Ambrogio si radunava solamente il popolo.
In seguito dell’ estinzione della famiglia Bulgari, non si sa a chi passassero le suddette case, ma potrebbesi sospettare che siccome i Lambertazzi godevano il diritto di nomina nel XIII secolo della chiesa di S. Maria dei Bulgari ne sieno loro stati gli eredi, in appoggio della quale supposizione sarebbevi un rogito di Pietro Alegranica del 9 luglio 1298 che tratta della vendita fatta da Antonio da Padova a Giacomino Chiarissimi per L. 200 di un edifizio fabbricato su di un casamento dei Lambertazzi sotto la parrocchia di S. Maria dei Bulgari.
In confine di S. Cristoforo vi fu l’ospizio o taverna all’ insegna della Scimia che si dice fosse posta verso le scuole di S. Petronio, presso la via pubblica da due lati, presso i Foscarari e la piazzola dei Bulgari di ragione di Calderino Calderari, il qual ospizio essendo ricettacolo di prostitute, di bestemmiatori e di ubbriachi fu ordinato li 14 dicembre 1490 che fosse chiuso per ridurlo ad onesta, e civile abitazione. Dentro si vedono le traccia di un antica torre, parte della quale corrispondeva sotto le loggie inferiori del lato sinistro dell’ingresso al cortile e dentro alle scuole vicino alla cappella dell’ Archiginnasio.