Dai Cartigli del Comune di Bologna
Ex chiesa di San Giobbe
Dell’antico edificio resta la facciata rinascimentale del 1494 con due portali. Qui ebbe sede l’ospedale degli infermi affetti dal “morbo gallico”. Venne arricchita all’interno da stucchi di Giuseppe Mazza nel 1683. Dopo il 1808 l’ospedale fu trasferito nel luogo dell’attuale Sant’Orsola e la chiesa fu poi abbandonata; nel 1903 fu trasformata in luogo di passaggio e decorata da Giannino Lambertini.
Indirizzo:
via Guglielmo Oberdan, Galleria Acquderni
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa, compagnia ed ospedale di S. Giobbe. Non si sa come il Masini abbia potuto immaginare che l’ ospedale di Santa Maria dei Guerini e la sua chiesa sieno stati riedificati e dotati nel 1141 dal Cardinale San Guerino, che dicesi morto li 6 febbraio 1162 d’anni 110 in Preneste sua sede vescovile, non trovando alcun documento che lo ricordi.
In rapporto all’ ospedale detto di S. Giobbe si trova che del 1295 seguì una transazione fra i poveri dell’ ospedale di Santa Maria di Castel de’ Britti sopra il serraglio di Strada Stefano, ossia di Santa Maria dei Servi, poi di S. Biagio, fra i poveri dell’ ospedale di S. Lorenzo dei Guerrini, ora S. Giobbe, e i poveri dell’ ospedale della penitenza di S. Francesco, sopra un legato loro fatto da Bartolino di Domenico Francesco.
Alcuni devoti che cominciarono a radunarsi nel 1290 nella chiesa sotterranea di S. Pietro, passarono nel 1298 nella chiesa di S. Giacomo, e sotto la data delli 16 novembre 1300 trovansi nominati compagnia di Santa Maria delle Laudi in S. Giacomo di Bologna.
Nel 1316, per la morte di mastro Tancredo del fu Viscontino, grammatico, questa compagnia ebbe vari beni ad essa lasciati per di lui testamento, coi quali stabilirono di fondare un ospedale per pellegrini.
Li 11 luglio 1317 la società delle laudi di Santa Maria Vergine, che si congregava nella chiesa di S. Giacomo, nominò un sindaco, che dicesi fosse Pietro da Budrio, per comprate una casa da Bartolo di Benti voglio Bentivogli, posta presso, e in capella di S. Lorenzo dei Guerrini, fra l’Avesa, la strada e la torre dei Guerrini. Rogito Guido di Giovanni Bonazunta.
Mondino dei Massoni fece una donazione a Pietro Codiferro priore, a Giovanni Gherardini massaro, e a Pietro da Budrio sindaco della detta compagnia, di due edifizi per il nuovo ospedale, posti in capella S. Lorenzo dei Guerrini, come da Rogito di Guido di Giovanni Bonagiunta.
Li 3 febbraio 1318, secondo un rogito di Giacomo Martelli, furono fatti gli statuti dai confratelli di Santa Maria delle Laudi, letti nel refettorio dei Padri eremitani di S. Giacomo da Pietro Codiferro priore di detta società.
Nello stesso anno 1318 Giovanni del fu Conte Prendiparti lasciò col suo testamento, a rogito di Giovanni da Lodi, un’ annua corba di frumento all’ ospedale di Santa Maria dei Zampati, così chiamato probabilmente dal vicino vicolo allora aperto, e che sboccava nel Mercato di Mezzo.
Biagio, o Domenico Mezzavacchi, nel suo testamento delli 28 luglio 1322, rogito Giovanni di Domenico Boninente, fa legati all’ ospedale di S. Lorenzo dei Guerrini, e Zoene del fu Michele de Lamandino, frate del terz’Ordine della Penitenza di S. Francesco, li 25 febbraio 1333 lascia un legato ai poveri dell’ ospedale dei Battuti dei Guerrini.
1325, 31 gennaio. Testamento di Giovanni Calzolari, col quale lascia eredi l’ospedale nuovamente fatto presso, o in confine della chiesa di S. Lorenzo dei Guerrini, e l’ ospedale nuovamente fatto sopra il serraglio, o in confine del serraglio di Strada Stefano, in eguali porzioni. Rogito Uguccio Uguccioni.
Nel 1428 la matricola dei confratelli e consorelle è intitolata matricola della compagnia di Santa Maria dei Guerrini, presso la chiesa di S. Lorenzo dei Guerrini.
Quando la compagnia passasse da S. Giacomo a risiedere presso questo suo ospedale, nel quale giornalmente vi albergavano poveri, non è ben noto, ma è probabile che ciò seguisse prima della metà del secolo XIV, e che quando venne qui a risiedere fabbricasse un oratorio per le festive sue adunanze, assegnando alcuni il 1325 per questo traslocamento.
Propagatosi anche in Italia certo morbo originario dalle Indie, fu destinato l’ospedale di Santa Maria dei Guerrini a raccogliere e curare gl’ infetti, cominciando a riceverli nel 1513, e continuando a tutto il secolo XVIII. Da ciò ne venne il cambiamento del titolo alla chiesa e ospedale di Santa Maria in quello di S. Giobbe.
Nel 1504 per la carestia sofferta in Bologna, molti si diedero ad elemosinare per la città. Alcuni cittadini raccolsero un numero di ragazze questuanti, le vestirono di bigio e le posero temporariamente nell’ ospedale di Santa Maria dei Guerrini, poi le passarono in una casa in Strada S. Vitale, indi presso Santa Maria dell’Avesa, finalmente restituite in Strada S. Vitale formarono il conservatorio sotto il titolo di Santa Marta.
Li 23 ottobre 1534 Bonaventura e Bernardino di Floriano Paleotti vendettero ai sindaci dell’ospedale di S. Giobbe la metà di una casa sotto S. Marco, in confine dei beni del medesimo ospedale, per L. 2000. Rogito Pietro Zanettini. Questa casa è quella nella via dei Giudei N. 2617. (Vedi casa antica dei Paleotti).
1593, 23 dicembre. Concessione del Rettore della chiesa di S. Lorenzo dei Guerrini di una sepoltura in detta chiesa in luogo detto i confessi, per seppellire i morti dell’ospedale, dietro il dono fatto dall’ospedale al Rettore di L. 50. Rogito Annibale Rusticelli.
1596, 29 aprile. Licenza del Senato di fare un traforo che dall’ ospedale passi al confessio di S. Lorenzo dei Guerrini per sepellire i morti.
La compagnia fu soppressa il primo agosto 1798, e l’ospedale fu unito li 12 gennaio 1799 a quello di Sant’Orsola.
Li 15 maggio 1799 l’ Agenzia dei beni Nazionali vendette l’oratorio e le camere unite dell’ospedale, di S. Giobbe a quello di Sant’Orsola amministrato dall’opera dei Mendicanti, come da rogito Luigi Aldini.
La chiesa e l’oratorio di S. Giobbe furono acquistati li 5 marzo 1804 da Don Carlo Picinelli erede Celsi, e da questi passarono a Marco Minghetti.
L’ ospedale fu comprato dal notaio Gio. Battista Canali, che lo ridusse a casa abitabile, dandogli ingresso per la via dei Giudei, o piazza Ravegnana, mediante la casa N. 2617.