Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa e Convento di monache Domenicane di S. Maria Nuova. Che la moglie o vedova di un mastro Enrico Delle Lame, lamarolo o fabbricatore di lame, abbia fatto erigere una capelletta vicino alla sua casa al N. 992 che fu chiamata S. Maria Nuova del Borgo delle Lame può esser vero nel fatto ma falso nella denominazione, mentre a quei giorni non esisteva il Borgo delle Lame, essendo quivi non altro che campagna. Lasciando a parte le cose dette dall’Alidosi, dal Masina e dal libro stampato dall’erede Benacci nel 1645 col titolo breve descrizione delle virtù di molte religiose del monastero di S. Maria Nuova ci limiteremo a dire, che un rescritto di Gregorio IX del 1230 lo chiama monastero di S. Maria dell’ Umiltà, ed assegna ai frati, e Suore ivi conviventi la regola di S. Marco, congregazione di Mantova.
Molti atti, instrumenti ecc. del pubblico archivio chiamano questo monastero S. M. degli Umiliati.
In uno statuto antico si legge: “Via quae vadit ad S. Mariam de Humiliatis juxta Navigium, et Pontem Lamae usque ad Pontem Alberti Morandi” – che è quello in capo al Borgo delle Casse. Finalmente un atto del Libro dei Memoriali sotto l’anno 1269, dice: juxta Coemeterium S. Mariae Novae de Umiliatis. – Dunque S. Maria degli Umiliati, cominciò a dirsi S. Maria Nuova al finir del XIII secolo. Quando i frati minori partirono da S. Maria della Pugliola nel 1237 vi subentrarono immediatamente delle suore, trovandosi in proposito nell’archivio di S. Bernardino una Bolla di Gregorio IX del 1238.
Dal testamento di Uberto d‘Armano, che trovasi nell’archivio dei monaci di S. Michele in Bosco si rileva chi fossero le predette suore, dall’essere nominate di S. Mariae de Humiliatis de Puliola; da questa enunciativa, e dal conservarsi nell’archivio delle suore di S. Bernardino molti atti, ed instrumenti spettanti alle suore di S. Maria Nuova degli Umiliati, si deduce che quelle di S. Bernardino fossero una Colonia di quelle di S. Maria Nuova.
Nel 1261 queste suore comprarono tre pertiche di terra sotto la parrocchia di S. Giorgio nella strada detta Durbecco la qual strada viene rammentata ancora in un atto del 24 agosto 1295 del notaio Bonfante di Geremia Angeletti che tratta di una compra fatta da Flordiana di Abenzalione da Rolandino di Andrea, di una casa sopra il terreno di Bittino Gardini.
1314 24 Agosto. Marco Lambertino comprò da Francesca di Scannabecco Boncambi una casa sotto S. Giorgio nella contrada detta Durbecco per L. 15.10 salvo le ragioni del terreno su cui era posta, che era di Giacobino Gardini, e poi di Nicolò Beccadelli. Confinava col Convento di S. Maria Nova, rogito Giacobino di Filippo da Montezzolo.
Le suddette tre pertiche di terra comprate erano dove si trovava il refettorio nuovo del convento.
Negli atti di S. Maria Nuova si cita un altra strada detta Malgrà che aveva il suo principio dove in oggi comincia Borgo Rondone, che terminava nelle Lame traversando questo Convento, e quello delle Convertite.
Se il Castello del Pratello, ampliato nella seconda erezione seguita nel 1402 arrivò fino al canale di Reno e al Cavaticcio è indubitato che il monastero di S. Maria Nuova, dovette sofirire e dovette essere abbandonato dalle monache, perchè stando al detto del Masini, il convento servì d’ abitazione al capitano Ziboni, e la chiesa di capella alla guarnigione Milanese.
Distrutto il Castello nel 1404, vi ritornarono le monache le quali rifabbricarono poi la chiesa al principio del secolo XVI e l’abbellirono nel 1650.
Il convento di S. Maria Nuova, fu soppresso li 29 Gennaio 1799. La località, il comodo di acqua da trarsi dal vicino canale suggerì il progetto di ridurre questo convento a fabbrica dei tabacchi, che fu eseguito con gran spesa e felice riuscita. Dodici macchine sono pressochè sempre in azione, e 200 famiglie traggono la loro sussistenza da quest‘utile stabilimento.
Li 10 aprile 1799 fu data questa destinazione al locale, e lo spaccio dei tabacchi, si aprì in S. Francesco li 10 aprile 1802.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Santa Maria Nuova.
Convento di Domenicane posto dietro Reno, che si pretende cominciato nel 1006, mentre l’oratorio era stato fatto nel 992.
Fin d’allora vi stettero delle donne che nel 1131 vestirono un’abito bianco.
Nel 1221 abbracciarono la regola di S. Domenico.
Nel 1402, nel rifare la cittadella del Pradello sopra la grada del canale di Reno, che arrivava fino al Cavadizzo, si guastò questa chiesa, che fu poi rifatta e consacrata la domenica 4 maggio 1522.
Nel 1650 fu rimodernata con architettura di Paolo Canali.
Tre monache di questo convento andarono in quello degli Angeli per istruire quelle fondatrici, e poi passarono alla loro antica residenza.
Queste monache furono soppresse il 29 gennaio 1799. Il locale fu tutto ridotto e destinato per la fabbrica dei tabacchi, ed il 10 aprile 1802 fu aperto per tal uso.