Dai Cartigli del Comune di Bologna
Torre Garisenda
Costruita tra la fine del XI secolo e l’inizio del XII, era alta in origine circa 60 metri; fu abbassata a 48 metri nella seconda metà del XIV secolo, per timori di crolli. Pende, con un fuori piombo di 3,22 metri, a causa d’un cedimento del terreno avvenuto durante la sua costruzione. Ad essa era addossata una chiesetta, demolita nel 1871. Il basamento in selenite risale al restauro del 1889.
Indirizzo:
piazza di Porta Ravegnana
Dalla “Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj” di Gianandrea Taruffi, Bologna, 1738.
Torre, detta de’ Garisendi , questa viene considerata non tanto per la di lei altezza , ma bensì per la pendenza, che nella parte di fuori, parendo all’occhio de’ riguardanti , che questa sia per cadere: ma nella parte di dentro questa è fatta perpendicolarmente, cioè a Piombo, ed a piedi della qual Torre vi è una bellissima Cappella dedicata alla Beata Vergine, spettante al Conseglio, ed Arte de’ Drapieri, o Strazzaroli disegnata dall’ Architetto Antonio Laghi.
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Si dice fatta nel 1110 ma ciò senza prove, anzi è prababile che lo fosse posteriormente.
I Garisendi sono nominati dopo il 1150, erano cambisti ed avevano un Carrobbio detto de’ Garisendi , poi comprato dal Comune.
Benvenuto da Imola nel Commento di Dante dice che questa torre fu fatta mozzare da Giovanni d‘ Oleggio signore di Bologna.
Nel 1378 apparteneva ancora alla famiglia fondatrice la quale possedeva un coperto attaccato ai muri della torre stessa a ponente, e a mezzodì, lungo piedi 22 oncie 2 e largo piedi 3 once 11 per ogni lato.
Li 25 giugno 1418 Nicolò del fu Bartolomeo Zambeccari comprò da Bernardino del fu Giovanni Garisendi la terza parte di questa torre, e degli edifizi esistenti sotto di essa con patto però che il Zambeccari non potesse acquistare alcun jus nel piede di detta Torre. La vendita fu fatta per lire 200. Rogito Matteo Torrelli.
Lo stesso Nicolò, sotto la data del 26 febbraio 1423 acquistò da Antonio del fu Mino Garisendi la metà del quadro della torre che guarda la strada di S. Donato, e più la sesta parte degli altri tre quadri di detta torre per L. 250.
1423 17 Agosto. Il predetto Zambeccari comprò da Giovanna Garisendi Pariani la porzione a lei spettante della torre Garisendi, per L. 100, rogito Giovanni del fu Lenzo.
1427 3 Maggio. Bartolomea di Lambertino Ghisilieri moglie d’ Antonio Garisendi della Capella di S. Marco di Porta Ravegnana lasciò le ragioni ad essa competenti sulla torre Garisendi, e sulle botteghe, e terreni annessi per una messa quotidiana da celebrarsi in una capella in S. Marco. Un terzo del jus patronato lo lasciò al massaro dell’ arte dei Strazzaroli.
Li 21 giugno 1428 il rettore di detto altare cedette in permuta i suoi diritti sulla torre Garisendi alla compagnia dei Strazzaroli la quale nel 1534 in forza dl contratti diventò la sola proprietaria della medesima.
Nel secolo XVII furon fatte le scale per ascendere alla sua sommità composte di 218 gradini, che riuscirono comodissime.
Giovanni Andrea del fu Teodoro Garisendi testò li 24 settembre 1553 istituendo erede con sostituzioni Giacoma Boncompagni moglie d’ Angelo Michele Guastavillani, d‘onde ne venne che i Guastavillani inquartarono nelle loro armi quella dei Garisendi.
Nel 1585 viveva un don Francesco di Michele Garisendi cappellano di S. Tommaso di strada Maggiore dopo il quale non si trova più traccia alcuna di detta famiglia.
La torre mozza, secondo diversi, si dà dell’ altezza di piedi 130, ma pare che sia di soli piedi 123. La grossezza tanto in basso che in alto è di piedi 19, quella dei muri di sei. Il vano della torre è al livello del terreno piedi 7 e in cima piedi 11. La pendenza rispetto all’ asse era nel 1792 di piedi 8 a levante, e di tre a mezzodì.
Nel 1813 si verificò un aumento di pendenza di un oncia e mezza, onde non restano che oncie 16 e mezza a uscir di centro dalla parte di levante, e piedi 6 e oncie 6 da quella di mezzodì.
Non vi è che il volgo ingannato da F. Leandro Alberti, che la crede fabbricata pendente, e che internamente sia perpendicolare. Gli strati delle pietre, i buchi pei legni dei ponti, la visibile pendenza interna e la verificata pendenza maggiore del 1813 in confronto di quella del 1792 sono prove concludenti che il suo diffetto sia in conseguenza del terreno cedevole , non mai del capriccio del fondatore al quale si sarebbe opposto qualunque governo, e certamente anche quello di quei giorni.
A piedi di questa torre dalla parte di settentrione vi era una capella dedicata a S. M. delle Grazie detta la Madonna di Porta che fu già costrutta di legno ciò risultando dalla concessione fatta li 26 gennaio 1707 dal Senato all’ Università dei Drappieri, o Strazzaroli di suolo pubblico nella Piazza di Porta Ravegnana presso la torre Garisenda di piedi 12 once 6, da un lato, e di piedi 19 once 10 dall’altro, dove era una capelletta di legno, per costruirne una nuova di pietra, che secondo il disegno vengono ceduti al pubblico in di verse direzioni.
Avendo il cardinale Lazzaro Pallavicini Legato di Bologna fatto scolpire in marmo una statua di S. Petronio da innalzarsi in qualche luogo pubblico di questa città fu colla mediazione del Senatore Ferdinando Cospi data a quest’ arte la quale a proprie spese, fece fare il piedistallo, la lapide e la ferriata. Fu posta in questo luogo li 24 dicembre 1682, facendola anche ristaurare nel 1706.
Li 12 ottobre 1804 la torre Garisendi, la chiesina della Madonna con gli arredi sacri, i monili e la statua del Santo nostro protettore furono acquistate dal marchese Piriteo Malvezzi per lire 3000. Rogito Antonio Franchi. Queste proprietà sono passate al conte Francesco Ranuzzi in causa di Teresa Maria Laura del detto Piriteo Malvezzi sua prima moglie. Questa statua fu tolta per ordine del Municipio nell’ anno 1870 e trasportata nella basilica titolare del Santo.
Dalla Graticola di Bologna di Pietro Lamo (XVI secolo)
E quivi appresso vi è una piazzetta nominata Porta sopra la strada maestra di Strada Maggiore, dove sono quelle due torri fatte a concorrenza l’una dell’altra, una drittissima e alta, l’altra stortissima fatta con grand’arte, nominate torre degli Asinelli la dritta, e torre Garisendi la Storta. Nel medesimo sito da questa banda vi sta un giovane nominato Bartolomeo Passarotti Bolognese ottimo disegnatore e coloritore, ed ha uno studio bello di varie cose in genere di pittura e di scultura, e fra le altre belle cose un quadro di una Maddalena nel deserto, di mano del Parmigiano, cosa rara, e appresso alla piazza il cav. Bottrigari.
Dall’ “Indicatore Bolognese” di Sebastiano Giovannini
In questa Piazzetta, e annesso alla Torre Asinelli evvi la Mozza chiamata Torre Garisendi come dicesi nel 1110. Tutti gli Autori concordano, che sia alta piedi 130, e che fosse costrutta tanto inclinata come vedesi di presente, e cioè in angolo per piedi otto a levante verso S. Bartolomeo, e per piedi tre a mezzodì verso la Torre Asinelli. Ma per la verità le esatte osservazioni, ripetute anche dal celebreConsigliere Gio. Lodovico Bianconi persuadono che tanta irregolarità d’inclinazione sia effetto del terreno cedevole. In fatto gli strati delle pietre, e i buchi per’ legni de’ Ponti inclnano a seconda anche dell’interno, ed è troppo irragionevole la bizzarria di chi volendola costruire inclinata, pensasse a farlo sì irregolarmente: tanto più se fosse vera la tradizione, che se si tentasse di proseguirla con inclinazioni opposta a vicenda, come pare che indichino gli ultimi quattro piedi in sommità , i quali sono però a perpendicolo divergenti con della data inclinazione. L’Alidosi appoggia il suo sentimento della inclinazione artificiale al non trovare che se ne sia ordinato il mozzamento nei tanti casi di Terremoti, per’ quali fu ordinato per tutte l’altre. Ma l’essere inclinata così artifizialmente, la metteva forse in istato di minor pericolo, di quello fossero le Torri a perpendicolo, e segnatamente l’altrissima vicina Asinella, che pur non cadde sotto queste ordinazioni. Da Fr. Leandro Alberti, il primo a dirla costrutta così, gli altri Scrittori di poi ciecamente hanno trascritto lo stesso, come hanno fatto i posteriore al Marini per l’altezza della Torre Asinelli. Ma venendo alla sua dimensione, ci rapportiamo alla data dell’Alidosi, riscontrata di recente essere appunto, com’egli dice, di piedi 19 per ogni lato, tanto nel piede che nella sommità , ed avere nel piede muri grossi piedi 6, i quali si restringono a piedi 4 in sommità , e quindi il suo vano nel piede , è di piedi 7, ed insomma piedi 11, con pendenza rispetto all’asse eguale a quella già data, non restando che un piede, e once sei ad uscire fuori di centro verso levante, ma piedi 6:6 ad uscir verso mezzodì, onde resta ammirabile come abbia potuto reggere a tante scosse sofferte di gagliardissimi Terremoti, e pure non trovansi memorie di esami fatti sopra l’assicuramento della medesima dalla ruina. Essa apparteneva per vari acquisti fattine in diversi tempi all’Arte de’ Drappieri, ed ora alla Casa del N. U. Sig. Conte Francesco Ranuzzi.