Dai Cartigli del Comune di Bologna
Torre degli Asinelli
Innalzata forse alla fine del XI secolo e portata all’altezza attuale nel XII secolo, è la torre più alta della città (m. 97); nel XIII secolo appartenne alla famiglia Asinelli. La rocchetta che ne circonda la base venne costruita nel 1488 per ospitarvi i soldati di guardia; fu in seguito occupata da botteghe di battirame. Sul lato di ponente c’è un bassorilievo in arenaria con San Michele Arcangelo di G. B. Gnudi (1727).
Indirizzo:
strada Maggiore, 2
Dalla “Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj” di Gianandrea Taruffi, Bologna, 1738.
Asinelli , che è di altezza piedi 263, benché il Masini la descrriva piedi 311, che dell’Anno 1705., fu percossa d’alcune Saette nella parte per di fuori , a causa delle quali l’Illustrissimo Senato ordinò la visita , che fu fatta dall’Autore di questo Libro il giorno delli 14 Settembre dell’Anno suddetto
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Non esiste documento che comprovi la sua fondazione nel 1109, ma è certo ch’è di questo secolo.
I primi Asinelli si trovano nominati poco dopo il 1150 col nome de Axinella, e fra i primi Consoli di Bologna; ma non vengano mai citati nelle matricole delle arti, perciò era famiglia magnatizia come può desumersi per essere stati non pochi Asinelli, frequentemente Podestà in varie Città d’ Italia.
Gli Asinelli portavano in progresso di tempo anche il cognome Ansaldini, e di Ansaldini Asinelli nel 1519.
Diversi hanno dato le misure di questa straordinaria torre, ma tutti si trovano fra loro discordi.
Il volgo pretende che i suoi fondamenti si estendino prodigiosamente in torno alla base, lo che viene smentito dal sotterraneo della casa della speziaria di Porta che si avanza fino alla metà della strada, e dal pozzo che esiste fra la torre Asinelli e Garisendi.
La sua base dicesi contornata da una scarpa di piedi 2 tutto attorno che termina ad un quadrato non perfettamente eguale nei suoi lati, perchè quelli da levante a ponente sono di piedi 21 e quelli da mezzogiorno a tramontana di 20. 50.
La grossezza dei muri: al piano della strada è di piedi 7. 9 più 2 di scarpa attorno.
Della terrazza, piedi 6. 9.
Alla risega esterna piedi 5. 5.
Subito sopra detta risega piedi 4. 7.
Alla sommità piedi 2.
La grossezza della torre al piano della strada compresovi la scarpa è di piedi 24. 10.
Al piano della terrazza dove termina la scarpa, piedi 20. 10.
Alla merlatura esterna, piedi 19. 7.
Subito sopra la detta merlatura, piedi 18. 9.
Alla sommità piedi 16. 10.
Il vano della torre al piano della strada, piedi 5. 4.
La terrazza prima è di piedi 7. 4.
Poi in causa di 4 riseghe interne si trova al finir della merlatura esterna di piedi 8. 9.
superiormente a detta merlatura, piedi 9. 7.
Mediante altre 7 riseghe interne si va gradatamente aumentando fino alla sua sommità dove è di piedi 11. 10.
Il Cupolino dov‘è la campana è larga piedi 7, alto 15.
La sua cima è di piedi 9.
L’ altezza della torre dalla strada fin dove s‘ innalzano i muri circondari, è di piedi 235, e il cupolino compresa la cima è di piedi 15.
Totale piedi 259.
I piedi 235 sono divisi internamente da 5 ripiani o riposi.
Il primo è in volto all’ altezza di piedi 24.
Il secondo pure in volta dista dal primo 67.
Il terzo che è a tassello è superiore al secondo di piedi 47.
Il quarto pure a tassello, si trova dopo gli altri.
Il quinto ed ultimo sopravanza il precedente di piedi 44.
Dal piano della strada al primo riposo, si monta una scala a chiocciola. Dal detto riposo al piano del cupolino vi sono 38 rampanti di scala di legno.
Dicesi che le dette scale sieno composte di 410 scalini.
Il contorno delle botteghe a piedi della torre da mezzodì e tramontana sono profonde piedi 6 once 8, e quelle di levante e ponente 9. 4.
La pendenza della torre è verso ponente.
Nel 1706 fu trovata di piedi 3 once 2.
Li 3 dicembre 1774 Giovanni Giacomo Dotti e Francesco Tadolini architteti del Senato la calcolarono piedi 3 once 1 e un quarto.
Dicesi, che nel 1813 il professore di fisica abb. Liberato Bacelli e l’ architetto Giovanni Antolini la ritrovarono leggermente aumentata in confronto di quella del 1706. Si avverte però che se comparisce all’ esterno di soli piedi 3. 2, essendo la torre piramidale, sarà la sua pendenza rispetto al suo asse di piedi 4. 11.
Qualcuno ha preteso di riscontrare che sia stata alzata in diversi tempi e specialmente di sopra della risega merlata.
Questa torre era fedecomesso agnatizio mascolino di maschio in maschio della famiglia allora diramata, e se mai la successione fosse passata ad una femmina doveva rendere la sua porzione ai maschi. Questo patto di famiglia seguitò nel 1200 o 1210 e ciò venne riferito in un rogito delli 25 febbraio 1286.
1266 2 Novembre. Alberto del fu Cossa degli Asinelli vendette ad Ugolino di Bonacossa Asinelli l’ottava parte della torre e l’ ottava parte delle contigue Pescarie, per lire 75.
Nel 1280 13 maggio. Gli Asinelli mediante contratto a rogito di Gilberto Guidolini porgono argomento a credere che avevano rinunziato alla convenzione del sucitato fedecomesso. In detto giorno Iacopo del fu Giovanni degli Asinelli vendette l’ ottava parte di detta torre al Comune, e Capoano del fu Bencivenne Gozzoli, e Pietro del fu Rolando Gozzoli una quarta parte. Il resto poi della medesima apparteneva ad Alberto, Filippo, ed altri consorti degli Asinelli.
1398 2 Ottobre. Il Comune comprò parte della suddetta torre da Pasio di Tommaso, da Andrea di Dimo, e da Bartolomeo Cardinale tutti dei Mezzavacca.
Le scale fatte probabilmente al tempo della fabbrica della torre erano affatto inservibili nel 1306, e non furono rifatte che nel 1353.
Il terremoto del 20 luglio 1398 le mise in sfacelo, l’ incendio ordinato delle medesime le distrusse li 10 agosto 1400 , arsero casualmente li 26 luglio 1413 e s’ incenerirono con esse anche le botteghe di legno al piede della torre.
Li 10 gennaio 1353. Giovanni d’ Oleggio fece cominciare un corridore, con petriere alla cima, che da alcuni fu chiamato Ballatoio o Trebbo, e che si vide finito nel settembre dello stesso anno.
Nel 1488 fu fatto un torresino o castello per la campana, sostenuto da 8 colonne, e sormontato da una palla d’ottone.
Nel 1388 fu sostituita alla prima campana di libbre 1700, una seconda di 2200, al suono della quale tutti dovevano la sera portare il lume. Suonava allo svilupparsi di qualche incendio e ciò affinchè accorresse la popolazione per aiutarne lo spegnimento.
Li 6 agosto 1399 prese fuoco la sommità della torre, arsero i corridori, e la torricella della campana, che in parte fu liquefatta. Fu deciso di riempire il maschio fino ai merli, di fare due volti, che internamente dividessero in tre parti la torre stessa a comodo delle scale, e di rifabbricare i corridoi di sopra. I merli, e la torricella sono di pietra.
La campana esistente pesa libbre 1762 e fu collocata al suo posto li 31 luglio 1507.
In marzo del 1488 si cominciò a fortificare, e ad abbellire la torre Asinelli, e specialmente sulla cima.
Le nuove botteghe si fecero in Luglio. Sulla Porta della medesima vi furon poste certe figure di marmo che erano altra volta sulla ringhiera del palazzo del Podestà. Per fortificarle vi si misero molte chiavi cominciando dall’alto, venendo al basso, e si fece il contrafforte ai piedi con merli, e botteghe.
Nel febbraio 1513 fu rimpicciolita la porta d’ ingresso alla torre. Servì di carcere in varie circostanze, ed i primi ad esservi rinchiusi furono i figli del conte Paganino da Panico.
Si praticò anche l’ appendervi delinquenti in gabbie di ferro, e del 1554 al primo finestrone verso la porta di Strada Maggiore fu fatta una gran gab bia di legno, nella quale fu racchiuso D. Alessio di Brisighella per aver celebrato più messe in un giorno. La sua sentenza fu eseguita li 3 marzo dello stesso anno.
Nel 1705 furon visitati, e fortificati i fondamenti della torre per assicurarla dalle conseguenze dei difetti dei medesimi, che si spesero lire 14000. Nel 1727 fu risarcita, e legata di ferro, e vi si collocò la statua di S. Michele con diverse reliquie dei nostri santi protettori.
La carica di custode della torre Asinelli fu istituita nel 1352 con L. 6 mensili d’ onorario.
Nel 1364 il nobile Diego di Garzia da Cassida era custode della fortezza della torre Asinelli.
Dopo il 1505 si dispensava questo impiego con Breve Pontificio, e il suo onorario fu portato a lire 10 mensili.
Nel 1382 fu destinato un capitano e quattro fanti a guardia della torre.
Nel 1403 furono chiuse le due torri da un recinto di muro che era custodito da 25 soldati. Nell’ agosto 1604 fu ristaurata la torre da Clemente, a cui furono pagate L. 600.
Danneggiata spesse volte dai tulmini, fu mestiere provedervi mediante un parafulmine e due conduttori, lavoro diretto dal Fisico di questa Università professore Orioli nel 1824, e che fu compiuto nel settembre di detto anno.
1417 16 Luglio. Giovanni di Guglielmo Dolfi cartolaio, comprava da Pietro di Giovanni calzolaio, il suolo e terreno di un edifizio di legno posto sotto S. Bartolomeo di Porta Ravegnana presso il muro della torre Asinelli. Rogito Giovanni Castellani.
1417 13 Agosto. Il suddetto Dolfi cartolaio, comprò da Francesco di Nicolò Barbieri la quarta parte (di quattro parti indivise con Guido detto Granzela) di un edifizio di casa in Trivio di Porta Ravegnana presso la torre Asinelli per lire 75. Rogito Giovanni Castellani.
1420 12 Gennaio. Comprò pure da Guido di Francesco Granzelli e da Margarita di Agnolo Gaitoni la metà di una casa sotto S. Bartolomeo di Porta Ravegnana presso la torre Asinelli per lire 70. Rogito del suddetto Castellani.
Dalla Graticola di Bologna di Pietro Lamo (XVI secolo)
E quivi appresso vi è una piazzetta nominata Porta sopra la strada maestra di Strada Maggiore, dove sono quelle due torri fatte a concorrenza l’una dell’altra, una drittissima e alta, l’altra stortissima fatta con grand’arte, nominate torre degli Asinelli la dritta, e torre Garisendi la Storta. Nel medesimo sito da questa banda vi sta un giovane nominato Bartolomeo Passarotti Bolognese ottimo disegnatore e coloritore, ed ha uno studio bello di varie cose in genere di pittura e di scultura, e fra le altre belle cose un quadro di una Maddalena nel deserto, di mano del Parmigiano, cosa rara, e appresso alla piazza il cav. Bottrigari.