Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Lambertini
L’edificio fu costruito a partire dal 1570, per conto di Cesare Lambertini, forse su disegno di Francesco Morandi detto il Terribilia. Fra il 1797 e il 1804 ospitò il teatro Taruffi, e quindi la loggia massonica “Felsinea”, cui appartenne Giosuè Carducci.
Indirizzo:
via Nazario Sauro, 18
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Palazzo dei Lambertini, cominciato dal conte Cesare, del fu Ercole, nel 1570.
Delle case anteriormente esistenti sull’area ove sorse questo Palazzo, daremo le indicazioni che potemmo raccogliere.
Nel 1566, addì 5 marzo – Niccolò del fu Pellegrino Zucconi comprava per L. 630 da Caterina del fu Antonio Rani, vedova di un Marco da Reggio, i diritti sui miglioramenti fatti in una Casa enfiteutica dell’Abbazia di Nonantola situata nella parrocchia di S. Giorgio in Via Belvedere – s’intende Belvedere di S. Felice – come da rogito di Andrea Roti. Vi si dice tale Casa essere confinante con le Vie pubbliche (quindi presumibilmente al canto fra Via Belvedere e Via Maggi) e con lo stabile d’Andrea Zavateri.
Nel 1569, addì 22 settembre, il conte Cesare del fu conte Ercole Lambertini comprava per L. 7,000 dai fratelli Pietro, Giovanni ed Alessandro del fu Bartolomeo Mondini una Casa che essi possedevano in Via del Poggiale – come da rogito di Galeazzo Bovi – sull’area della quale precisamente si fu che il detto conte Cesare cominciò nel seguente anno 1570, la fabbrica del suo nuovo Palazzo.
Nel 1570, addì 18 gennaio -lo stesso conte Cesare Lambertini comprava per L. 650 da Giovanni Francesco Curialti, del fu Girolamo da Tossignano, detto Tossignani, ed anche Panirazzi, una “Casetta sotto S. Siro in S. Gregorio, confinante con la Via pubblica (Poggiale) con detto conte Cesare e con i PP. Celestini” – come da rogito di Galeazzo Bovi. – Vedi il N. 1406 di Via Maggi, Vol. III a pag. 159.
Nello stesso anno 1570, addì 18 aprile – il medesimo conte Cesare comprava per L. 500 dai PP. Celestini una “Casetta sotto S. Giorgio, nella Contrada che va verso il Toresotto dei Maggi” ossia in via Maggi, e confinante con casa di un Niccolò Pollarolo, e con altra di un Andrea Ciabattino (mediante chiavica) nonchè con altro stabile del compratore stesso come successore del Pannirazzi – come da rogito di Galeazzo Bovi ed Antonio Gandolfi.
E del 1570, addì 29 luglio – il conte Cesare Lambertini otteneva dal Senato la concessione di “Piedi 8 di suolo pubblico nella Strada sotto S. Giorgio che va al Borgo delle Casse” – quindi verso Via Maggi senza dubbio – per la fabbrica del suo Palazzo.
E ancora del 1570, addì 30 dicembre, è il rogito di Galeazzo Bovi col quale i fratelli Pietro, Giovanni ed Alessandro Mondini quietanzavano il conte Cesare Lambertini d’ una parte del prezzo della Casa da loro vendutagli per L. 7,000 il 22 settembre 1569, come superiormente riferimmo.
La fabbrica del Palazzo Lambertini cominciavasi adunque nel 1570 sulle summenzionate Case dei Mondini, del Tossignani, dei Celestini. Ma durante la fabbrica stessa pare che le successive compere aumentassero l’area al detto Palazzo.
Infatti nel 1575, addì 4 maggio, il conte Cesare Lambertini comprava per somma di Scudi 800 in oro da Giovanni Francesco del fu Francesco Mazzoni la parte anteriore di una “Casa sotto S. Siro in confine con la Via di S. Giorgio, Camillo ed Alessandro Muletti, gli eredi di Bernardino Mondini e lo Stradello di Belvedere”, come da rogito di Bartolomeo Selvaggi e Galeazzo Bovi.. In tale vendita però il Mazzoni riservavasi l’affrancazione.
Nel 1576, addì 3 aprile – pure con riserva d’affrancazione da parte del venditore – Galeazzo del fu Achille Bovi vendeva al medesimo conte Cesare Lambertini, per la somma di Scudi 500 in oro, la parte posteriore di una “Casa sotto S. Siro, in confine con la Via pubblica, li Muletti, gli eredi di Bernardino Mondini e lo Stradello di Belvedere”. E a detta parte di Casa aggiungeva anche una “Casetta sotto detta parrocchia nella Strada che va verso il Torresotto dei Maggi, e confinante con Niccolò pollarolo. con Andrea ciabattino e detto conte Cesare” – come da rogito di Lodovico Rigosa.
Notisi qui che chiaramente appare essere stata una sola casa quella della quale il Mazzoni possedeva la parte anteriore ed il Bovi la posteriore, e che per tal modo nel 1576 possedevala interamente il Lambertini.
Quanto poi ai confini della Casetta suaccennata, è necessario avvertire che sono annotati precisamente come si vide per i confini della Casetta già dei PP. Celestini, di cui sopra.
Nel 1588, addì 28 marzo – proseguendo negli acquisti – il conte Cesare Lambertini comprava per L. 900 da Cortesia (detta anche Rizza) del fu Giovanni Antonio Dalla Casa,e da Andrea del fu Gaspare Antonietti, una “casetta ruinosa posta sotto S. Giorgio in Poggiale, in Belvedere, e confinante col compratore e con Francesco Tossignani, Panirazzi” – come da rogito di Vincenzo Orlandini.
Nello stesso anno, ma addì 16 maggio, il conte medesimo comprava per L. 1194 i diritti sui miglioramenti fatti ad una casa enfiteutica di S. Silvestro di Nonantola e posta sotto S. Giorgio in via Belvedere e confinata da altri stabili del compratore, come da rogito di Tommaso Passarotti, nel quale trovasi anche accennato che la casa stessa aveva un area lunga piedi 27 e larga 10 ed oncie 6. Sulla medesima gravitava il canone di soldi 50, che fu affrancato mediante sborso di L. 250, il 23 febbrato 1589 – come da rogito di Antonello Roberti.
Nel 1588, addì 6 ottobre, comprava pure una casa dai Genoli o Muletti, che è la stessa segnata col precedente N. 715, della quale, come ivi si disse, ritenne però una parte soltanto, e cioè la posteriore, vendendone l’anteriore ad Antonio Maria Basenghi nel successivo anno 1589.
Mancano atfatto i documenti di acquisto delle case di Niccolò Pollarolo ed Andrea Ciabattino, sopracitati, le quali pure devono essere state comprate dal conte Cesare Lambertini dal momento ch’egli ne comprese l’area nella fabbrica del suo Palazzo; il che positivamente avvenne. E cosi per la suaccennata casa della Caterina Rani, di dominio diretto dell’Abbazia di Nonantola, che pure è indubitato sia stata compresa nel Palazzo Lambertini, non trovasi nell‘archivio degli acquirenti altro documento oltre alla sopracitata vendita dei miglioramenti.
Marcantonio Lambertini fece bensì continuare nel 1591, la fabbrica del palazzo, ma essa rimase tuttavia imperfetta, e particolarmente dal lato prospiciente la Via del Poggiale.
L’ultimo maschio di questo ramo de’Lambertini fu Cesare di Ercole, che morì addì 24 ottobre 1608, lasciando una sola figliuola naturale legittimata, per nome Imelde, che andò in moglie a Bartolomeo figlio del senatore Giulio Cesare Lambertini.
Del 1642, ed in data del 28 novembre, trovasi un rogito di Giovanni Lodovico Calvi, col quale il conte Cornelio di Guidantonio Lambertini comprava per L. 3,625 da Carlo del fu Alessandro Zenghieri la “parte posteriore di una casa che Andrea Negri aveva acquistata nel 1576 da Galeazzo Bovi, posta sotto S. Siro, nonchè di una casetta in Belvedere sotto S. Giorgio, nella Via che va al Torresotto Maggi”.- Di qui apparisce chiaramente, che Galeazzo Bovi deve aver ricuperata la parte posteriore della propria casa e la casetta, nel 1576 addì 3 aprile vendute con patto d’affrancazione al conte Cesare Lambertini, rivendendole poscia al detto Andrea Negri, (forse il confinante Andrea ciabattino che doveva in allora aver venduta la propria Casa al Lambertini) nell’anno medesimo.
Nel 1656, addì 5 settembre, Imelde, figlia naturale legittimata del fu conte Cesare Lambertini, col consenso del proprio marito, senatore Bartolomeo Lambertini, cedette a Galeazzo di Carlo Filippo Malvezzi-Lombardi il palazzo Lambertini sotto la parrocchia di S.Siro “situato fra le Vie pubbliche e lo stradello Belvedere” – come dal relativo rogito di Camillo Berti.
Il suddetto Galeazzo Malvezzi-Lombardi morì nel 1705 senza prole; aveva però una sorella maritata con un Marsili-Rossi e che passò poi a seconde nozze con un Albergati, vivente ancora la di lui madre, Eleonora, Ercolani che si rimaritò con un Leoni.
Nel 1708, addì 8 – agosto, Maria Ginevra Malvezzi assegnava a Vincenzo Francesco Leoni la metà di questo palazzo, in conto di L. 25,000 al medesimo dovute per restituzione di metà della dote d’Eleonora Ercolani, vedova di Prospero Francesco Maria Malvezzi-Lombardi – come da rogito di Petronio Giacobbi e Valerio Felice Zanotti-Azzoguidi.
Nel 1709, addì 23 marzo – il medesimo Vincenzo Leoni, comprò per L. 20,000 la residua metà dello stesso palazzo – come da rogito del suddetto Zanotti-Azzoguidi.
Più tardi, come eredi dei Leoni, riebbero i Malvezzi la proprietà di questo palazzo.
Nel 1770, addì 27 gennaio, il conte Vincenzo Gregorio Leoni nato Malvezzi, divenuto poi cardinale di S. Chiesa, vendeva per la somma di L. 35,000 questo palazzo al conte Pietro Paolo del fu conte Ercole Malvezzi-Locatelli – come da rogito di Paolo Fabbri – e nel giorno medesimo e per l’identico prezzo, il detto Malvezzi-Locatelli ne faceva cessione ai fratelli Filippo ed Antonio del fu Paolo Antonio Taruffi – come da altro rogito dello stesso notaio.
Nella sala dei primo piano superiore, D. Cesare Taruffi fece costruire, del 1797, un teatro particolare con due gallerie, e ciò perchè ivi si esercitassero alla recitazione alcuni suoi amici, fornendola co’ materiali d’altro Teatro che trovavasi nel già monastero dei Renani in S. Salvatore. Invaghitosi poi di tale stabilimento, volle convertirlo in teatro pubblico e a tal fine vi fece costruire quattro ordini di palchi. L’apertura del medesimo ebbe luogo nel carnevale del 1799 con l’Opera – Il Furbo contro il Furbo musica del maestro Fioravanti. Nel 1800 il Governo austriaco lo fece chiudere, ma dopo nove mesi di chiusura venne riaperto con la Pamela Nubile Opera in musica del maestro Pavesi. Nel 1804 il proprietario risolse demolire il detto Teatro, ma non ne ottenne il permesso che nel 1806. I materiali provenienti da tale demolizione furono comprati da Giuseppe Majocchi, il quale se ne servì per il pubblico Teatro di Cento, sua città nativa.