Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Qui fu la Chiesa Parrocchiale col Convento di S. Siro, antichissimo Priorato dell’Abbazìa di Pomposa.
Il Sigonio ci racconta che il B. Niccolò Albergati, vescovo di Bologna, visto che il Convento di S. Gregorio fuor di Porta S. Vitale, dei Canonici di S. Agostino (che erano canonici di Martorano), erasi ridotto al solo P. Priore e ad un Converso, concedette il Convento medesimo, dietro pontificia autorizzazione, ai canonici di S. Giorgio in Alega.
Con sua Bolla del 20 settembre 1437, papa Eugenio IV permise l’unione del Convento di S. Gregorio fuori della Porta S. Vitale di Bologna al Priorato di S. Siro della città medesima.
Papa Clemente VII, poi, con sua Bolla data in Bologna il 5 marzo 1532 assegnava al Reggimento di Bologna il Convento e la Chiesa di S. Gregorio extra muros, per farne il ricovero o lazzaretto degli infetti o sospetti d’epidemia pestilenziale. La Bolla stessa compensava d’altronde i canonici di S. Giorgio in Alega, assegnando loro un locale di S. Gregorio intra muros, ossia imponendo al Reggimento di sborsare ai detti canonici la somma di L. 10,000 da erogarsi nella fabbrica di una nuova Chiesa e Convento da intitolarsi S. Gregorio dentro, e ordinando che il Reggimento pure pagasse al Convento da abbandonarsi L. 3,396. 03. 7., come importo di Tornature 33. 138. 50 di terreno del medesimo. ossia in ragione di L. 100 per ogni Tornatura.
Non fu però che addì 16 giugno del 1534 che il locale di S. Gregorio fuori venne consegnato al Reggimento, il quale sborsò all’atto stesso della consegna l‘importo suaccennato del terreno – come da rogito di Ercole Borgognoni e di Tideo Fronti.
Narrasi che nel frattempo i canonici di S. Giorgio in Alega ritiraronsi in S. Siro, chiesa esistente entro il recinto della città di Bologna “al canto fra il Poggiale e Belvedere” asportando seco loro però il Coro mobile dl legno, che fu poi collocato nella nuova Chiesa di S. Gregorio dentro. Ma S. Siro era Chiesa sì angusta che i canonici traslocati dovettero dividersi in due gruppi, parte cioè rimanendo in S. Siro e l‘altra, rifugiandosi nella chiesa di S. Maria della Mascarella.
Nel 1551, addì 17 ottobre – mentre era Generale della Congregazione di S. Giorgio in Alega il canonico D. Leone Bugatti da Brescia, si tenne un Atto o Consesso Capitolare dal P. Priore D. Giovanni Battista Fulcherio da Brescia, dal Procuratore e Sindaco D. Cherubino Soavi da Verona, e da D. Paolo Pilati. In tale adunanza venne deliberata la vendita della Chiesa e Convento di S. Siro alla Badessa e Suore di S. Gervasio.
Il 23 marzo 1552 ottennero l’autorizzazione di sconsacrare la Chiesa e di trasferirne il titolo parrocchiale in S. Gregorio dentro, o S. Gregorio Nuovo.
Addì 9 del susseguente aprile, venne infatti sconsacrata la Chiesa, e i cadaveri che vi esistevano furono trasportati nella detta nuova Chiesa, – come risulta dai relativi Atti rogati da Cesare Beliosi.
Il giorno 21, poi, dello stesso mese ed anno, la Badessa e le Suore di S. Gervasio comprarono per L. 4,540 (in bolognini) la sconsacrata Chiesa di S. Siro. con tutte le Case, fabbricati ed orto adiacenti, ne’quali abitavano tuttora i venditori. Il rogito di tale acquisto venne fatto da Gio. Battista Garelli e da Alessandro del fu Giacomo Stiatici, e in esso trovasi indicato che detta “Chiesa e beni confinavano: a oriente con la Via pubblica del Poggiale; con altra strada” (Belvedere) “a settentrione; con le Case e stalla di Giovanni Battista Griffoni, con le Case de’ Zoanetti” (Giovanetti) “ed altri stabili già delle Suore compratrici, a mezzodì: ed il Monastero di S. Gervasio a ponente”.
Nel 1559, addì 25 gennaio – Ulisse Giovanetti comprava dalle suore di S. Gervasio una parte del già Convento di S. Siro, posta sotto la parrocchia di di S. Gregorio e Siro, per L. 2,100 – come da rogito di Galeazzo Bovi. Nel detto rogito è indicato che la detta parte di Convento era confinata “dalla strada che va a S. Giorgio, da altra strada detta Belvedere” (Belvedere di Borgo delle Casse) “dalla Casa del compratore, da quella dei Griffoni” (poi Maranini) “e dal Convento delle monache venditrici”.
E vi si legge anche una più dettagliata indicazione dei confini stessi fatta dal notajo – che tuttavia non pecca di troppa chiarezza, epperò riportiamo a titolo di curiosità – ne’ seguenti termini: “E cioè – cominciando dal lato di mezzodì – di dietro alla Casa del compratore, in confine di una muraglia – che chiude l’orto del medesimo dal cortile delle galline di dette Suore, e andando giù a retta linea da detta muraglia in larghezza di Piedi 12 netti e arrivando fino al muro dietro la Strada di Belvedere; e ancora cominciando dal lato d’oriente, in confine della Strada che va a S. Giorgio – la detta chiesa già profanata di S.Siro, e tutti gli altri terreni ed edifizi ivi compresi, per una larghezza di Piedi 27 e Oncie 9, fra la Via di Belvedere che è a settentrione e fra l’altra parte dei detti beni che cerca di comprare Domenico Pollini da dette Suore – e andando rettamente per detti beni, per lo spazio di piedi 118 in circa fin ad una muraglia divisoria, da farsi dal Compratore, di Oncie 13, che cominci dal muro delle galline e vadi dritto a Belvedere”.
Nello stesso anno 1559, addì 7 febbraio – eccoti infatti che il sovraccennato Domenico di Battista Pollini compra per L. 1,800 dalle Suore di S. Gervasio parte delle Case addette alla Chiesa sconsacrata di S. Siro, situate in parrocchia di S. Gervasio, e “in confine della Via che va a S. Giorgio, della Via Belvedere, di Ulisse Zoanetti, dei Maranini successi a Griffoni, e delle venditrici” – come da rogito dello stesso Galeazzo Bovi.
Nel 1561, addì 24 gennaio – Antonio e fratelli Torelli compravano da Ulisse Giovanetti, per la somma di Scudi 438, una “Casa sulla quale era la Chiesa di S. Siro, confinante con la strada da due lati, cioè davanti e di sotto” (Via del Poggiale e Via Belvedere del Borgo delle Casse) “con il venditore di dietro e Domenico Pollini” – come da rogito di Giovanni Maria Panzacchia e Bartolomeo Bulgarini.
Nel 1608, addì 7 gennaio – Matteo di Biagio Foresti comprava da Agostino Piazza e dalla di lui moglie Caterina d’lppolito Fibbia, per L. 9,000, una Casa situata nella parocchia di S. Gregorio dirimpetto alla chiesa stessa e confinata da stabili de‘ Maranini e de’Giovanetti – come da rogito di Vincenzo Vaselli. Sembra però debba esservi stato il patto d’affrancazione, chè risulta la possedessero nuovamente i Piazza del 1622, nel quale anno venne stimata del valore di L. 13,000.
Nel 1663, addì 12 giugno – Ercole di Benedetto Angeli comprava da Antonia Sacchi, vedova di Sebastiano Bosi, nonchè da Francesco di lei figlio, parte di uno loro Casa situata in parrocchia di S. Gregorio, per la somma di L. 4,300 – come da rogito di Carlo Vanotti. La Casa accennata nel detto rogito sarebbe precisamente la stessa di cui qui è discorso, e vuolsi che il medesimo Ercole Degli Angeli la facesse fabbricare quale presentemente si vede. Essa apparteneva nel 1715 agli eredi di Giacomo Angeli che poco dopo la vendettero, passando essi ad abitare in altra loro propria Casa in Via Saragozza che vedesi segnata con i N. 134 e 135.
Appartenne in seguito questa Casa a diversi, ma per lungo tempo alle sorelle Bianchi come eredi d’un loro fratello per nome Giuseppe, che ne era il precedente proprietario.
Nel 1766 fu comprata dal dottor Nicola Cappi (curiale del ramo di Giovanni Francesco di Matteo Cappi) vendutagli, pare, dai PP. dello Spirito Santo. Anche sugli ultimi tempi continuava ad essere di proprietà della detta famiglia, appartenendo ad un Francesco Cappi.