Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa e canonica di S. Cristina di Pietralata. Non v’ ha dubbio che questa parrocchia non fosse delle più antiche e che il suo circondario estendendosi fuori delle mura del terzo recinto, le fosse tolto, come vien detto da un rogito di Cesare Belliossi Seniore delli 22 gennaio 1545. La giurisdizione parrocchiale esterna fu conferita a S.Paolo di Ravone dei Suburbi mentre vi era priore fra Evangelista da Padova eremitano di S. Agostino.
ll libro delle Collette del 1408 la chiama Chiesa di S. Cristina del Borgo Pradello, o di Pietralata e dice che il suo patronato è diviso fra i parrocchiani Pietro Ramponi e Giacomo iuniore da Muglio ciascuno per un terzo. Si disse anche S. Cristina di porta Stiera.
Dicesi che nel 1300 avesse qui origine la compagnia detta poi di S. Francesco passata nel 1317 nella Nosadella, indi all’Ospitaletto di S. Francesco.
Nel 1568 essendosi atterrata la Chiesa vecchia che era dov’è ora il sagrato fu per cura del Curato D. Francesco Cavazza riedificata in forma più ampia e decorosa. Questa parrocchia fu una delle soppresse nel principio del secolo XIX e la chiesa fu chiusa li 16 agosto 1808 formando di essa un magazzeno da Canapa e riducendo a benefizio ecclesiastico la Prebenda parrocchiale.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Santa Cristina di Pietralata.
Chiesa parrocchiale.
Nel 1230 abitava in quella strada il celebratissimo notaro Ugoccione Pietralata.
Nel 1300 ebbe principio in questa chiesa la compagnia di S. Francesco, trasferita poi nel 1317 nella Nosadella.
Nel 1460 era parrocchia.
Nel 1558 fu atterrata la vecchia chiesa, che era situata dove ultimamente era il sagrato, ed edificata la nuova.
La parrocchia s’estendeva fuori delle mura della città, la qual parte fu poi assegnata a S. Paolo di Ravone.
Questa parrocchia fu soppressa per decreto del 24 giugno 1805 e incorporata a quella di Sant’Isaia.
La chiesa fu chiusa il 16 agosto 1808 ed assegnata alla parrocchia della Carità.
La Madonna della Rosa fu trasportata nella Certosa segandone il muro.