Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Lucchini poi Zambeccari.
L’edificio fu eretto dalla famiglia Lucchini nel secolo XVI; la facciata fu ridisegnata nel 1723, per gli Zambeccari, su progetto di Giuseppe Antonio Laghi. Nel cortile, capitelli cinquecenteschi e prospettiva architettonica del secolo XVIII. La scala è ornata con affreschi del Seicento, in ovato. Al primo piano, nella sala detta dei Quaranta, è un camino con il Ratto d’Europa di Annibale Carracci e un fregio con storie mitologiche forse del manierista fiammingo Giovanni Sons.
Indirizzo:
via Calderini, 2/2
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
I Lucchini ricchi banchieri e mercanti da seta vennero da Genova a stabilirsi in Bologna. Vincenzo di Filippo e Girolamo suo fratello fallirono li 19 dicembre 1603 per Sc. 190000, per avere voluto sostenere la ditta Bancaria dei figli di Mario Scappi, e per aver perduto un bastimento di merci di lor ragione. Vincenzo ebbe due figli, uno dei quali si era fatto Teatino li 5 ottobre 1601, e l’altro poco prima aveva preso l’abito domenicano, e con questi finì la famiglia. Li 13 agosto 1605, Paolo V concesse una lotteria dei beni Lucchini valutati L. 814000, 7, 2, che fu pubblicata li 23 dicembre susseguente, e da estrarsi entro un anno. Il premio principale eia l’impresa di Casole con palazzo, stimata L. 150000, e l’ estrazione ebbe luogo il 9 maggio 1608 nella sala dove solevansi cavare gli ullizi da utile, e con l’ assistenza di Antonio Orsini auditore del Legato, del cav. Camillo Gozzadini, del senatore Bartolomeo Marescotti e degli assunti.
Girolamo Lucchini seniore fece la prima compra in questa località di una casa di Girolamo di Azzone e di Giulio Calderini, pagata L. 1000, e posta sotto S. Damiano. Rogito Francesco Bovi delli 14 febbraio 1511.
1514, 10 marzo. Vincenzo Budrioli assolse Girolamo Lucchini del prezzo di una casa posta sulla piazza Calderini. Rogito Paolo Zani.
1521, 21 marzo. I monaci di S. Damiano assolvono Girolamo Lucchini del prezzo di 12 tavole di terra ortiva contigue alla loro chiesa, e vendute a detto Lucchini. Rogito Girolamo Castellani.
1533. Il suddetto Girolamo compra altra metà di casa da Giacomo Calderini nella piazzola, per L. 200. Rogito del dott. Castellani.
1551 (orig. 1851, Breventani ?), 17 ottobre. Calderino Calderini accorda a Filippo Lucchini di poter fabbricare a certe condizioni. Rogito Gio. Battista Canonici.
1568, 2 aprile. Vincenzo Lucchini compra da Giacomo Loiani una casa nella piazza Calderini, per L. 12500. Rogito Grazioso Marchetti. Confina col compratore, coi Romanzi, e con S. Damiano a mattina.
1568, 14 dicembre. Baldassarre Romanzi vende a Vincenzo Lucchini una casa per L. 2000. Rogito Guerino Lucchini (vedi aggiunte 1553).
1592, 6 agosto. I Padri di S. Damiano vendono una parte di cortile, ossia ortaccio a Vincenzo e fratelli Lucchini, per L. 800. Rogito Antonio Malesardi.
I Lucchini con questi stabili poterono in diverse epoche costruire questo vasto e magnifico palazzo.
1605, 22 dicembre. Permuta fra gli eredi di Filippo Lucchini e Gio. Angelelli. I primi danno al secondo la casa nobile nella piazza dei Calderini e ricevono una casa grande sotto S. Andrea degli Ansaldi (via delle scuole Pie N. 512) più una casa, o case assieme unite con botteghe da barbiere, e forno, sotto S. Nicolò degli Albari (via Altabella 1637). item una casa grande sotto S. Tommaso di Strada Maggiore rimpetto il portico dei Servi (231), finalmente altra casa sotto S. Catterina di Strada Maggiore, per L. 10000. Rogito Ercole Fontana.
Terminò questo ramo Angelelli nel senatore Francesco d’Andrea ucciso li 15 febbraio 1663, a cui sopravisse Isabella sua sorella maritata nel marchese Costanzo di Camillo Zambeccari e vedova in prime nozze del senatore Francesco Pepoli. L’ eredità passò al senatore Angelo Maria di Gio. Filippo ultimo degli Angelelli morto in aprile 1689, il quale affittò questo palazzo al marchese Filippo Xaverio Montecucoli per lire 1000, poi al predetto marchese Costanzo che nel 1688 pagava L. 1390. Per testamento degli Angelelli fatto li 28 aprile 1685, rogito Marco Marabini, pervenne ad Isabella Zambeccari, il di cui figlio marchese Camillo nel 1723 fabbricò la facciata e varie stanze come da convenzioni seguite fra lui e Giuseppe Laghi architetto, per scrittura privata riconosciuta dal notaro Valerio Azzoguidi delli 26 giugno 1723. Questo palazzo il 7 gennaio 1791 fu estimato L. 86850.