Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
La Macelleria è una delle tre fabbricate al tempo del Cardinale Donato Cesi Legato di Bologna che passava nelle Pescarie.
Li 22 marzo 1564, il curato di S. Matteo delle Pescherie diede in enfiteusi all’arte dei Beccari piedi 6 di suolo in larghezza appartenente e a detta Chiesa, e posto a ponente dell’altar maggiore della chiesa medesima, e in lunghezza quanto esisteva fra mezzodì , o settentrione , più due botteghe a settentrione (le quali dovevano corrispondere alla via degli Orefici) e tutto questo per l’annuo affitto di lire 30, e per poter fare le nuove beccarie, rogito Bartolomeo Vassalli.
1564 19 Maggio L’Università, e arte dei Macellari diedero in enfiteusi a Giuseppe Canobbi il suolo, e terreno pel locale incominciato ad uso di Beccaria sotto S. Matteo delle Pescarie per l’ annuo canone di lire 30 , rogito Bartolomeo Vasselli.
Li 19 maggio 1564. La società dei Macellari deputò Giuseppe e Girolamo Canobbi alla fabbrica già cominciata delle Beccarie sotto S. Damaso, o S. Matteo in luogo detto le Caprarie , o Via dei Scannabecchi ( l’ indicazione della strada farebbe credere che si parlasse della macelleria delle Caprarie, ma qualunque dubbio vien tolto dall’ aggiungersi nel rogito ) con due portoni uno negli Orefici , l’ altro nelle Pescherie, cedendo l’ arte ai Canobbi tutte le sue ragioni e pagandogli scudi 50 d’oro. Viceversa li Canobbi si obbligarono di terminar la fabbrica a tutte loro spese, di pagare il canone di lire 30 dovuto al curato di S. Matteo delle Pescarle, ed annue lire 80 all’ arte. Rogito Bartolomeo Vasselli.
Li 19 settembre 1564 la Beccarla di piedi 110 e piedi 36 con 10 banche era terminata.
Li 14 Giugno 1564 (orig. 1505. Errore di cui il Breventani non si accorse. Che l’anno giusti sia il 1564 lo indica l’accenno al Cardinale Donato Cesi e lo stesso rogito ditato sotto via Drapperie). Alessandro del fu Antonio Banzi rinunziò a Gioseffo del fu Francesco Ticinali una locazione enfiteotica a lui concessa da Giovanni Battista Bolognini, e da Giulio Corradini di una bottega da macellaro con guasto posto in Bologna sotto S. Matteo delle Pescherie nella Ruga detta dei Scannabecchi, o le Caprerie di sopra, e ciò stante un Serraglio fatto a spese di detto Ticinali sopra detto Guasto, d’ordine del Papa, poscia d’ ordine dei detti Bolognini e Corradini, e sucessivamente venduto ai sumenzionati Ticinali , rogito Nane del fu Andrea Costa. Sembrerebbe dall’ oscuro contesto di questo rogito che i Bolognini fossero enfiteotici di S. Matteo delle Pescherie e sublocatari al Banzi, e che per ordine del Papa fossero stati obbligati di rinunziar l’ enfiteosi ai Beccari e al Ticinali.
Si noti, che si parla d’ un Guasto, che deve essere quel suolo di piedi 6 , menzionato di sopra nel rogito Tasselli, dei 2 marzo 1564 e che si dirigeva in lunghezza da mezzodì a settentrione per cui sembra fosse un vicolo vicinale di spettanza del Curato di S. Matteo. Sul muro di confine fra questa macellaria, e la predetta Chiesa si veggono gli avanzi di una facciata la quale doveva esser quella di S. Matteo delle Pescarie, lo che indica che questa Parrochia aveva il suo ingresso antico dal detto Guasto, o vicolo.
Questo stabile appartenne dopo i Canobbi Ticinali all’ Opera dei Vergognosi, e al marchese Matteo Malvezzi, ove alla sopressione dell’ arte i Macellari vi avevano due banche, ed altrettante zecche. Il resto fu dato ai PP. dell’oratorio, e all’ Ospitale della Morte.