
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Un rogito di Rolandino di Rodolfino Fioretta (il famoso Rolandino Passeggeri) descrive la compra fatta da Fra Lamberto Bualelli, li 24 luglio 1251, per L. 235, di due case in Strada Santo Stefano, sotto Santa Tecla, in confine di detta strada, e di quella che andava a S. Giovanni in Monte, vendutegli da Lambertino, Palmirolo e Ghirardo di Gio. Pietro Rosi.
1424, 18 luglio. Zama di Giacomo Bonsignori, vedova di Pietro Gallesi, comprò per L. 300 da Giacomo di Matteo dalla Schiappa una casa sotto S. Giovanni in Monte, nell’angolo di Miola e della via che andava a S. Giovanni in Monte. Confinava i beni dei Padri, e Domenico Brancaleoni.
1463, 11 ottobre. Giacomo Marsili, Virgilio Malvezzi e Checca Torresani vendettero a Bartolomeo Lupari per L. 100, una casa che dalla parte davanti dove era il portico era sotto Santa Tecla, e dalla parte di dietro era sotto S. Giovanni in Monte. Confinava dalla parte del portico con la Strada di Santo Stefano che andava a quella di Miola, con i beni di S. Gio. in Monte e colla ratta di S. Giovanni in Monte. Rogito Nicolò Loiani e Bartolomeo Panzacchia.
1470, 17 settembre. Bartolomeo Lupari comprò da Giovanni Monterenzoli una casa sotto Santa Tecla, per Ducati 850 d’oro. Confinava il compratore, la via pubblica, i Padri di S. Giovanni in Monte e i Mazza. Rogito Antonio Seta e Bartolomeo Panzacchia.
1500, 24 settembre. Bartolomeo Lupari permutò con Francesco e Giovanni Fiessi queste case poste sotto Santa Tecla, presso la via pubblica da due lati, i Guidalotti e S. Gio. in Monte; colle case dei Fiessi nella piazzola di Santo Stefano, in confine della via dei Sorghi, più L. 2000 ai Fiessi in saldo. Rogito Giovanni Savi. (Vedi N. 95 di Strada Stefano).
1535, 6 ottobre. Lodovico Montecalvi comprò da Tommaso del fu Alberto Lana parte per indiviso di una casa posta sotto Santa Tecla, in Strada Stefano, per L. 600. Rogito Andrea Buoi. Confinava Lattanzio Guidalotti a destra, gli eredi di Andrea De Rossi ed i beni di S. Gio. in Monte di dietro.
1540, 25 maggio. Il suddetto Lodovico Montecalvi comprò da Tommaso Lana il residuo della predetta casa posta sotto Santa Tecla, per L. 1500. Rogito Girolamo Castellani. Confinava i Fiessi e i Padri di S. Gio. in Monte.
1564. Zaccaria Fiessi comprò dai Padri di S. Gio. in Monte una casa sotto la detta parrocchia, posta sulla ratta che conduce a questa chiesa, per scudi 500 d’oro. Confinava col compralore e col cimitero. La detta casa si uni al presente numero 87.
1580, 28 febbraio. lppolito Fiessi aveva in questa località :
1. La casa grande in confine di Strada Stefano e della ratta di S. Giovanni in Monte.
2. La casa con due botteghe, in confine della grande e del luogo dove fu poi fabbricato il votlone di S. Giovanni in Monte.
3. La casa sulla ratta, in confino dei Padri di S. Gio. in Monte e della casa grande.
Quando il Senato accordò suolo pubblico ai Padri di S. Giovanni in Monte in Strada Stefano, per edificare il portico davanti al voltone, concesse ancora, li 17 marzo 1633 ad Ippolito e fratelli Fiessi, confinanti, di drizzare a linea il muro e portico delle loro case contermini. Rogito Giovanni Maggi. Zaccaria di Giovanni Fiessi testò li 28 giugno 1510, lasciando erede usufruttuario Ippolito suo figlio naturale legittimato, ed i di lui figli, colla sostituzione ai Chiari. Rogito Domenico Maria Boari.
L’ ultimo dei Fiessi fu Ippolito luniore di Ridolfo di Ippolito del suddetto Zaccaria, morto li 22 febbraio 1644 nella sua casa da Santa Tecla, la quale passò agli Ariosti in causa di Francesca Fiessi moglie di Nicolò Ariosti, morta li 5 marzo 1678, indi ai Mantachetti per Barbara Fiessi moglie di Pompeo Mantachetti. Li 28 agosto 1703 seguì transazione fra Ippolita Pietramellara Pasi e Anna Catterina Fasi Albergati coi conti Ugo e fratelli Ariosti, nella quale le dette Fasi assegnarono agli Ariosti un casamento nobile, con stalla e teggia separate nelle vie di S. Felice a delle Lamme; e gli Ariosti assegnarono alle Fasi una casa in Strada Stefano, che loro toccò nella divisione seguita li 24 maggio 1704 con Barbara Fiessi Mantachetti. Rogito Cattani e Borgognoni.
La detta transazione seguì a rogito di Gio. Petronio Giacobbi.
La suddetta casa passò poi ai Chiari, detti Lupari-Fiessi, i quali finirono in Camillo Filippo del conte Antonio Bartolomeo, morto li 29 dicembre 1750.
La famiglia Chiari non è Toscana, come molti hanno creduto, ma antica bolognese, che nei primi tempi si disse dalla Chiara da una donna di questo nome. Camillo di Cristoforo Chiari testò li 22 novembre 1562. Mancate le discendenze di Filippo, di Ettore e di Camillo, suoi figli, chiamò i discendenti maschi di Cristoforo, e mancati questi ancora, ordinò che fossero eletti sette esposti e fra questi uno fosse estratto a sorte e avesse adottato il cognome dei Chiari. Rogito Giulio Seccadenari.
Il Negri, sotto la data del 1112, dice che la Torre dei Chiari era nella casa già Pietramellara in Borgo Salamo. Questi stabili furono poi acquistati da Bartolomeo Macchiavelli, che li restaurò, indi appartennero al suo erede dott. Giuseppe Macchiavelli, il quale li ridusse ad un solo facendovi la facciata uniforme sino al voltone di S. Giovanni in Monte.