Dai Cartigli del Comune di Bologna
Oratorio di San Rocco.
Nel 1506 fu edificata una chiesa in onore di una Pietà dipinta sulle mura e vi ebbe sede la Compagnia di Santa Maria della Pietà e di San Rocco. Il portico è di P. Fiorini (1598) e la facciata di M. Tommasini (1661). Nel 1614 fu costruito l’oratorio, al piano superiore, dove sono conservati dipinti, entro ornati di G. Curti, con le Storie di San Rocco di Guercino (1618), G. B. Valesio, A. Provaglia, P. Desani, G. Cavedoni, F. Carracci, A. M. Colonna, G. F. Gessi, L. Massari, D. M. Canuti.
Indirizzo:
via Calari, 4
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa e compagnia di S. Rocco, quivi era la porta del Pradello chiusa nel 1445 dopo che Bettozzo Canetoli , e Francesco Ghisilieri fuggirono da Bologna per l’ assassinio da loro commesso li 24 giugno nella persona di Annibale I Bentivoglio, e se si osserva il muro dalla parte della fossa si vede l’arco murato di detta porta. Quivi pure entrava nel borgo del Pradello il primo canale di Reno che alimentava li molini inferiormente fabbricati e che fu di qui deviato prima della costruzione del terzo recinto di Bologna.
Dicesi che murata la porta del Pradello fosse collocata nel muro una immagine della madonna che richiamò la divozione del vicinato per cui poi nel 1500 vi fu cominciata una chiesa col titolo di S. Maria della Pietà, e di S. Rocco. Li 6 agosto del 1509 vi fu instituita una Compagnia, la quale ottenne li 16 dicembre 1598 di erigere un portico , che facesse prospetto al Pradello. Nel 1606 si ampliò la chiesa, e nel 1614 si costrusse l’oratorio, e si rinnovò l’attual portico finalmente nel 1661 fu fatta la facciata. La compagnia fu soppressa al 25 luglio 1798.
Il Senato di Bologna aveva più volte pensato alla necessità di stabilire uno o più Cimiteri a comodo della Città, anzi decretò li 28 giugno 1784 all’unanimità la costruzione di quattro fuori di Città, e a portata degli altrettanti quartieri che dividevano Bologna, vari furono li locali progettati, e vari li disegni di capellette da erigersi in ciascun cimitero, quando terminò il Senato senza aver dato opera a questo utile divisamento.
Stabilito per generale Cimitero il qui sopra descritto magnifico e grandioso Monastero della Certosa nel 1801 occorreva anche un sito di deposito per li cadaveri prima di trasportarli al Cimitero, e cadde opportunemente il pensiero di stabilirlo nella chiesa di S. Rocco , dove si apri la così detta camera mortuaria li 14 aprile 1801 coll’ assistenza di un sacerdote, e di un laico Francescano del convento della Santissima Annunziata, ai quali li 7 luglio 1802 fu sostituito il Vicario che gode il benefizio della soppressa chiesa parrocchiale di S. Cristina di porta Stiera alias di Pietralata.
Quivi adunque ogni sera dopo un’ora dal tramonto vengono trasportati li defunti del giorno, li quali sull’ albeggiare si collocano in carrette divise in tre compartimenti, che mediante altrettanti cavalli sono condotte alla Certosa, dove verificati in apposito sito li cadaveri si sotterrano, sia nei particolari depositi, o sia nel generale Cimitero.
Per questa destinazione si aprirono nella chiesa di S. Rocco alcuni finestroni, e praticossi una chiavica per allontanare qualunque infezione d’aria ed assicurare al locale la necessaria salubrità. Però riconosciuto si indecente, che una chiesa ufficiata e frequentata servisse al destinatogli uso , volle togliere quest’ abuso, l’ Arcivescovo Oppizzoni ordinando che presso o fuori di detta chiesa si fabbricasse un apposita camera di deposito per li giornalieri defunti, e che fu compita nel 1827. Ma siccome la communicazione fra S. Rocco e porta di Sant’ Isaia era ristretta e pericolosa si levò nel 1828 tutto il terricio della mura collocandolo nella fossa, essendosi cosi ottenuto una strada ampia e sicura per il trasporto dei cadaveri dalla camera mortuaria al cimitero.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
S. Rocco.
Chiesa e compagnia a capo del Pratello.
La chiesa fu fabbricata contro un’antica porta della città, delta del Pratello, chiusa nel 1445 dopo esserne usciti Bettozzo Canetoli e Francesco Ghisilieri coi suoi seguaci dopo la morte di Annibale Bentivoglio.
Nel 1506 fu cominciato un oratorio, ed il 6 agosto 1509 fu istituita la compagnia.
Nel 1606 fu ampliata la chiesa, e nel 1614 fu fatto il portico, e terminato l’oratorio.
Il primo filatoglio fu impiantato fuori di Strada Castiglione nel 1272 da ser Borghesano mercante in seta, lucchese. Si servì del canale di Savena. Il secondo fu fabbricato da suo figlio Bolognino nel 1341 in Fiaccacollo.
L’ 11 giugno 1538 Cesare Dolcini e Vincenzo Fardini furono dipinti appiccati per un piede al palazzo del Podestà per aver portato in altre città l’arte del filatoglio.
Il primo lavorava la seta e il secondo era falegname.
Nel 1601 Ugolino portò l’arte a Modena ed in altri luoghi, ed il suo ritratto, appiccato per i piedi, si vedeva nel muro delle prigioni rimpetto alla dogana.
La compagnia di S. Rocco fu soppressa il 25 luglio 1798.
Il 14 aprile 1801 cominciò quivi la camera mortuaria del cimitero della Certosa, ed alla sua custodia furono destinati due frati dell’ Annunziata, e cioè un professo e un laico, i quali il 7 luglio 1802 abbandonarono quest’assunto e ritornarono al loro antico convento.
Fu disselciato questo locale per formare delle chiaviche e dei scoli indispensabili, e furon aperti dei finestroni per far girar l’aria e darvi ventilazione.