Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Ingresso antico dell’Ospitale della Morte.
Il Sigonio de Episc. Bon. proseguendo il suo errore nel credere Alberto Acciaioli Vescovo di Bologna, quando era Giovanni Acciaioli non Vescovo ma deputato dal Vescovo di Bologna Bertrando de Texenderio a farvi le funzioni vescovili, dice, che nel biennio dopo il 1336 approvò l’unione di alcuni devoti detti di S. M. della Morte, i quali per spirito di Carità edificarono un Ospitale per ammalati presso la piazza, gettando la prima pietra il giorno di S. Margarita, cioè, li 20 luglio 1336.
Che l’approvazione della Compagnia sia del 1336 è probabile, ma non si crede che la sua prima instituzione fosse diretta ad aprire un Ospitale per infermi, ma bensì che il suo primo, e vero Instituto fosse di confortare li condannati a morte, ed eccone le ragioni. Nel libro dei memoriali sotto l’anno 1338 si trova registrato il testamento di Samolino Pavanesi il quale fa un legato alla Compagnia della Morte, servendosi di questa espressione: — Item Societati qui vadunt ad Iustitiam. — La medesima espressione si vede in altri atti susseguenti, sicchè pare che questo fosse il suo vero , e primo istituto. Così in un’atto del 1339 si legge: — Hospitali devotorum qui associant homines ad Iustitiam, — pare quindi che solo nel 1339 avessero formato l’Ospitale. Così in altro atto del 1340 si legge : — Bartholomeus de Argile Prior Societatis Battutorum de Morte, et misericordia, qui vadunt ad justitiam.
Nel 1350 li 26 novembre si trova che la Compagnia comprò per ampliare e aggrandire l’ ospitale da Domenico detto Mengo, e da Giacomo del fu Venturino fornaro, una casa sotto S. Michele dei Lambertazzi, che confinava da due lati coll’Ospedale, e dagli altri con gli eredi di Giovanni Ospitatore di Desio Bualelli, con una casa dei frati degli Apostoli e colla via pubblica.
Fu data una nuova ampliazione all’Ospitale pochi anni dopo, essendochè per questo fine compra la Compagnia li 26 luglio 1364 da Graziano, e Francesco del fu Artinisio di Franceschino Artenisi una casa piana sotto S. Cristoforo dei Geremei, che confina coll’Ospitale da due lati, e la via pubblica dagli altri lati, pagata lire 100 rogito Francesco del fu Lorenzo Costa.
Nel 1377 1 marzo l’ Ospitale comprò da Lucchino del fu Bartolino della Cura una casa piana sotto S. Vito dei Lambertazzi, presso l’Ospitale, e in via pubblica da tre lati, per lire 200. Rogito Stefano di Giacomo Ghisilardi.
Li 13 ottobre 1394. Gli Anziani decretarono a favore dell’ Ospitale che si chiudesse con muro certa viazzola turpissima e disonesta tra l’Ospitale, e S. Michele dei Lambertazzi, e quella tener chiusa, e incorporata a detto Ospitale. Rogito Giacomo Toschi, Giacomo da Castel de Britti e Pietro Urselli.
Antonia di Giovanni Bambaglioli moglie di Matteo Gessi vendette li 11 gennaio 1430 una casa per lire 120 all’Ospitale posta sotto S. Cristoforo del Ballatoio in confine dell’ Ospedale, degli eredi di Enrico Felicini, e della via pubblica, la qual casa fu demolita a comodo dell’Ospitale, rogito Frigerino S. Venanzi. Confinava colla detta casa della Gessi quella degli eredi Felicini, la quale anche essa sarà stata comprata per ampliare l’Ospitale, ma di questo acquisto non se ne trova memoria.
Nel 1433 li 4 aprile, per ampliare l’Ospitale fu demolita la Chiesa di san Remigio di proprietà della Chiesa di S. Appolinare di Seravalle,. che era stata venduta ai Battuti per lire 200, rogito d’assoluzione del prezzo fatto dai notaio Frigerino di Savenanzi.
Il Giovedì 19 agosto 1434 a ore 20 fu ultimato conduzione dell’acqua della fonte Remonda all’ Ospitale della Morte, che fu usata da molti per la sua bontà, a modo che i Dazieri del vino se ne ingelosirono, e vi si opposero perchè ne soffrivano, e tanto si adoperarono che fu rovinato il condotto. Vedi Ghirardacci.
Nel 1435 era già fatto il portico dalla parte di S. Cristoforo del Ballatoio. Susseguentemente li 4 aprile 1433, il Priore di S. Apolinare di Seravalle assolse l’Ospitale della Morte di lire 200 per saldo della Chiesa di S. Remigio già demolita dall’ Ospitale , ed incorporata nella nuova fabbrica di detto Ospitale, rogito Frigerino Savenanzi.
1544. Dimissione fatta da Ippolita figlia, ed erede del fu Cesare dalla Nave con il consenso di Francesco del fu Giovanni Aspettati suo marito a favore dell’Ospitale di una casa sotto S. M. dei Carrari, che confinava i beni della morte essendo successori del dottor Filippo da Milano, gli eredi di Francesco Salimbeni successori degli eredi di Giovanni Arrigoni, altri beni dell’ Ospitale, la via pubblica, per lire 600. Rogito Melchiore Beroaldi. La detta casa servi per la nuova fabbrica dell’ Ospitale.
1550 3 Giugno. Cessione alla Morte di Alessandro del fu Pietro Bianchi di testare le ragioni ad esso spettanti sopra una casa, che li 30 marzo passato Bianchi aveva acquistata da Ippolita del fu Cesare dalla Nave, vedova di Francesco Aspettati, è posta sotto S.M. dei Carrari, confina gli eredi di Nascentore Nascentori, l’Ospitale, certa viazzola verso detto Ospitale , e Scipioni Vasselli mediante l’Androna, per lire 650. Rogito Giovanni Beroaldi.
1566 30 Marzo (vedi sotto 1565)s. Convenzione fra la Compagnia della Morte, e Antonio di Bernardino Trebigli per la fabbrica da farsi sopra le volte del portico della Chiesa della Morte, dove eran già le scuole di medicina. Rogito Francesco Barbadori. Li 22 dicembre la fabbrica del portico della Morte era finita.
Nel 1436 fu deciso dai devoti di fare l’ Oratorio il quale dopo esser stato ampliato fu riaperto li 15 agosto 1585. Questo vecchio Oratorio fu destinato ad infermeria per le donne, e gliene fu sostituito un nuovo che si apri nel 1719.
Lo Spedale della Compagnia della Morte e dell’ Ospitale della Morte fu concentrato in quello della Vita dietro Reno, dove furono trasportati gli ammalati, restando qui un ambiente con alcuni letti, e cocchietti per accorrere ai bisogni di feriti, e pericolati.