Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa dedicata alla B. V. detta della Compagnia della Morte. Li 21 o 22 gennaio 1427 questa Chiesa fu benedetta e dopo fu posta la prima pietra fondamentale del portico dal pillastro d’angolo verso la piazza mentre nevicava essendo rettore della Compagnia Bernardino Muletti notaro, priore Ciro Affrapadore, e massaro Giovanni di Nicolò Carlini speziale.
Li 10 settembre 1524, l’Ornato accordò all’Ospitale suolo pubblico per fare un portico, che dalle case dei PP. di S. Michele in Bosco condotte da Nascentore Nascentori, e cioè per pertiche 12, arrivasse ad attacarsi a quello che restava avanti la porta principale della Chiesa della Morte. Questa concessione fa rebbe credere che il portico fatto nel 1427, cominciasse dall’ angolo della via del Pavaglione, e terminasse d’avanti la porta della Chiesa.
Nel 1565 li 30 marzo (vedi sopra analogia con 1566), passarono convenzioni con Antonio del fu Bernardino Trebigli architetto per la fabbrica nuova da farsi sopra le volte del portico della Chiesa dell’Ospitale dov’erano già le scuole di medicina. Rogito di Francesco Barbadori.
Nel 1569 Pio V ordinò regolamenti per le lettere di cambio , e fissò il portico davanti all’Ospitale della Morte per loggia del cambio , ordinando che detto portico dovesse dirsi Loggia del Cambio. Nel 1735 la Chiesa fu rimodernata.
Nell’ 1600 circa sotto il portico vecchio della morte vi si tenne per poco tempo il Pavaglioncino ossia lo smercio dei Bozzoli coltivati in Città.
Li 30 agosto 1433. Marco Condulmerio Vescovo Avignonese, e Governatore di Bologna destinò il Rettore, Priore, Massaro e Uomini della Compagnia della Morte, al governo dell’Immagine della B. V. di S. Luca e in conferma della concessione fattali dagli Anziani e Collegi di poter portare la detta S. Immagine alla Città di Bologna processionalmente, e collocarla nella Chiesa dell’Ospitale per qualunque bisogno della Città, concedendo alla Compagnia di far fare un armadio, entro il quale debba conservarsi detta immagine dalla Chiesa del Monte della Guardia e munirlo di tre chiavi, una da stare presso il Gonfaloniere o Priore degli Anziani pro tempore, l’altra presso la Priora di S. Mattia e la terza presso il Rettore della Morte. Ordinava ancora che ogni anno in perpetuo nella prima domenica di luglio detta immagine per gli uomini di detta Compagnia fosse portata a Bologna, ed incontrata alla porta dagli Anziani e Reggimento, da tutte le compagnie, clero e popolo di Bologna assieme a tutte le reliquie dei Santi della Città ecc. poi fare processioni portandola in qualche Chiesa destinata a ciò, ivi cantandovi la messa solenne, e poscia per detti uomini riportata al suo luogo solito accompagnata come sopra dal clero e popolo sino alla porta di Saragozza. Di qui ebbero principio le processioni che poi si fecero per le rogazioni minori, li quattro giorni precedenti alla solennità dell’Ascensione, funzione che per l’ ultima volta fu regolata da questa Compagnia secondo l’antica consuetudine sotto il Priorato del conte Domenico Leverà. L’ ultimo Priore della Compagnia della Morte fu il marchese Francesco di Guido Pepoli essendosi sciolta , e preso possesso dei beni della medesima, non che della Congregazione dell’Ospitale li 9 luglio 1798 dal Governo.
Le Rogazioni minori furon continuate trasportando la B. V. dal Monte della Guardia, alla Chiesa di S. Pietro, di dove si conduceva processionalmente il lunedì, martedì e mercoldì alle Chiese destinate per cantarvi messa solenne; uso che fu levato e d’ allora in poi la S. immagine stette per tutti i giorni delle Rogazioni esposta alla venerazione dei fedeli sull’ altar maggiore della Cattedrale, di dove è tolta soltanto il mercoldì dopo pranzo per dare la benedizione sulle scale di S. Petronio.
La Chiesa fu chiusa li 31 gennaio 1799 e affittata ad uso di magazzeno di mobili, e di libraria. L’ Ospitale fu soppresso , e decretata la sua unione a quello della Vita dietro Reno li 2 giugno 1800, e li 8 susseguente si cominciò il trasporto degli ammalati, e feriti al nuovo Ospitale. L’Oratorio della Compagnia, e parte delle infermerie furono occupate da una fabbrica di seterie, e da falegnami.
La conforteria, o assistenza ai condannati cessò col cessare della Compagnia. L’ ulimo assistito secondo l’antico ordine fu Domenico Benedetti da Palazolo stato Fiorentino decapitato li 10 settembre 1796 sotto il Priorato del conte Pietro Aldrovandi.
Clemente VIII con bolla delli 11 aprile 1592 soppresse la Prefettura Generale della custodia dei Guardiani delle Carceri, e ordinò che in ogni Città dello stato Ecclesiastico, l’ uffizio del Custode delle prigioni fosse applicato a quella Compagnia Spirituale, che fosse stata solita di esercitare uffizi di carità verso i poveri detenuti. Alfonso Paleotti coadiutore della Chiesa Vescovile di Bologna dichiarò per la più degna secondo la mente Pontificia la Compagnia della morte rivestendola della Prefettura dell’ufficio di custodia, e del diritto di deputare i Guardiani delle Carceri.
Resta a dirsi che questa Compagnia ebbe li 11 aprile 1592 la Prefettura ed ufficio della custodia e deputazione dei guardiani delle carceri. Il primo custode detto poi Capitano delle Carceri nominato dalla Confraternita della Morte fu Meo Nanni eletto li 9 giugno 1592, l’ ultimo fu Giovanni Battista Presciuti confinato li 18 luglio 1796.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Santa Maria della Morte.
Chiesa posta sull’angolo della Piazza Maggiore retta da una Arciconfraternita, che ebbe principio il 13 luglio 1336, nel qual tempo fu incominciata la fabbrica della chiesa, e dell’ospedale.
Ai 22 gennaio 1427 a ore diciotto in martedì si consacrò la chiesa, e fu posta la prima pietra del pillastro verso la Piazza del vecchio portico, il quale fu poi rifatto per accompagnare quello delle scuole, e l’altro dei Banchi.
Nel 1677 furon terminate le infermerie di sopra per le donne, le scale, e l’altra infermeria per gli uomini dalla parte della strada, di faccia al vicolo della Scimmia, non ché la capeIla del Crocifisso.
Vicino alla chiesa della Morte vi era il Monte della Scala ove facevansi pegni di ogni sorta.
Questa Arciconfraternita fu soppressa il 16 agosto 1798.
Il 31 gennaio 1799 chiusa che fu la chiesa, gli obblighi di messe ed i confessori furono traslocati in S. Petronio.
Il 12 gennaio 1798 fu decretato che le rendite dei due ospedali, dei Pellegrini di S. Biagio, e di S. Francesco, fossero applicate agli ospedali della Vita, e della Morte.
Il 22 ottobre 1796 fu concesso alla parrocchia di Santa Maria Maggiore di seppellire i suoi morti nel cimitero di S. Giovanni del Mercato.
Questa chiesa dalla porta maggiore fino alla penultima capella, fu messa ad uso di rigattiere, il resto colla capella maggiore, a magazzeno di droghe, con ingresso da due delle botteghe vecchie sotto il portico. La cucina adiacente a vendita di farina, e minestre, ed altre adiacenze per sartoria, e rigattieri e la sagristia a magazzeno da libraio. L’oratorio grande superiore levati li arcibanchi fu messo ad uso di fabbrica di tellari da seteria. L’ oratorio della Conforteria fu ridotto ad ospedale per i prigionieri a due piani, e dopo poi fu abbandonato.
Il 5 giugno 1802 (il Breventani riporta 1801) fu decretato che questo ospedale fosse unito a quello della Vita, e l’otto giugno suddetto fu cominciato il traslocamento degli ammalati in tanti cataletti. I due ospedali uniti presero il nome di Grande Ospedale della Vita e della Morte.
I libri, e gli archivi della Conforteria si trovavano presso il canonico Ambrogi, i quali esistevano tuttavia presso di lui nell’anno 1817.
Sotto il Carrobbio vi era il foro della Mercanzia, siccome pure una capella, la quale fu distrutta. Pare che alcune parti di quella residenza fossero state unite al vicino palazzo Sampieri.