Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa dell’arte dei Macellari
Prima del 1244 a cominciare dal predetto vicolo fino a tutto il portico erano Beccarie di diversi proprietari che furon vendute alla compagnia dei Beccari.
1244 9 giugno. Il Massaro, e uomini della compagnia dei Beccari comprarono da Aspinello, e da Isdra padre e figli Scannabecchi una casa sopra l’Avesa, nel qual luogo si esercitava l’arte della Beccaria. Confinava la strada di Porta Ravegnana, l’ Avesa ecc. per L. 110. Rogito Martino Antolini.
1244 10 giugno. La detta compagnia comprò da Guerriera di Giuseppe Toschi vedova di Timone Mai altra casa nella quale abitavano i Beccari in Porta Ravegnana. Confinava Arpinello Scannabecchi, per L. 150. Rogito Martino Antolini.
1244 29 dicembre. Gherardo di Rolando da Campiano, Ogni Bene di Biagio, e Gualterini d’Alezzo vendettero alla suddetta compagnia una stanzina verso l’ Avesa, per L. 37 10. Rogito Bonazunta.
1248. I Beccari comprarono da Guglielmino di Ravegnano, e da Caccianemico suo figlio la terza parte per indiviso della casa, delle sue Beccarie in Porta Ravegnana. Confinava altri beni dei compratori, per L. 133. Rogito Martino Antolini.
1251 15 giugno. Gli stessi comprarono da Pietro Maria Rolandino di Savignano una casa nella quale erano le Beccarie a ponente dell’ Avesa. Confinava i beni dei compratori, per L. 100. Rogito Montanaro di Bertoldo.
1251 22 ottobre. I medesimi comprarono da Petronio Guarini, e da Giacomina di Lambertino Boccaderonco una casa ad uso di Beccaria in Porta Ravegnana nell’ Androna delle Giupponerie. Confinavano i compratori, Ivano da Castel Vecchio, con la giurisdizione dell’ Avesa. Rogito Martino da Manzolino.
1383 20 dicembre. Pietro del fu Matteo di Stefano Corvolini vendette alla Società dei Macellari una casa sotto Santa Maria di Porta Ravegnana con portico, banche e scorticatoio presso la strada ed i Guastavillani, compreso il jus dell’ Avesa. quattro casolari assieme uniti con terreno dal lato anteriore posti sotto S. Dalmasio ed in parte sopra l’ Avesa, presso i frati di S. Francesco, i Guastavillani e l’ infrascritto terreno. Una casa in cappella S. Dalmasio confinava gli eredi di Mino da! Follo, gli eredi di Benvenuto de’ Pariensi da un lato, l’ infrascritto terreno, gli eredi di Antonio di Ser Francesco da Castagnolo, la via pubblica, una casa piana e pellatoio sotto S. Dalmasio in confino dei successori del fu Francesco di Bonaventura Drappiero, e di una casa dell’ospitale dei Battuti. Rogito Lodovico del fu Nicola Magnani.
I Guastavillani possedevano di qua e di là del Mercato di Mezzo dal pelladuro, e segnatamente presso la cappella della Madonna dei Beccari, della quale non si conosce precisamente l’ubicazione, ma è molto probabile che fosse dov’era un’immagine di Maria Vergine sotto il portico annesso alla Pescaria Nuova.
Le Beccarie erano divise in 133 morelli. Sopra il suolo delle suddette compre fu fatta la casa N. 66 che spettava ai macellari anche nel 1796, e la grande macellaria N. 65 lunga piedi 130 larga piedi 32 che conteneva 14 banche. Sotto il portico della casa eravi una Beata Vergine che forse indicava il luogo dove già fu la cappella della Madonna dei beccari.
Dall’ “Indicatore Bolognese” di Sebastiano Giovannini:
Uscio pari muro di sette arcate a un piano.
Portoncello delle Pescherie per li venditori di ranocchi.
Uscio.
Cancello Ingresso alle Pescarie nuove.
Questo locale era il vecchio macello de’ Bovi. Fu fatto costruire a quest’uso da GIacomo Rizzi detto Ciavannini nell’anno 1817.