Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa del collegio Gregoriano, detta dei Mondatori, affittata ai Canetoli per annue L. 22, e da essi subaffittata a mastro Battista Fioravanti per lire 30 annue, col patto di pagare ogni anno L. 8 alla Camera, e così rilevasi dall’inventario degli immobili di alcuni banditi in causa della morte di Annibale Bentivogli. Rogito Bartolomeo da Moglio delli 15 luglio 1445.
Pare che la conduzione di questa casa dei Canetoli datasse dal 10 gennaio 1416 fino all’ epoca del loro bando.
Rimesso in possesso il collegio Gregoriano della casa dei mondatori, ed assegnate le sue rendite ai Padri Domenicani, nel 1452 affittarono a Nannino Speltino la casa del Mercato dove si mondano le biade, per L. 22. Li 19 aprile 1456 i XVI Riformatori concedettero a Michele Marini una casa detta la Biava, confiscata ai Canetoli, e con essa altri beni confiscati ai Correggi per l’ assassinio di Annibale Bentivoglio seguito li 24 giugno 1445.
Li 13 ottobre 1517 Girolamo Sarti comprò da Gio. Francesco Bongiobbi la metà di una casa sotto il portico dei Mondatori, detta della Biada, la quale è all’ opposto del portico ove si vendono le biade. Confina il Mercato da tre lati, una strada fra questa casa e quella dove si vendono le biade a mezzodì, quella dietro ai molini a oriente, il mercato a settentrione, e Giovanni de Soradi de Plobo a ponente, per iire 450. Rogito Antinoro Machiavelli.
1518, 2 agosto. Girolamo del fu Giacomo Sarti, e Gio. Antonio del Sordo comprano dalla Camera di Bologna un terreno contiguo alle loro case nel mercato de’ buoi, il qual terreno è dopo le case verso il campo grande del mercato, e si estende dal capo del suolo che è verso le Stadiere, e Moline, ed ha principio dalla casa del Sarti fino a quella di Battista Manfredi.
Altro terreno fra le case del detto Sarti dove si mondano le biade, e fra le Stadiere e Moline, di lunghezza piedi 37 dall’angolo anteriore di dette case sino all’ angolo posteriore di esse, e sino al terreno sopradescritto, che è di lunghezza pertiche 4 da misurarsi dal stilicidio di esso Sarti verso le Stadiere.
Più altro terreno nella parte anteriore delle case dei compratori stendendosi in lunghezza quanto sono dette case, che è di piedi 78, e di larghezza da una parte piedi 40 e dall’altra piedi 5, misurando detta larghezza dai stilicidi di dette case verso la via pubblica, verso le case ove si vendono le biade, e verso le case dei capi delle Moline.
Fu pattuito però che i compratori debbano erigere un portico anteriore alle dette case per tutta la lunghezza del suolo ad essi venduto; il qual portico dovrà esser largo piedi 11. L’altro portico nella parte posteriore di dette case verso il Mercato sopra il suolo ad essi venduto da un capo all’altro sarà largo piedi 15. Innoltre il Sarti dovette erigere altro portico in capo della di lui casa sotto la quale si mondano le biade, la qual casa è rimpetto a quella ove sono le stadiere e verso le Moline, e il portico dovrassi estendere da un angolo all’altro della stessa casa, e dovrà esser largo piedi 12.
Il tutto fu pagato L. 150. Rogito Gio. Andrea Garisendi.
Li 19 dicembre 1581 fu emanato dall’Ornato il seguente decreto: — Giacomo del fu Camillo Sarti ha la sua casa nella via del Mercato, fra tre strade ( via Imperiale, Berlina, e Borgo di Sant’ Andrea ) una chiamata dalle Moline dalla parte davanti, l’altra Staterarum dal lato orientale, e la terza chiamata Sant’ Andrea dal lato settentrionale; gli si concede di occupare un angolo pubblico per fabbricarvi un portico lungo piedi 77 e largo piedi 9 e oncie 7 con pillastri di pietra, a condizione di farlo entro un triennio, tanto più che l’angolo di detta casa, la quale è assai ampia, verrà circondata da portici da ogni lato. —
Questo stabile fu fabbricato dal Sarti nel modo che prescrive la suddetta concessione, e fu goduto dai suoi discendenti fino al canonico Gio. Matteo del fu Camillo Sarti, il quale con suo testamento delli 17 maggio 1657 lo lasciò ad Antonio Camillo di Bonfiglio Bonfigli Tagliacozzi, nel qual testamento descrive questa casa per grande, con stalla e rimessa, posta sotto S. Martino Maggiore, incontro la casa della Biava. Rogito Alessandro Andrei.
Li 24 febbraio 1625 prese fuoco la casa di Camillo Sarti rimpetto a quella della biava, e abbruciarono due terzi dell’ isola.
1599. Testamento del dottor Gaspare del fu Gio. Andrea Tagliacozzi, marito di Giulia Carnali, col quale lascia eredi Gio. Andrea e Antonio suoi figli, e sostituisce Bonfiglio e Virginio di Girolamo Bonfigli, suoi nipoti ex sorore. Rogito Andrea Mini.
L’ avere unito il cognome Bonfigli i possessori di questo stabile a quello dei Tagliacozzi, ha fatto credere a taluno che appartenesse al famoso medico chirurgo Gaspare Tagliacozzi, figlio di Gio. Andrea di Giorgio dalla Vacca, alias Tagliacozzi, nato nel 1546 e morto li 7 novembre 1599. Il di lui figlio Gio. Andrea confermò in eredi, con suo testamento delli 9 luglio 1611, rogito Bartolomeo Uccelli, i suddetti Bonfiglio e Virginio Bonfigli, i quali dopo la di lui morte, seguita li 14 luglio dell’anno stesso, assunsero il cognome Tagliacozzi. I di lui discendenti mancarono in Francesco morto in questa casa li 13 aprile 1741, e ne furono eredi i conti Paolo Patrizio senator Zambeccari da S. Barbaziano, e i Landini.
Questa casa fu dai Bonfigli venduta ai Sita, che la possedevano anche del 1715.