Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Stabile composto di due case. Quella che trovavasi al finir del portico verso mezzogiorno aveva un antichissimo ornato alla porta, che aveva appartenuto ai dal Gesso della capella dei SS. Pietro e Marcellino. Guglielmo di Rolando, dottor famoso, e Alessandro dal Gesso la vendettero a Guglielmo di Campolo Bottrigari li 9 giugno 1266. Rogito Guglielmo di Bentivogli Canuti.
Costoro, di partito Lambertazzo, furon conti del castello di Gesso atterrato per rivoluzione. Si dubita ragionevolmente che i Gessi della famiglia senatoria derivassero dai dal Gesso suddetti, forse estinti col secolo XIV, o al cominciare del secolo XV.
Pare anche che questo stabile sia stato dei Bedori, poi degli Albergati. Nel secolo XVI era dei Merighi, Americi, o Aimerici, famiglia nobile oriunda da Vigorso, o Granarolo, finiti in Vincenzo di Prospero, morto ab intestato nel 1646, per cui furono eredi le due di lui sorelle suor Violante monaca in Sant’Agnese, e Lavinia moglie di Ulisse Angelo Bianchini, e per essa i di lei figli conte Cesare, senator Prospero, e Domicilla Bianchini in Francesco Paselli.
Questo stabile con una casetta annessa furon stimati nel 1647 L. 18800. Confinava a levante la via dei Gombruti, a ponente uno stradello pubblico (Tintinaga), a mezzodì Carlo Castellani e Lorenzo Barbieri, e a settentrione gli eredi di Antonio Locatelli.
Servì al collegio di S. Tommaso d’ Acquino fondato da D. Girolamo Canuti sotto la protezione del priore di S. Domenico, poi del Duca di Mantova quando fu trasferito in una casa nella piazza dei Calderini, dove fu anche erretta l’ accademia degli Avvivati. Pare che la sua origine rimonti al 1646, ma qualcuno la dice del 1657. Vi si accettavano i figli dei cittadini, e mercanti esteri e nazionali mediante pagamento di L. 35 mensili. Li 8 maggio 1670 fu trasferito nel monastero di S. Colombano, indi nel 1679 in questa casa nei Gombruti, dove finì nel 1684. I Belloni, ricchi banchieri, ne fecero l’acquisto assieme ad altre tre. una delle quali nei Gombruti, e due nel vicolo Roccamerlata, e sopra questa fu fabbricata dai fondamenti la presente casa da Antonio Belloni nel 1759. Lo stabile già Gessi era di Francesco Varzi mercante di pannine, e l’altra in confine del N. 1140 era dell’ ospedale di S. Francesco. Le due case in Rocca Merlata, o Tintinaga, una era di piedi 23 di fronte, e apparteneva al detto Varzi, e l’altra di piedi 63 a Luigi Gessi.
Il suddetto stabile, passato all’ erede Tommaso li, fu venduto nel 1824 ai fratelli Nizzardi.