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Via Manzoni 4 (N.590) – Palazzo Ghisilardi

Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Ghisilardi
I Ghisilardi affidarono la costruzione del loro palazzo di famiglia, a partire dal 1483, a mastro Zilio di Battista Montanari. Eleganti sono la facciata ed il cortile a doppio loggiato e i grandi mensoloni in arenaria scolpiti. All’interno sono visibili alcuni resti romani, cospicui avanzi della rocca imperiale del XII secolo e una torre duecentesca, appartenuta già alla famiglia Conoscenti.
Indirizzo:
via Manzoni, 4


Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Sembra che questa casa fosse nel 1390 quella degli eredi di Bettino Cattani di Budrio, e nel 1428 di Giacomo Garganelli. Non si è trovato per qual contratto passasse ai Ghisellardi.
Bartolomeo seniore Ghisellardi ordinò nel suo testamento, che terminate le linee Ghisellardi, si erigesse nel suo palazzo sotto Santa Maria e S. Luca di Castello, e Sant’ Andrea dei Piatesi, un ospedale a somiglianza di quello della Morte. Questa disposizione fu commutata da Clemente VII li 19 gennaio e 19 marzo 1523 nella fondazione di una capella dotata di quattro capellanie perpetue con messe quotidiane per l’anima del testatore, e che tutto il resto rimanesse libero agli eredi di Lodovico di Bartolomeo iuniore, morto nel 1531, il quale nominò suo erede Antonio di Lodovico Musotti, e di Isotta di Troilo Orsi, coll’obbligo di assumere il suo cognome ed armi.
Li 30 Agosto 1530 i Padri di S. Domenico concessero a Bartolomeo Ghisellardi di costruire la capella in S. Domenico in adempimento della Bolla di Clemente VII. Rogito Bartolomeo Algardi.
Li 11 agosto 1535 il lavoro fatto per la costruzione di detta capella fu giudicato ad istanza d’ Antonio Ghisellardi, nato Musotti, ascendere a L. 2730. Rogito Bartolomeo Algardi.
La capella Ghisellardi in S. Domenico è la prima a sinistra dell’ ingresso principale della chiesa, ora coperta dalla capella della chiesa nuova.
Un ramo Ghisellardi, detto di Vincenzo, terminò nel 1556, e ne furono eredi i Zenzifabri.
Il ramo dei Ghisellardi Musotti finì nel senatore Silvio morto li 6 marzo 1713, e la di lui eredità passò ai Tortorelli in causa di Giulia del senator Andrea Ghisellardi, moglie di Iacopo di Ridolfo Tortorelli, sposata li 14 ottobre 1630, e morta li 25 maggio 1695.
1780, 1 luglio. Compra Gio. Pellegrino Piana, da Antonio di Astorre Tortorelli, il palazzo Ghisellardi sotto S. Pietro, per L. 32000, scrittura privata. L’ instrumento fu poi stipulato li 13 maggio 1785. Rogito Francesco Maria Triboli, e dott. Luigi Piana.
1810, 23 novembre. Compra all’ asta di Alessandro di Antonio Tortorelli, dai creditori dello stato del dottor Luigi Piana, di due case, NN. 589 e 590, in Galliera, sotto S. Pietro, ed altra piccola casa e scuderia nel vicolo di Porta di Castello, NN. 662, e 663, per L. 42344, 5, 2 di Bologna. Rogito Angelo Maria Felicori.
1810, 29 novembre. I suddetti stabili furono venduti al cav. Nicolò Fava per L, 41000 d’ Italia. Rogito Zenobio Egidio Teodori.

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