Dai Cartigli del Comune di Bologna
Chiesa di Santa Maria Maggiore
Le sue origini risalgono forse al V secolo; ricostruita nel XII, divenne sede di una Collegiata di Canonici; fu ingrandita nel 1464 e trasformata nelle forme attuali da Paolo Canali nel 1665. Nell’interno si conservano dipinti di O. Samacchini, P. Fontana, A. Tiarini, V. Spisanelli, M. Gandolfi, P. Fancelli, J. A. Calvi, A. Guardassoni; stucchi di A. G. Piò decorano la cappella del Ss. Sacramento.
Indirizzo:
via Galliera, 10
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa di Santa Maria Maggiore. Giovanni, Vescovo LV di Bologna, fabbricò questa chiesa, consacrata poi dal suo successore Gerardo Gisla nel 1187, o 1188. Qui stavano monache Benedettine, che furono soppresse da Ottaviano Ubaldini amministratore del Vescovato di Bologna nel 1243, e coi loro beni formò tante prebende per i canonici di questa collegiata da lui instituita. L’ atto di questa erezione si vedeva nell’archivio del capitolo, ma dopo che venne in pensiero ai canonici di farsi credere d’ una fondazione più antica, lo resero invisibile a chiunque. Innocenzo IV con sua Bolla approvò questa collegiata nel 1244, ed allora cominciò il Capitolo a nominare un Priore. Le costituzioni fatte nel 1310 da Uberto Piacentino Vescovo di Bologna sono conservate originali nell’ archivio, a rogito di Prudentino di Mino del fu maestro Bruno da Imola, delli 11 febbraio 1318, nelle quali vien fissato il numero di sei canonici compreso il Priore, due capellani curati, e due chierici. Queste costituzioni furono riformate da D. Simone Hencia, Vicario generale del Vescovo Bartolomeo, li 19 maggio 1403. Rogito Rolando Castellani.
Nel 1491 Ascanio Bentivogli era canonico e priore di Santa Maria Maggiore, ed il celebre Baldassarre Cossa Napoletano fu ascritto a questo Capitolo nel 1385, a cui rinunziò quando fu fatto Papa col nome di Giovanni XXIII li 6 ottobre 1412, cedendo il canonicato a D. Nicolò Vitaliano de’ Vitignani, come da rogito di Lorenzo Cattani notaro della Curia Vescovile.
Nel 1460 il Priore D. Gio. Battista Gherardi, morto li 22 agosto 1478, allungò la chiesa di piedi 26, vi aggiunse le capelle laterali, ed il portico davanti. Nel 1665 il senator Marcantonio Ranuzzi fece a proprie spese la volta della nave di mezzo.
Negli ultimi tempi la collegiata era composta del Priore, di un Prevosto, di dodici Canonici, del Decano, dell’ Arciprete, di sei Mansionari, e di due Capellani Curati eletti dal Capitolo, di quattro Capellani coristi, del Sagrista e sotto Sagrista. Al Priore incombeva la cura della parrocchia.
Li 10 novembre 1796 promosse il Capitolo il suo traslocamento a S. Bartolomeo di Porta Ravegnana, che gli venne accordato con decreto delli 8 ottobre 1797, eseguito il susseguente giorno 9 dello stesso mese con sommo dispiacere dei parrocchiani, come ne fa prova l’ inscrizione apposta nella sagristia.
Questi canonici furono soppressi li 6 giugno 1798, e non più ristabiliti. Vestivano rocchette e muzzetta pavonazza per concessione di Benedetto XIII delli 28 novembre 1726, che le indossarono per la prima volta la domenica primo gennaio 1727.
La cura d’ anime, che fu unita a quella di S. Benedetto, fu ripristinata nel 1816.
Nel 1288 fu eretta in Santa Maria Maggiore la compagnia militare detta della Branca.
Sotto questa parrocchia, a rogito di Giovanni di Tommasino Crocenualdi delli 14 novembre 1299, e altro rogito delli 14 febbraio 1381, vien ricordata certa via di Alidosio, nella quale eravi la casa di Benvenuta di Bonafede Curioni, e del 1580 la strada detta il Pozzo di S. Giorgio.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Santa Maria Maggiore.
Chiesa situata in Galliera, della quale se ne ha memoria fino dal 954.
Nel 1186 fu riedificata, ed il 5 agosto 1187 fu consacrata e fatta collegiata.
Stavano quivi delle monache, le quali avevano il loro posto in alto dalla parte della sagristia, dalla qual parte avevano il monastero. Il 31 luglio 1243 furono escluse le monache perchè disturbavano il servizio della chiesa.
Prima del 1478 fu di molto ampliata.
Nel 1633 fu dagli Aldrovandi acquistato il suddetto monastero, e cioè buona parte della casa e dell’ orto.
Nel 1665 fu messa in volto la navata di mezzo di detta chiesa. Sotto questa parrocchia eravi nella via Larga una chiesa e convento di San Nicolò detto della casa di Dio, nel quale stavano monache Camaldolesi, e confinava a ponente col torresotto di S. Giorgio in Poggiale.
Nel 1413 fu soppresso, e tutti i loro beni assegnati alla chiesa di S. Michele de’ Leprsetti.
Il capitolo di questa chiesa fu soppresso il 6 giugno 1798, e passato a S. Bartolomeo coll’assegno di L. 600 annuo. Per decreto del 24 giugno 1805, confermato il 23 maggio 1806, questa parrocchia fu unita a S. Benedetto, e colà trasportati i suoi libri.
Il 10 novembre 1796 e 17 marzo 1797 i Canonici presentarono un memoriale al Senato e alla Centrale per ottenere S. Bartolomeo.
Il 25 agosto 1797 furono introdotti avanti la Centrale il priore Moreschi ed il Canonico Risack deputati dal Capitolo per rinnovare l’istanza.
L’8 ottobre, dietro lettera del commissario Caprara, fu dalla Centrale approvata la traslocazione, la quale fu mal sentita dai parrocchiani, anzi questi instarono perchè non avesse effetto il decreto, ma le loro istanze non furono ascoltate, ed il 9 ottobre 1797 il capitolo abbandonò Santa Maria Maggiore per andare in San Bartolomeo, siccome consta anche da una memoria che i medesimi parrocchiani fecero mettere in lingua italiana nella loro sagristia.
Questo capitolo fu poi soppresso il 6 giugno del susseguente anno 1798.
Ritornato il Governo Pontificio, per decreto Arcivescovile la chiesa di Santa Maria Maggiore tornò ad essere parrocchia.