Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Merendoni
Acquistato nel 1773 dai conti Merendoni venne interamente rifabbricato, su disegno di Raimondo Compagnini, intorno al 1774. All’interno si trova un importante scalone con stucchi e sculture di Domenico Piò e dei suoi allievi Giovanni Lipparini e Giacomo Rossi; nella volta si conserva l’affresco con Diana sul carro di Gaetano Gandolfi (1775 c.).
Indirizzo:
via Galliera, 26
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Stabile che si dice abbia appartenuto a una famiglia Giacomelli, della quale si ha memoria nel 1207, e venduto ai Sarti, detti di Galliera, nel 1569. Emilio, ultimo dei Sarti, era morto li 13 settembre 1630, trovandosi che in detto giorno Semidea Sarti segnò l’ inventario dell’ eredità di Emilio a lei pervenuta. Li 30 aprile 1632 Semidea ottenne dal Senato la facoltà di vendere questo stabile per L. 10000 ad Antonio e fratelli Bonfiori, alias Bonfioli, contratto che fu concluso li 17 maggio susseguente, a rogito Agostino Ambrosi, nel quale è detto che confina cogli eredi di Agostino Dondoli, con Francesco di S. Venanzio, poi le donne del soccorso di S. Paolo, colla via di Galliera e dell’ Avesella, e cogli eredi di Agostino, e fratelli Ponticelli.
1694, 2 gennaio. Vendite della Pia Opera del soccorso delle donne di S. Paolo, a Silvestro e nipoti Bonfioli, di una casa sotto S. Benedetto in Galliera. Confina a levante la detta via, a ponente in parte la casa del compratore nell’Avicella e in parte quella del dottor Landi, a mezzodì il compratore, e a settentrione gli eredi di Stefano Ghiselini (Ghisellardi).
1699, 1 aprile. Il dottor Silvio Bonfioli comprò da monsignor Gioseffo Musotti tre case nell’ Avicella, di piedi 106, 9 di fronte. Rogito Francesco Galli. Confinano a levante in parte col compratore, e in parte col dottor Landi, a mezzodì col compratore, a ponente coll’ Avicella, e a settentrione con Silvestro Poggioli.
L’ ultimo Bonfiori fu Bartolomeo di Domenico, morto li 22 gennaio 1723, mentre viveva Anna Maria Brunetti di lui madre, la quale morì poi nel 1727, ed ambidue testarono a favore di Flaminio Maria Melchiore di Agostino di Gio. Battista Solimei, marito di Orintia del dottor Domenico Bonfiori suddetto.
Si estinsero i Solimei nel suddetto Flaminio, morto li 17 febbraio 1758. Questa casa, che fu fabbricata ed ampliata dall’ ultimo proprietario, passò in eredità ai Dolfi. Morto il canonico Floriano Dolfi li 22 marzo 1769, passò alla di lui nipote la marchesa Maria Dolfi Ratta, che la vendette nello stesso anno al cantante Giuseppe Manfredini per L. 17600, il quale la restaurò. Questi nel 1773 la cedette, per L. 22500, ai fratelli conti Merendoni, che la rifabbricarono quasi interamente, e compirono la nuova facciata nel dicembre del 1775. Il conte Carlo Teodoro di Gaetano Merendoni la vendette al negoziante Insom.