Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa che del 1289 era di Maria Pietro Ferramosche, davanti la quale vi si pubblicavano i bandi. Porzione di questa casa nobile fu di Lodovico e Antonio del fu Gio. Battista Alberti gargiolaro, che la vendettero ad Eliseo Agocchi Spagnoli per L. 1460, li 14 agosto 1570. Rogito Gio. Giorgio Agocchi. Questi la cedettero a Iacopo del senatore Gio. Paolo Pepoli.
Gli Agocchi Spagnoli erano della famiglia del Cardinale, e si divisero in due rami. Uno terminò in Gio. Battista di Gio. Giorgio Vescovo di Amasia, morto li 27 aprile 1605, del quale furono eredi i Fioravanti; l’ altro, dopo la suindicata cessione di questa casa ai Pepoli, passò ad abitare nella Fondazza, dove morì Orazio li 25 dicembre 1642, lasciando eredi Francesca Maria Agocchi in Giulio Francesco Loiani, e Lavinia in Floriano Nanni.
1621, 2 giugno. Giacomo, ed altri dei Pepoli, vendono a Galeazzo Paleotti una casa nobile in Galliera, per L. 11000. Rogito Antonio Monticelli. Confina coi Giraldini e coi Poeti.
Nello stesso giorno il Paleotti la permuta con Ottavio ed altri dei Salaroli, i quali gli cedono la loro casa in Strada S. Donato, N. 2501, contigua al palazzo d’abitazione di detto Paleotti, in confine di due strade e dei beni di Annibale Paleotti. Rogito Chiocca.
1658, 24 dicembre. Vincenzo Salaroli, e Girolama Salaroli in Sampieri, unica sua figlia, la vendettero alla contessa Calidora Forni, per L. 8000. Rogito Lorenzo Chiocca. Confina a oriente la via di Galliera in faccia a S. Benedetto, a mezzodì cogli eredi di Antonio Miloni, a occidente i Poeti, una volta Giraldini, mediante chiavica, e a settentrione i successori di detto Miloni.
Li 15 dicembre 1694 Alessandro Barbiroli, come successore di un fidecomesso Salaroli, e per sentenza dell’ Autorità generale. Gioseffo Antonio Durini fu messo in possesso di questo stabile a pregiudizio della contessa Maria Francesca Fontana Ercolani.
Fu poi acquistata da Giuseppe Martelli che fu orfano di S. Bartolomeo, e che ammassò un buon patrimonio coll’agenzia del forno di S. Stefano in tempo che godeva quell’ Abbazia il Cardinal Flavio Ghigi. I di lui eredi dicesi che la cedessero in solutum alle suore di S. Benedetto, per L. 18000, le quali nel 1758 la vendettero per lo stesso prezzo all’ avv. Francesco Antonio Michelini. Questi nel 1770 l’ alienò a Nicoletta Grillo genovese, vedova del Duca Alberico Cybo Malaspina di Massa Carrara. Nel marzo del 1773 fu allungata di quattro archi davanti al convento delle suore di San Benedetto, per cui la porta restò nel mezzo della facciata, e fu convenuto che dieci anni dopo la morte della Duchessa la nuova fabbrica aggiunta ritornasse alle suore.
Nel 1778 la Grillo comprò due case fino al confine Poeti, ed aumentò la sua di cinque archi verso la porta della città, con soprapposto terazzo, dove fu già la casa del celebre pittore Lucio Massari.
La predetta Duchessa morì il giovedì 27 maggio 1779, e questo stabile l’acquistò Antonio lussi, dell’ Opera dei vergognosi, nel 1788 per L. 45000 circa, i di cui figli lo vendettero a Giuseppe Spagiari di Reggio.